Strage di Motta Visconti, confessa il marito: “Li ho uccisi poi sono andato a vedere la partita”
UPDATE: Carlo Lissi ha confessato. E' stato lui a uccidere la moglie e i due figlioletti sabato notte. L'uomo ha parlato alle 4 del mattino, ormai messo alle strette, e ha dichiarato: "Sono stato io, voglio il massimo della pena". Agli inquirenti ha ammesso di aver simulato una rapina e di aver ucciso la donna e i bambini intorno alle 23. Poi, come se nulla fosse, è uscito ed è andato a vedere la partita dell'Italia a casa di amici, non prima di essersi sbarazzato dell'arma del delitto – un coltello da cucina – gettandolo in un tombino vicino casa. Per quanto riguarda il movente, l'assassino ha spiegato di essersi "infatuato" di una collega, e che era molto stanco della vita familiare. A denunciare il delitto era stato proprio Lissi che, rientrato a casa dopo la partita dell'Italia, aveva raccontato di aver trovato la moglie e i figli morti. La sua testimonianza, tuttavia, non aveva convinto gli inquirenti sin dall'inizio, anche per l'anomala serenità con la quale commentava la tragedia.
Lissi accoltella la moglie. Lei urla: "Carlo, perché lo fai?"
Maurizio Stefanizzi, generale dei carabinieri, ha ricostruito i dettagli del triplice delitto. Sabato sera i bambini stanno dormendo: la più grande nella sua stanza e il piccolo nel letto matrimoniale. Carlo Lissi e Cristina Omes guardano la tv, hanno un momento di intimità al termine del quale l'uomo va in cucina, prende un coltello e colpisce la moglie alla gola e all'addome. Lei urla e chiede: "Carlo Carlo perchè mi fai questo?", tentando di reagire, finché lui non la colpisce con un pugno, uccidendola. Poi va nelle stanze dove dormono i figli uccide anche loro sgozzandoli. Come se nulla fosse, scende in cantina, si fa una doccia e raggiunge un amico, con il quale va a vedere la partita Italia – Inghilterra in un bar. Qui continua ad essere assolutamente sereno, tanto che i testimoni raccontano: "Si è emozionato ai gol di Marchisio e Balotelli".
Gli investigatori: "Carlo Lissi non ha versato una lacrima"
Nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo di Pavia Gustavo Cioppa e il comandante provinciale dei Carabinieri di Milano, Maurizio Stefanizzi, hanno raccontato i retroscena della confessione di Lissi che, dopo essersi preso la testa tra le mani, "si è come lasciato andare e da quel momento è stato un fiume in piena". "Non c'è stato un raptus o un elemento scatenante – hanno aggiunto gli inquirenti – come una lite, o una brutta notizia: Lissi ha agito in modo lucido, nonostante il folle gesto". E mai l'uomo aveva dato adito a violenze in famiglia o a liti particolari con i conoscenti. A questo punto l'unico enigma che impegna ancora gli inquirenti è l'esistenza o meno di una premeditazione. A quanto pare a spingere Carlo Lissi a uccidere la moglie di 38 anni e i suoi due bambini potrebbe essere stata ‘una costruzione mentale' maturata da tempo: il 32enne, spiegano gli investigatori,avrebbe potuto vedere nella sua famiglia un "fardello" che gli impediva di costruirsi una nuova vita, magari proprio con la collega per la quale aveva "perso la testa" (la quale, va specificato, aveva sempre respinto le sue avances). Gli investigatori, dunque, non escludono che la strage possa essere stata organizzata nei dettagli. Carlo Lissi – hanno fatto sapere fonti investigative – non ha versato una lacrima.
Strage di Motta Visconti: ecco come è crollato l'alibi di Lissi
Ma cosa ha dato una svolta significativa alle indagini? Carlo Lissi ha commesso almeno un grande errore: quando domenica mattina intorno alle 2 nella villetta arrivano i carabinieri l'uomo racconta di essersi cambiato in garage per non svegliare nessuno e di aver trovato successivamente i corpi. Strano, però, che nell'abitazione non fossero state trovate tracce di sangue ne sugli interruttori né sulle scale, cosa che sarebbe stata normalissima se l'uomo avesse tentato di soccorrere le vittime. Messo alle strette, quindi, Lissi è crollato.
Arresto di Carlo Lissi, Alfano: "Conferma dell'efficienza dei carabinieri"
La notizia dell'arresto di Carlo Lissi è stata commentata anche dal ministro degli Interni Angelino Alfano, che ha dichiarato: "C'è stato il fermo del presunto autore dell'omicidio plurimo di ieri nel Milanese: è un bel risultato sul piano della sicurezza e conferma la preparazione e l'efficienza dei carabinieri, e un mio grazie va a loro comandante Gen. Gallitelli".
