Qual è il significato dell’Epifania e perché si festeggia il 6 gennaio tra Befana e Re Magi
Il 6 gennaio 2024 si festeggia l'Epifania, celebrazione che affonda le sue radici in alcuni antichi riti pagani di buon auspicio. La tradizione è sopravvissuta anche con l'avvento del cristianesimo, quando la figura della dea Diana è stata sostituita con quella di una strega buona prima e di una vecchietta poi. L'Epifania per la religione cristiana è legata a un momento specifico: l'arrivo dei tre Re Magi (Baldassarre, Gaspare e Melchiorre) nella capanna di Betlemme in cui è nato Gesù Bambino. Non a caso ci si riferisce all'Epifania anche con le espressioni Giorno dei Re Magi e Piccolo Natale. La figura della Befana viene festeggiata nel mondo in tanti modi diversi e ogni Paese ha le sue leggende, le sue usanze.
Le origini della festa dell'Epifania e perché si festeggia il 6 gennaio
Non tutti festeggiano l'Epifania il 6 gennaio, 12 giorni dopo Natale (il 25 dicembre). Le chiese orientali la celebrano il 19 gennaio mentre il Natale cade il il 7 gennaio: questo perché seguono il calendario giuliano e non quello gregoriano. La data simbolica del 6 gennaio fu scelta nel IV secolo, quando il cristianesimo assorbì la tradizione di un antico rito pagano con protagonista Diana. Nell'antica Roma la dea veniva appunto festeggiata 12 giorni dopo il solstizio d'inverno. Ecco quindi il ritorno del numero simbolico 12.
Chi sono i Re Magi qual è il significato cristiano della celebrazione
Da un punto di vista strettamente religioso, lo scopo del giorno dell'Epifania è ricordare un momento specifico della storia di Gesù. Si tratta di una ricorrenza che celebra la prima manifestazione del Bambino all'umanità. In particolare il riferimento è all'arrivo dei re Magi (i tre saggi sacerdoti del popolo dei Medi) nella capanna della Natività. Matteo nel Vangelo racconta che furono guidati nel loro lungo viaggio da una stella cometa e che portano in dono a Gesù appena nato dei doni preziosi: oro, incenso e mirra.
Chi è la Befana, la storia all'origine della leggenda
Nei riti pagani che venivano compiuti tra il X e il VI secolo a.C., si celebrava la morte e la rinascita della natura. I Romani per avere dei buoni raccolti durante l'anno erano soliti invocare una figura femminile che volava sui campi coltivati. Questa figura fu dapprima identificata nella dea Diana (dea della caccia e della vegetazione), poi in altre divinità minori. Per i celtici, invece, esisteva la figura di Perchta, una personificazione femminile dell'inverno, una donna anziana vestita con abiti logori e con scarpe rotte ai pidi. e spesso viene rappresentata come una vecchia gobba con naso adunco, capelli bianchi spettinati e piedi abnormi, vestita di stracci e scarpe rotte. Con l'avvento del cristianesimo, la figura sopravvisse in qualche modo e la sovrapposizione delle varie figure femminili diede vita a quella di una strega buona e poi della vecchietta che a bordo di una scopa consegna doni e dolcetti ai bimbi.