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Voli in ritardo o cancellati, stop all’obbligo di conciliazione: ora il rimborso si chiede via Pec

Stop all’obbligo del tentativo di conciliazione con le compagnie aeree per passeggeri che lamentano ritardi o cancellazioni. Ora è sufficiente una Pec.
A cura di Giusy Dente
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Il 2024 è stato un anno nero sul fronte dei trasporti aerei in Europa, per via dei tanti disservizi subiti dai passeggeri, i quali hanno dovuto fronteggiare ritardi e cancellazioni. La società specializzata in rimborsi per il trasporto aereo RimborsoAlVolo ha stimato un aumento dei ritardi del 48% rispetto al 2023, con oltre 26mila voli cancellati che hanno lasciato a terra circa 3,9 milioni di passeggeri. Ovviamente, in questi casi il viaggiatore ha diritto a un rimborso, secondo le condizioni stabilite da ciascuna compagnia. Da oggi, l'iter per richiedere questo rimborso cambia: i passeggeri aerei non saranno più obbligati al tentativo di conciliazione obbligatorio, ma potranno direttamente andare in giudizio per ottenere il risarcimento previsto per voli cancellati o con ritardi prolungati. Lo ha stabilito il Tar Piemonte, che per la prima volta ha posto fine alla delibera dell'Autorità di regolazione dei trasporti dell’8 febbraio 2023, n. 21. Fino a oggi il procedimento era diverso: era possibile proporre ricorso in sede giurisdizionale solo ed esclusivamente dopo aver proposto un tentativo obbligatorio di conciliazione. Questo costituiva un costo in più per il consumatore e implicava anche dei tempi più lunghi. Il cambiamento a tutela del consumatore è arrivato grazie alla battaglia dello studio legale Leone – Fell & C., che ha commentato a Fanpage.it la vittoria attraverso le parole dell'avvocato Simona Fell, uno dei tre soci fondatori con Francesco Leone e Floriana Barbata.

Il ricorso dello studio legale

La battaglia dello studio legale è cominciata col ricorso presentato da un passeggero, informato della cancellazione del proprio volo solo pochi minuti prima del decollo. Al diniego del rimborso da parte della compagnia aerea, una volta preso atto della complicata e dispendiosa procedura per richiederlo in via stragiudiziale, l'uomo si è rivolto allo studio legale per ottenere quanto spettante, così come previsto dal Regolamento comunitario.

Oggi c'è stata la sentenza a Torino e il Tar del Piemonte ha stabilito lo stop all'obbligo del tentativo di conciliazione con le compagnie aeree per i passeggeri che lamentano ritardi o cancellazioni di voli. I giudici hanno quindi bocciato una porzione di una delibera dell'8 febbraio 2023 dell'Autorità dei trasporti, che con il tentativo di conciliazione obbligatorio di fatto metteva un ostacolo concreto all’esercizio dei diritti dei passeggeri, i quali si sentivano scoraggiati in partenza nell'intraprendere la procedura di rimborso, poiché troppo costosa e lunga. Da oggi, però, non sarà più così.

Cosa cambia con la sentenza del Tar

Raggiunta telefonicamente da Fanpage.it, l'avvocato Simona Fell ha chiarito: "Cambia tutto: non c'è più il tentativo obbligatorio di conciliazione. Il cittadino può tranquillamente mandare una PEC alla compagnia aerea e chiedere il rimborso dovuto dal regolamento 261 del 2004 che prevede una somma ben stabilita in caso di ritardo e cancellazione dal volo. Quindi da oggi rientra in vigore questa disciplina che è stata già in vigore fino al 2023. Era una semplificazione a tutela del consumatore. Nel 2023, invece, è entrata in vigore una delibera dell'Autorità della regolazione dei trasporti aerei, in attuazione della legge sulla concorrenza del 2022, che prevedeva l'obbligo del tentativo di conciliazione. Da quel momento quindi il singolo cittadino non poteva mandare più la PEC per chiedere il rimborso, ma doveva necessariamente chiedere di costituirsi davanti a un organo di mediazione per andare a valutare con la compagnia aerea se aveva ragione oppure no, se era dovuto il rimborso oppure no. C'era un aggravio di spesa e di tempistica nei confronti del consumatore. Era una lungaggine che portava a disincentivare il cittadino, il quale doveva persino conservare il documento attraverso il quale provare che aveva fatto il tentativo obbligatorio di conciliazione, documento che in realtà era la semplice chat o la semplice comunicazione telefonica che il cittadino fa alla compagnia aerea. Queste chat erano condizioni di procedibilità di un eventuale giudizio".

Lo stop al tentativo obbligatorio di conciliazione vale per tutte le compagnie, ma l'avvocato ha puntualizzato: "Ovviamente le low cost sono quelle che subiranno di più, perché sono quelle che hanno voluto fortemente il tentativo obbligatorio di conciliazione. Con pressioni politiche sono riusciti a ottenere questa delibera che noi abbiamo fatto smontare perché illegittima".

A partire da oggi, dunque, chi subisce un ritardo o una cancellazione può seguire la procedura semplice della PEC: "A quel punto la richiesta di rimborso si attiva e la compagnia ha l'obbligo di rispondere entro pochi giorni, mentre il tentativo obbligatorio di conciliazione andavo appunto a disincentivare, perché perdevi giorni e giorni per ottenere una risposta. Inoltre nel tentativo obbligatorio di conciliazione la compagnia aerea all'80% dei casi non si costituiva, in modo tale da obbligarti a fare un giudizio. La compagnia non ha interesse ad andare in giudizio, mentre prima sì: aveva molti più escamotage per poter vincere. Oggi sono venuti meno".

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