Strage Bardo, Touil arrestato: “Perché sono in carcere? Sono innocente”
Ore 14.35 – Touil davanti al giudice: "Sono innocente" – "Non c'entro nulla con il Bardo. Non mi spiego come questo errore sia potuto accadere". Sarebbero le dichiarazioni fatte dal marocchino Abdel Majid Touil nell'interrogatorio davanti al giudice del procedimento per l'estradizione. A riferirlo è stato il suo avvocato, Silvia Fiorentino, secondo cui il ragazzi è "provato e spaventato". Il giovane ha poi detto di essere sempre stato in Italia "da febbraio, quando sono arrivato".
Abdel Majid Touil, il 22enne marocchino arrestato tre giorni fa martedì su mandato di Tunisi e sospettato di aver partecipato all'organizzazione dell'attentato al museo del Bardo, è ancora in carcere, in isolamento, a San Vittore. "Perché sono qui? Non capisco, non ho fatto nulla", è la domanda che continua a fare a chi ha avuto modo di incontrarlo, parlando in arabo. Lo riporta oggi l’Ansa. Secondo quanto accertato dalla Procura di Milano, in base ai registri della scuola frequentata da Touil e alle testimonianze dei docenti, il 22enne sarebbe stato in Italia sia nel giorno della strage, il 18 marzo scorso, sia in quelli precedenti e successivi. E questo porterebbe ad escludere, quasi con certezza, che abbia avuto un ruolo da determinante nell’attentato in cui morirono 24 persone, tra cui 4 italiani.
Procedura di estradizione per Touil
Come scrivono le agenzie, oggi ci sarà l’udienza di estradizione per Touil, che resta comunque indagato con l'accusa di terrorismo internazionale. Va detto che la convalida dell'arresto rappresenta un passaggio puramente formale, nel senso che il giudice ha semplicemente confermato la richiesta di custodia cautelare disposta per il 22enne dalle autorità tunisine. L'udienza – che sarà presieduta da Antonio Nava, giudice delegato della Quinta Corte d'Appello di Milano – servirà a effettuare l'identificazione formale del presunto terrorista, al quale verrà anche chiesto il consenso all'estradizione. E’ improbabile però che Touil accetti di essere estradato. Per cui bisognerà fissare un'altra udienza in attesa che dal Ministero della Giustizia giungano agli atti di indagine da parte dello Stato tunisino che li trasmetterà a Roma insieme alla richiesta formale di estradizione. Documenti che poi arriveranno sul tavolo della Procura Generale di Milano e che serviranno a pianificare la requisitoria dell'accusa. Saranno poi i giudici della Quinta Corte d'Appello a decidere se accogliere o meno la richiesta di estradizione. L’ultima parola spetterà al Ministero della Giustizia.