L’isola che ospita 450 visitatori a settimana (e basta) per combattere l’overtourism
L'alta stagione volge al termine e quest'anno si è rivelata particolarmente densa di spostamenti: i vacanzieri si sono concentrati soprattutto verso alcune destinazioni in particolare, che difatti hanno molto patito il sovraffollamento turistico. Vale per le Canarie e per le Baleari (dove ci sono state molte proteste), per le isole della Grecia (con Santorini soprannominata Instagram Island), per Capri (ribattezzata l'isola degli influencer), per Vienna (eletta la meta turistica più sovraffollata al mondo). Ora è quindi tempo di bilanci, di pensare in vista del prossimo anno a misure che permettano di controllare il fenomeno dell'overtourism. La Grecia per esempio sta pensando di introdurre una tassa per i crocieristi, ma c'è chi da tempo mette in atto queste politiche restrittive.
Cosa succede sulle isole Ciés
Le isole Ciés si trovano al largo della regione nord-occidentale della Galizia: l'arcipelago fa parte del parco nazionale delle isole atlantiche della Galizia. Accedere a questo paradiso terrestre non è così semplice. Qui, infatti, si è deciso di introdurre un limite agli sbarchi di turisti. Il governo ha optato per il limite di turisti sette anni fa, perché si era reso conto di quanto non fosse sostenibile il ritmo che si stava profilando, con migliaia di persone che si presentavano quotidianamente sul posto, soprattutto d'estate, mettendo l'arcipelago al centro di una pressione enorme.
Questa misura seppur drastica, va in realtà a tutelare i turisti stessi, perché garantisce loro un'esperienza migliore. E ovviamente è anche un modo per proteggere la fauna selvatica locale e l'ambiente, che patiscono molto gli effetti dell'overtourism e di sbarchi incontrollati. "Bisogna conservare le bellezze affinché le persone possano goderne. Il turismo dovrebbe concentrarsi molto sulla difesa e la protezione del mondo naturale che costituisce la base della sua attività. Altrimenti si uccide la gallina dalle uova d'oro" ha raccontato il direttore del parco a The Guardian.
Oggi, 1.800 visitatori possono visitare le isole ogni giorno dal 15 maggio al 15 settembre, dopodiché il limite scende a 450 al giorno. Prima di partire, ogni visitatore deve ottenere un codice QR dal sito web del governo regionale e poi pagare 25 € per il viaggio in traghetto andata e ritorno. "Prima c'erano semplicemente troppe persone – ha detto il direttore del parco – Ma ora le persone capiscono la necessità del limite e lo rispettano e lo apprezzano. Abbiamo bisogno dei controlli di accesso per proteggere l'area, ma significa anche che le persone possono godersi le loro visite". José Antonio Fernández Bouzas è certo che il meccanismo abbia funzionato: "Perché alle persone piace qualcosa che sembra più esclusivo. Le persone erano solite prenotare i loro posti il giorno stesso, ma ora li prenotano con tre mesi di anticipo. Pianificano davvero le loro visite. Le persone vengono anche tutto l'anno, quando prima si concentravano a luglio e agosto".
Regolare il turismo è solo la punta dell'iceberg. Ciò che veramente manca e che potrebbe fare la differenza è adeguare le strutture, migliorare i servizi, assumere più personale. Sono questi i veri problemi. Quello abitativo è salito particolarmente alla ribalta, perché l'ascesa degli affitti brevi ha messo in crisi l'economia di alcune città, dove è diventato impossibile trovare alloggi a lungo termine. Barcellona sta infatti pensando di eliminare gli affitti brevi, non rinnovando le licenze a scopo turistico di alcune strutture. Anche Firenze con il sindaco Dario Nardella ha messo una stretta alla diffusione degli alloggi a scopo turistico.