Strage di Erba, Olindo e Rosa denunciano la distruzione dei reperti
"Quei reperti non dovevano essere distrutti". I legali di Olindo Romano e Rosa Bazzi hanno sporto denuncia per la distruzione di alcuni elementi della scena della strage di Erba, avvenuta lo scorso luglio su disposizione dell'ufficio corpi di reato. Sulla vicenda ora sono intervenuti gli ispettori del Ministero della Giustizia guidato da Alfonso Bonafede. Proprio in quei reperti, secondo i legali della coppia di ergastolani, ci sarebbe la verità sul massacro della famiglia Castagna e di due vicini. "Tre settimane fa Olindo e Rosa – dice l'avvocato Fabio Schembri, che con Nico D'Ascola e Luisa Bordeaux rappresenta i coniugi – hanno depositato in proposito una denuncia, agli uffici matricola delle carceri di Opera e Bollate. Ci auguriamo che l'autorità giudiziaria comasca faccia chiarezza e accerti le responsabilità". Gli atti potrebbero essere stati trasmessi dalla Procura di Como, a cui è stata affidata la denuncia, a quella di Brescia, a cui spetterebbe di indagare sui magistrati di Como.
La richiesta della difesa
Proprio su alcuni frammenti dei reperti recuperati dopo la distruzione delle prove si baserà il nuovo esame autorizzato dalla Corte di Cassazione su richiesta degli avvocati della coppia. Si tratta di un accendino trovato sul luogo del crimine, 19 mozziconi di sigaretta; una tenda; un mazzo di chiavi; tre giubbotti e alcune formazioni pilifere rinvenute sugli abiti del piccolo Youssef. Nella strage del condominio di via Diaz a Erba del 2007 morirono Paola Galli (60 anni), Raffaella Castagna (30 anni), Youssef Marzouk (2 anni) e Valeria Cherubini (55 anni). L'unico superstite, Mario Frigerio, attinto da una ferita non mortale alla gola, è venuto a mancare nel 2014. Unico testimone sopravvissuto, Frigerio, ha riconosciuto in Olindo Romano uno dei due autori della strage. Olindo e Rosa sono stati condannati con sentenza definitiva all'ergastolo.