Strage Dacca, la procura: “I terroristi non sapevano che c’erano italiani nel ristorante”
Gli jihadisti che hanno colpito al ristorante di Dacca non sapevano che all’interno del locale ci fossero italiani. E’ quanto risulta agli inquirenti della Procura di Roma che stanno indagando sulla strage avvenuta in Bangladesh nella quale venti civili sono stati uccisi: nove erano connazionali, mentre le altre vittime provenivano da Giappone, India, Bengala e Stati Uniti. Va detto che in queste ore i magistrati stanno cercando di sentire le testimonianze di tutte le persone coinvolte e scampate alla mattanza jihadista. Sarà sicuramente ascoltato Gian Galeazzo Boschetti, marito di Claudia D'Antona, l'imprenditrice torinese di 56 anni uccisa in quello che ad oggi il più grave attentato in cui hanno perso la vita italiani, dopo quello di Nassiriya che costò la vita a diciannove nostri connazionali. Non è escluso che la procura, se matureranno le condizioni, possa inviare nella capitale bengalese una task force di investigatori per prendere parte alle indagini.
Emergono nuovi dettagli sull’eccidio di venerdì. I venti ostaggi del caffé di Dacca sarebbero stati uccisi dai terroristi “nei primi venti minuti” dell'attacco. Lo ha detto il capo della polizia bengalese AKM Shahidul Haque: "Alcuni dicono che abbiamo agito troppo tardi con il blitz, non è vero. Abbiamo completato l'operazione in dodici ore – spiegano ancora alla polizia -, mentre in Paesi come il Kenya ci sono voluti quattro giorni prima che si affrontasse una situazione simile in uno dei loro centri commerciali".
Nel frattempo il Ministero degli Esteri invita gli italiani a non partire per Dacca. “In considerazione della presenza nel Paese di formazioni di ispirazione jihadista, non si può escludere il rischio di possibili ulteriori atti ostili". Lo sottolinea la Farnesina nel sito ‘Viaggiare sicuri', raccomandando agli italiani nella capitale bengalese la "massima prudenza, in particolare nei luoghi abitualmente frequentati da stranieri e di limitare gli spostamenti, soprattutto a piedi, allo stretto necessario".
E intanto è stato annunciato che le salme dei nove italiani uccisi saranno trasferite nel nostro Paese tra martedì sera e mercoledì e, una volta a Roma, saranno portate al policlinico Gemelli per le autopsie.