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Qual è l’aeroporto più “difficile” del mondo: sono qualificati ad atterrare qui solo 50 piloti

Atterrare in questo aeroporto è difficile per via delle condizioni climatiche, del paesaggio circostante, della posizione della pista che è anche molto corta.
A cura di Giusy Dente
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Si fa presto a dire atterraggio: invece una pista non è uguale all'altra e anzi, c'è un aeroporto diventato famoso proprio per essere il più impegnativo in assoluto. Atterrare qui è particolarmente difficile, tanto è vero che serve un addestramento specifico e sono autorizzati a farlo poche decine di piloti in tutto il mondo. Quando l'aereo tocca terra, infatti, l'applauso dei passeggeri qui è d'obbligo.

Dove si fa l'atterraggio aereo più impegnativo del mondo

Si fa all'aeroporto internazionale di Paro (PBH) in Bhutan l'atterraggio aereo più difficile del mondo dal punto di vista tecnico. Sono richiesti sia conoscenze tecniche che nervi ben saldi. Paro è "difficile, ma non pericolosa" a detta del capitano Chimi Dorji, che lavora da 25 anni presso la compagnia aerea nazionale del Bhutan, Druk Air (nota anche come Royal Bhutan Airlines). Qui oltre a pilotare aerei addestra anche a sua volta i piloti e l'equipaggio di cabina. Infatti in quanto compagnia di bandiera nazionale, Druk Air si è assunta gran parte della responsabilità della formazione dei piloti. Alla CNN ha spiegato: "È una sfida per l'abilità del pilota, ma non è pericoloso, perché se lo fosse, non volerei. Noi la chiamiamo formazione di competenza di area".

Paro è un aeroporto di categoria C, il che significa che i piloti devono avere una formazione speciale per volare lì. L'atterraggio si esegue manualmente, senza radar, dunque è essenziale avere una conoscenza perfetta delle manovre, ma anche dell'aeroporto stesso, delle sue dimensioni, del paesaggio che c'è intorno. Sbagliare di pochi pollici significa potenzialmente atterrare sul tetto di una casa. O schiantarsi tra le catene montuose: il Bhutan infatti, che si trova tra Cina e India, è costituito per oltre il 97% da montagne. Proprio il terreno montuoso che circonda l'aeroporto contribuisce ad alzarne il livello di difficoltà. La pista di Paro è lunga solo 2200 metri ed è fiancheggiata proprio da due montagne altissime. Di conseguenza, i piloti possono vedere la pista dall'alto solo quando stanno per atterrare. Basti pensare che la pista di atterraggio più lunga del mondo si trova all'aeroporto di Qamdo Bamda, in Tibet e raggiunge i 5550 metri mentre le piste di Roma Fiumicino misurano più di 3300 metri.

A Paro non ci sono voli notturni, indipendentemente dalla stagione, a causa della mancanza di radar. Per questioni di sicurezza qui si atterra solo prima di mezzogiorno ed è essenziale monitorare con attenzione le condizioni del vento. Il pilota a tal proposito ha chiarito: "Cerchiamo di evitare operazioni oltre mezzogiorno perché poi ci sono molti venti termici, le temperature aumentano, le piogge non sono ancora arrivate. Le mattine sono molto più calme". Durante la stagione dei monsoni, che solitamente va da giugno ad agosto, serve ancora maggiore cautela, perché in quel periodo dell'anno si verificano spesso temporali, con grandine che può raggiungere le dimensioni di palline da golf. Chimi Dorji ha raccontato: "Col monsone ci sono questi venti da nord-ovest, da nord-est che arrivano da tutta la Cina. Ci sono questi periodi in cui piove per giorni". Ad oggi il Bhutan ha solo poche decine di piloti autorizzati, ma si punta a raddoppiarli.

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