Keybox, cosa sono e perché sono diventate il simbolo dell’overtourism a Milano e Firenze
Lo scorso 12 novembre la sindaca di Firenze, Sara Funaro, ha annunciato che dal 2025 in città sarà vietato installare le keybox (o lock box) all'ingresso dei palazzi del centro storico, ufficialmente area Unesco. Queste piccole cassette contengono le chiavi degli appartamenti destinati a clienti di Airbnb, Booking o altre piattaforme per gli affitti brevi a scopi turistici. La decisione di Funaro arriva dopo che alcuni attivisti dell'associazione Salviamo Firenze avevano attaccato sopra le cassette dei nastri adesivi rosso a X con la scritta "Salviamo Firenze x Viverci". L'associazione è una delle più attive in città impegnata nella lotta all'overtourism, il turismo di massa che sta danneggiando le grandi città italiane, rendendole impossibili da abitare. Le keybox a Firenze, ma anche a Roma, Milano e Napoli, sono ormai ovunque e per questo sono diventate il simbolo della lotta a un tipo di turismo non più sostenibile per le persone e per l'ambiente. Ma come funzionano le keybox e perché contribuiscono al diffondersi del problema?
Come funzionano le keybox per il check-in automatico
Le cassette delle chiavi sono diventate una soluzione efficace per tutti quei proprietari di affitti brevi che vogliono velocizzare le procedure per il check in. Le keybox, infatti, si aprono grazie a un codice condiviso con l'ospite tramite l'applicazione. Il problema, però, è che pur di renderle visibili agli occhi del turista ospite, spesso, se non possono essere installate su un muro o una porta, vengono anche affisse a pali della luce in prossimità dell'appartamento. Le cassette consentono agli affittuari di non dover per forza essere presenti al momento del check in, rendendo possibile gestire e affittare più appartamenti in giro per la città. Quest'ultima circostanza riguarda soprattutto le società a cui i singoli proprietari delegano la gestione di uno o più appartamenti.
Perché le keybox sono simbolo dell'overtourism e di un cambiamento culturale
Dunque il cambiamento che le keybox hanno portato è anche culturale: niente più bed & breakfast dove il proprietario accoglieva e curava la permanenza dell'ospite in struttura, ma uno strumento tecnologico pratico da usare. In realtà questa nuova pratica, accolta positivamente perché permetteva di snellire i tempi del check in, è diventata il simbolo della diffusione sistemica degli affitti brevi. Oggi, infatti, i centri di Firenze, Roma e altre città metropolitane italiane vivono un grande spopolamento, visto che gli appartamenti destinati a un turismo mordi e fuggi.
A questo si aggiunge un'emergenza abitativa sempre più forte, visto che le abitazioni in affitto prezzi accessibili presenti sul mercato sono sempre meno, causando polemiche e proteste. Il punto centrale di questa problematica riguarda il fatto che molti affittuari preferiscano gli affitti brevi a quelli lunghi, magari aperti anche ai tanti studenti che popolano le città. A Firenze, per esempio, l'amministrazione di centro sinistra guidata da Dario Nardella, aveva già vietato l'apertura di ulteriori bed&breakfast in centro, per cercare di frenare lo spopolamento dell'area Unesco e lasciare sul mercato immobiliare le case del centro storico ancora libere.
Le keybox sono state oggetto di protesta anche a Milano dove lo scorso novembre, il comitato Chiediamo Casa ha lanciato l'iniziativa "Questa città non è un albergo" che prima ha mappato tutte le lock box con adesivi presenti in città. Lo scorso martedì 12 novembre il Comune di Milano ha annunciato che vieterà l'affissione delle keybox in città a partire dalla primavera 2025.