Nuove regole per chi viaggia in Spagna: obbligo di raccogliere i dati personali dei turisti
Il Grande Fratello ci guarda tutti: soprattutto in Spagna. Ben prima che sbarcasse in tv sotto forma di reality, questa entità è stata prodotta dalla geniale mente di George Orwell, che nel romanzo 1984 parla appunto di questo personaggio immaginario, il dittatore di una società dove ogni individuo è costantemente controllato dalle autorità nella vita quotidiana, in ogni attività, anche dentro le mura di casa. Proprio al Grande Fratello è stata paragonata la nuova legge a cui saranno sottoposti i turisti che giungeranno in Spagna e che va a incidere sulla loro privacy.
La nuova legge sul turismo
Il 2 dicembre entrerà in vigore una nuova legge in Spagna, che obbligherà tutti i turisti in visita nel Paese a sottoporsi a controlli più rigorosi. Gli hotel, le agenzie di viaggio, le app di alloggi e anche le società di autonoleggio dovranno raccogliere un numero più elevato di dati personali, dei loro clienti. La misura riguarderà tutti coloro che hanno più di 14 anni, mentre gli adulti in compagnia di under 14 saranno tenuti a spiegare il rapporto che hanno con loro.
Attualmente agli ospiti delle strutture alberghiere viene chiesta la carta d'identità o in alternativa il passaporto, ma il nuovo decreto (il più restrittivo dell'UE) costringerà le aziende a raccogliere fino a 31 dati tra cui: nome completo della persona, sesso, nazionalità, data di nascita, indirizzo, numero di cellulare, indirizzo e-mail, dati sulle relazioni familiari e sulle carte di credito. Le informazioni dovranno poi essere caricate su una piattaforma per essere condivise con le forze di sicurezza spagnole. Il governo spagnolo, infatti, ha optato per questa rigida misura proprio per cercare di tenere sotto controllo il fenomeno della criminalità e per aiutare la Polizia a rintracciare i criminali.
La principale associazione alberghiera del paese, Cehat, ha negativamente reagito alle nuove regole. Il segretario generale del gruppo, Ramón Eestella, ha affermato: "È come il Grande Fratello: è folle e causerà il caos". Infatti ha avviato una battaglia contro queste nuove regole, che non garantiscono una tutela maggiore in termini di sicurezza, mentre preoccupano sul fronte della privacy dei clienti. Estelella ha dichiarato a Telegraph che la Spagna è già l'unico paese dell'UE in cui gli hotel devono inviare alla polizia i dati identificativi degli ospiti. "Minaccia di complicare e ostacolare l'esperienza di milioni di visitatori che scelgono la Spagna come destinazione" ha affermato. Senza contare i notevoli ritardi in fase di check-in per i turisti che non lo effettuano anticipato, ma lo fanno direttamente in hotel.
La sua preoccupazione è che le persone si sentano scoraggiate e decidano di non venire in Spagna temendo una violazione della privacy, incidendo così negativamente sul turismo. Il settore contribuisce per il 12% al PIL spagnolo. Questo argomento nel Paese è particolarmente sentito e ci sono state molte proteste recentemente, soprattutto sul fronte dell'overtourism: a ottobre migliaia di spagnoli sono scesi in piazza a Madrid per protestare contro l'aumento dei prezzi delle case attribuito all'impatto dei siti di affitto per le vacanze come Airbnb. A Barcellona i cittadini, armati di pistole ad acqua, hanno chiesto ai turisti di andarsene. Anche a Tenerife, i manifestanti si hanno chiesto più rispetto per le spiagge del posto, letteralmente invase dai turisti.