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La storia dell’isola italiana famosa per il pane all’LSD che causava allucinazioni collettive

C’è un’isola italiana con un centinaio di abitanti dove c’è stato un fenomeno di allucinazione collettiva: un fungo aveva contaminato la farina con cui si faceva il pane.
A cura di Giusy Dente
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porto di Alicudi
porto di Alicudi

Come ogni isola, anche Alicudi è abituata a vedere turisti arrivare soprattutto d'estate, mentre nel resto dell'anno regna la solitudine. L'isola, infatti, è difficilmente percorribile, addirittura ci sono ancora case prive di acqua ed elettricità, benché sia di recente arrivata la copertura telefonica. Non è una vita facile per i circa 100 abitanti del posto, ma andava peggio qualche decennio fa, quando a causa di un ingrediente contaminato usato per la produzione del pane, l'intera popolazione è stata vittima di allucinazioni per un lungo periodo.

La vita ad Alicudi

Per il loro nuovo libro Thinking Like an Island, i fotografi Camilla Marrese e Gabriele Chiapparini hanno documentato la vita su un'isola remota nell'arcipelago italiano delle Eolie (Sicilia). Non ne hanno esplicitato il nome, ma tutto riconduce ad Alicudi. Sono rimasti per per due mesi. Ad Alicudi non c'è l'ospedale: in caso di bisogno di cure c'è solo il traghetto o nei casi gravi l'elicottero, per raggiungere una struttura vicina. Ci sono due supermercati, una scuola, un bar aperto solo tre mesi all'anno. Nei ritratti dei due artisti si percepisce proprio questa atmosfera di isolamento e solitudine. La demografia è calata vertiginosamente negli ultimi anni: sono rimasti in pochi, circa un centinaio. Tanti alla fine hanno ceduto e sono partiti alla volta dell'Italia o dell'Europa.

Alicudi
Alicudi

Eppure d'estate l'isola si ripopola, perché arrivano molti turisti, attratti dalle spiagge, dal mare, dal bisogno di una vita lenta, per staccare davvero la spina con la frenesia quotidiana. La maggior parte dei giovani non a caso lavora nell'edilizia, ristrutturando o costruendo case da affittare durante l'estate. Tuttavia, la coppia di fotografi è rimasta stupita dal clima che si respira tra la gente del posto, nonostante la mancanza di luoghi di ritrovo o spazi sociali condivisi. Marrese ha detto:

 Tutte le case sono sparse, quindi è molto difficile che si sviluppi un senso di comunità. Certo, c'è un grande senso di appartenenza; tutti conoscono tutti e sono disposti ad aiutarsi a vicenda. Penso che i legami che hanno siano molto stretti. Allo stesso tempo, c'è il meglio e del peggio della società, perché ci sono anche molti conflitti inutili e piccole vendette.Sono molto abituati a costruire rapidamente forti connessioni, a creare situazioni sociali e relazioni forti. E sono anche molto abituati a vedere le persone andare via, ad avere questo ricambio di persone e ad affrontare il fatto che le cose non sono in qualche modo permanenti.

Tutto è transitorio insomma e chi ci vive lo sa.

Alicudi
Alicudi

La storia delle allucinazioni collettive ad Alicudi

Fino agli anni '50, la gente del posto mangiava inconsapevolmente pane contaminato da un fungo chiamato ergot, l'ingrediente base dell'LSD. Le persone sperimentavano allucinazioni di gruppo molto forti, che hanno dato vita a dei miti locali, come quello delle streghe che si diceva volassero sopra l'isola. Questa diceria deriva probabilmente proprio dallo stato allucinatorio condiviso, perché tutti gli abitanti mangiavano quel pane ogni giorno. La storia è riportata anche dal Centro Studi Eoliano. I fenomeni allucinatori sono andati avanti a lungo: dal 193 al 1905 circa. Gli isolani avvistavano donne volanti, spettri, strane creature mostruose, tutto dovuto alle sostanze psichedeliche che avevano contaminato la farina utilizzata per fare il pane, la cosiddetta segale cornuta. Il magazzino era stato infettato da Claviceps purpurea, il comune ergot, fungo dai potenti effetti allucinogeni dovuti alla presenza di alcaloidi psicoattivi tra cui l'acido lisergico, che è l'ingrediente base dell'LSD.

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