Dove si trovano e come visitare le grotte italiane diventate patrimonio Unesco
Tra le missioni principali dell'Unesco c'è anche proteggere e tutelare il patrimonio culturale e naturale, affinché le future generazioni possano godere delle bellezze oggi a nostra disposizione. Questo patrimonio include luoghi unici e preziosi, dislocati in ogni parte del mondo. Si dividono in due categorie. Il patrimonio culturale comprende monumenti, opere architettoniche, siti costruiti dall'uomo, strutture di carattere archeologico, grotte. Fanno invece parte del patrimonio naturale le formazioni fisiche e biologiche, le zone che costituiscono l'habitat di specie animali e vegetali minacciate. Spiccano diversi luoghi italiani, nell'elenco dei siti patrimonio mondiale. Uno è stato aggiunto proprio di recente.
Quali sono i patrimoni mondiali italiani
Da nord a sud, l'Italia è ricca di luoghi incantevoli, che l'Unesco ha deciso di tutelare includendoli nell'elenco dei suoi patrimoni mondiali. Ne fanno parte, ad esempio: i trulli di Alberobello, Castel del Monte, Villa d'Este, le Dolomiti, il centro storico di Napoli, Venezia e la sua Laguna. Nel 2021 sono stati inseriti nella lista i portici di Bologna, mentre la new entry prende la dominazione di: Carsismo nelle Evaporiti e Grotte dell’Appennino Settentrionale.
Quali sono le grotte del patrimonio Unesco
Carsismo e Grotte nelle evaporiti dell'Appennino Settentrionale è il 59esimo luogo italiano inserito nella lista del Patrimonio Mondiale Unesco. Questa area, non particolarmente estesa, è caratterizzata da un'altissima densità di grotte: oltre 900, per un totale di oltre 100 km di grotte in totale. Quelle di gesso sono tra le più profonde esistenti, anche 265 metri sotto la superficie. È il primo e il meglio studiato fenomeno carsico evaporitico al mondo, già dal XVI secolo e racchiude testimonianze preziose sull'evaporazione del Mare Nostrum milioni di anni fa. Le grotte si trovano nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna, nello specifico sono:
- Alta Valle secchia
- Bassa collina reggiana
- Gessi di Zola predosa
- Gessi Bolognesi
- Vena del Gesso Romagnola – M.te Penzola
- Vena del Gesso Romagnola – M.te Casino
- Vena del Gesso Romagnola – M.te Mauro
- Evaporiti di San Leo
- Gessi di Onferno
Quali sono le grotte visitabili
Nel Parco Regionale della Vena del Gesso ci sono oltre 200 grotte: la maggior parte, seppur visitabili, sono consigliate a persone che hanno elevate conoscenze speleologiche e che sono provviste di adeguata attrezzatura. Non mancano le guide, per farsi accompagnare nel percorso. Onferno è un piccolo borgo sulle colline della Valconca, ai confini con il Montefeltro: la relativa grotta è visitabile tutto l'anno, per un numero limitato di persone, con l'accompagnamento di personale qualificato.
Le guide accompagnano i turisti in questa sorta di canyon sotterraneo molto suggestivo e nel percorso è possibile ammirare cristalli di gesso, soffitti e pareti levigati dal calcare: è un paesaggio che cambia anche a seconda della stagione. Il tour dura circa 90 minuti. I Gessi Bolognesi, alle pendici delle colline, sono tra i più importanti: le grotte visitabili sono quelle della Spipola. Qui l'escursione speleologica si sviluppa per circa 700m con un dislivello minimo e quindi è adatto a persone di ogni età e ogni preparazione, ovviamente con abbigliamento adeguato.