I vicini di Carlo Lissi: "Era un papà così affettuoso…"
La notizia dell'arresto di Carlo Lissi è inevitabilmente scosso Motta Visconti. Un suo vicino di casa afferma: "Ci sembra impossibile, un papà così affettuoso… proprio in questi giorni mi ha detto che stava montando la piscina in giardino per i suoi bambini". "Una famiglia così unita e felice, sentivamo la bambina cantare tutto il giorno e quando un bimbo canta vuol dire che è sereno e felice" ha raccontato un'altra vicina che abita sempre in via Ungaretti, nella casa di fronte a quella dove si è consumata la tragedia. C'è grande incredulità per la vicenda che ha coinvolto quel ragazzo all'apparenza sobrio ed educato: "Quando non lavoravano, sia la mamma sia il padre trascorrevano tutto il loro tempo coi bambini – raccontano ancora i vicini – li vedevamo uscire con le biciclette, adesso che era arrivata l'estate di sera a piedi per andare a comprare il gelato".
Un testimone: "Lissi sorrideva e parlava di calcio. Ha anche esultato dopo i gol dell'Italia"
Stupiscono veramente le modalità con le quali si è comportato l'assassino. Come è noto dopo aver ucciso la moglie e i due bambini si è fatto una doccia, si è sbarazzato dell'arma del delitto e infine è andato in un bar a vedere la partita dell'Italia. Un suo vecchio conoscente, più volte interrogato dai carabinieri, dirà: "Non tremava, non era nervoso, sorrideva e parlava di calcio, come tutti. Ha anche esultato in occasione dei gol di Marchisio e Balotelli". Intorno – nel bar – c'erano una trentina di persone: il clima era festoso, cn battute, urla, gli occhi sul maxischermo. Nulla faceva presagire che si fosse appena consumato un dramma.
Una candela per ricordare Maria Cristina Omes
Amici e conoscenti di Maria Cristina Omes, moglie di Carlo Lissi, hanno iniziato a condividere su facebook un'immagine raffigurante una candela accesa in primo piano con la luce di altre candele sullo sfondo. Un modo per ricordare la mamma uccisa con i suoi due bambini dal marito. E non mancano quelli che hanno lasciato messaggi sulla pagina Facebook della donna e anche in quella del marito, assassino reo confesso. Si va da parole di dolore e stupore ("non capisco come si fa ad uccidere parte di te"), ad altre di ribrezzo e condanna ("assassino immondo", "a morte").
Carlo Lissi, marito di Cristina Omes e padre dei piccoli Giulia e Gabriele, di 4 anni e 20 mesi, è stato arrestato con l'accusa di triplice omicidio. A deciderlo sono stati i carabinieri del comando provinciale di Milano che indagano sulla strage di Motta Visconti ed hanno interrogato a lungo Lissi. Il provvedimento di custodia è stato deciso in attesa del sopralluogo dei Ris di Parma, che dovrebbe fare più chiarezza sulla dinamica dell'efferato delitto. Le indagini, al momento, ruotano intorno al coltello utilizzato per sgozzare la donna e i due bambini, che non è ancora stato ritrovato.
Strage di Motta Visconti: simulata una rapina per depistare le indagini
Nel corso del'interrogatorio Carlo Lissi aveva inizialmente raccontato di aver trovato i tre corpi senza vita rientrando a casa dopo aver visto la partita dell'Italia ai campionati mondiali insieme a un gruppo di amici. L'alibi, tuttavia, non ha convinto gli inquirenti, che hanno deciso di fermarlo malgrado non sia ancora stato scoperto il movente del presunto omicidio. Quel che è certo è che la cassaforte della casa è stata trovata aperta, con piccole somme di denaro mancanti. Si tratterebbe, tuttavia, di un maldestro tentativo di depistaggio per spingere le indagini sulla pista della rapina finita in tragedia. Pista subito scartata, anche perché sulla porta d'ingresso non risultano segni di effrazione.
Strage di Motta Visconti: Carlo Lissi e Cristina Omes erano considerati una coppia tranquilla
Carlo Lissi e Cristina Omes erano sposati da sei anni e vivevano in una zona residenziale di Motta Visconti: la donna, originaria del paese, lavorava come impiegata per la compagnia assicurativa Sai: secondo chi la conosceva si trattava di una persona molto impegnata, in particolar modo con l'oratorio. La coppia era descritta come "tranquilla e solare" e dunque l'ipotesi che l'assassino sia stato il marito non convince molti, in particolare il sindaco, convinto che possa essersi trattato di una rapina: "È da tempo che assistiamo a una escalation di reati a Motta Visconti, soprattutto furti in abitazioni. Specialmente nelle villette. La gente non ne può più e pur avendo una stazione dei carabinieri ci sono solo sei militari che devono controllare quattro paesi e quindi si trovano in evidente sotto organico".
Il ricordo della bimba uccisa
Quella che inizia oggi sarebbe stata l'ultima settimana di scuola materna per Giulia. La piccola ammazzata dal padre da settembre avrebbe iniziato la scuola primaria. Si apprestava a terminare la materna nel plesso scolastico ‘Ada Negri', dove oggi c'erano tutti gli altri bambini tra i 3 e i 5 anni. "Una bimba meravigliosa – la ricordano a scuola, come riporta l'Ansa- ma non riusciamo a dire altro, ai bimbi per il momento non abbiamo raccontato nulla". Giulia avrebbe frequentato all"Ada Negri' anche le elementari. Come scrive l'agenzia di stampa, molti genitori oggi non hanno mandato i figli a casa per evitare loro di essere coinvolti in questo drammatico momento per Motta Visconti.