Qual è il club di Berlino in cui è stata “rimbalzata” Diletta Leotta
Nelle ultime ore sui social è circolato un video in cui Diletta Leotta racconta di non essere riuscita a entrare in una discoteca famosa di Berlino: "Non mi hanno mai rimbalzato in una maniera così brutta", ha raccontato durante la trasmissione di Radio 105 che conduce. Leotta era in Germania con il futuro marito Loris Karius e voleva visitare quello che è un simbolo della club culture e molto di più di un semplice locale. La conduttrice ha raccontato l'episodio aggiungendo dettagli sul suo look: "Sono arrivata lì davanti con il cappotto giallo peloso e un sorriso smagliante". Proprio l'outfit è stato uno degli elementi che le hanno impedito di superare la severissima selezione all'ingresso. Ma di quale club si tratta e, soprattutto, perché gli abiti che si indossano determinano l'eventuale ingresso?
Il locale di Berlino simbolo della club culture
Il locale da cui Diletta Leotta è stata "rimbalzata" è il celebre Berghain, un'istituzione nel panorama techno e della musica elettronica di Berlino e non solo. La sua posizione tra i quartieri Friedrichshain e Kreuzberg lo colloca all'interno della vivace atmosfera della capitale tedesca, fatta di locali e luoghi della night culture. Si tratta di uno dei club underground più rinominati ed è stato più volte nominato come miglior club al mondo.
Come un vero club underground che si rispetti è situato negli ambienti di un'ex centrale elettrica di Berlino, nella zona che un tempo corrispondeva alla DDR. Quest'anno il Berghain compie 20 anni, infatti è stato aperto nel 2004. In questi vent'anni di vita il club ha alimentato il suo mito e la leggenda anche grazie all'allure di segretezza che aleggia intorno alla sua stessa esistenza. Fin dall'apertura, il locale è diventato punto di riferimento di una cultura sessuale libera, non tanto per i suoi frequentatori quanto per l'ambiente dedito all'edonismo e alla libertà sessuale, in cui i confini tra gli orientamenti sessuali diventavano labili. Le stanze del club, inoltre, sono completamente buie e alcune di queste vedono delle gabbie in cui è possibile osservare persone che hanno rapporti sessuali in totale libertà. Soprattutto nei primi anni, la stanza principale era un luogo d'incontro per persone della comunità LGBTQIA+ a cui era dedicato anche un particolare party, lo Snax Party.
Le regole d'ingresso al Berghain
Come ha raccontato Diletta Leotta, molte persone non vengono ammesse dopo aver fatto la fila per entrare al Berghain. Per molti di voi non sarà una notizia, visto che tante discoteche hanno una rigida selezione all'ingresso. In realtà, il club berlinese si distingue anche per questo motivo. Partiamo proprio dal look, che ha impedito alla conduttrice di entrare: la politica rigorosa d'ingresso al Berghain è incarnata dal capo dei bodyguard, il famigerato Sven Marquardt, diventato una celebrità del mondo dei club e dell'elettronica.
Essendo un ambiente principalmente underground, il look dev'essere minimale quindi niente eccessi e niente colori, scelta che purtroppo ha penalizzato Diletta Leotta, che indossava un cappotto giallo peloso. L'atteggiamento che viene premiato è quello di una persona rilassata, non ansiosa di entrare, esattamente come viene fatto entrare chi ha uno stile particolare, unico, che rispecchia dunque lo spirito del club. Questa rigida selezione, negli anni, ha anche scatenato accuse di razzismo nei confronti del club. Tra le altre peculiarità del Berghain, nel locale non sono permesse fotografie: la fotocamere dello smarthpone, infatti, viene oscurata con un adesivo.