Cos’è l’atterraggio precauzionale, un assistente di volo spiega come si gestisce il pericolo in aereo

In volo può succedere di tutto e non è una situazione dove gli imprevisti sono facili da fronteggiare, trovandosi a decine di migliaia di metri di altezza. Ecco perché servono calma e sangue freddo per lavorare a bordo. I passeggeri maleducati sono solo una delle esperienze traumatiche che un assistente di volo colleziona nella sua carriera: relazionarsi con loro è difficile e può sfociare in situazioni davvero molto spiacevoli, persino pericolose. È uno degli episodi che ci ha raccontato un assistente di volo: Carlo lavora su una compagnia che fa voli a medio raggio, ma in passato ha lavorato anche su voli a lungo raggio. A Fanpage.it a confidato alcune personali esperienze di questi ultimi anni.
Seguite dei corsi per fronteggiare le situazioni di crisi?
Noi abbiamo un percorso di formazione iniziale che ovviamente prevede diverse fasi che vanno dai test inglesi alle prove di primo soccorso, dalle prove di nuoto alla gestione dell'emergenza. Questo viene fatto nel momento in cui vieni assunto e ogni anno anno abbiamo un corso di aggiornamento che sostanzialmente serve a fare un refresh di tutte le procedure ivi comprese quelle di emergenza, per esempio come si evacuano i passeggeri o cosa fare in caso d'incendio. Dal punto di vista della paura del volo, c'è molta gente che ha paura di volare. Quello che noi possiamo fare umanamente è dare una mano, è una cortesia che facciamo sempre nel momento in cui ci dicono di avere paura. Se la situazione è grave e qualcuno ci fa capire che ha paura seriamente, allora magari lo facciamo sedere in una zona dell'aereo più tranquilla. L'aereo comunque è un ambiente stra-ordinario all'essere umano.
Cosa si fa se un passeggero diventa pericoloso per la sicurezza a bordo?
Quando ci sono problemi più gravi o potenzialmente più gravi, pericolosi per la sicurezza delle vite umane a bordo, lì noi abbiamo a monte dei comandi che vengono effettuati dalla cabina di pilotaggio per farci capire che potenzialmente c'è qualcosa che non va. Sono codici sconosciuti ai passeggeri: con questo noi capiamo che dobbiamo attrezzarci. Se un passeggero diventa pericoloso proprio dal punto di vista della sicurezza, nel senso che vuole aggredire gli altri o diventa molesto, sulle compagnie del lungo raggio ci sono kit con delle fascette che permettono in casi estremi, qualora non si potesse atterrare subito, di bloccare la persona. Però questo è proprio il caso più estremo. Nella stragrande maggioranza dei casi, per questioni di dignità umana o comunque di sicurezza reciproca, si tende a preferire sempre la soluzione dell'atterraggio precauzionale. Se c'è un passeggero che dà di matto sostanzialmente il comandante, dopo svariate comunicazioni da parte nostra, può decidere di atterrare. L'atterraggio precauzionale è diverso da quello di emergenza, perché l'atterraggio d'emergenza è un codice rosso e avviene sempre quando c'è il pericolo di vite umana: è un warning. Negli anni la soglia di sicurezza da questo punto di vista si è allargata tantissimo. Prima le risse a bordo erano molto più frequenti. Sedici anni fa quando ho iniziato a volare non c'erano gli smartphone e quindi non c'era neanche l'aspetto positivo: tutti quanti in condizioni di pericolo abbiamo una telecamera sotto sotto mano, puoi essere ripreso.
Tu personalmente hai mai assistito a una rissa in volo?
Su una delle mie prime compagnie ho assistito a persone che si picchiavano perché uno spingeva il sedile. In quel caso tu devi metterti in mezzo e cercare di sedare. Nei corsi di formazione facciamo anche delle piccole manovre di autodifesa: qualora uno cercasse di strangolarti, ti spiegano come devi fare per bloccarlo, perché tu hai l'autorità per farlo se vieni minacciato a bordo e a porte chiuse. La decisione finale spetta sempre al comandante: di fatto è un pubblico ufficiale che può decidere qualunque cosa nella legalità e avendo come fine quello della sicurezza.
Qual è il passeggero peggiore che non ci si augura di incontrare quando si è in volo?
Il passeggero peggiore è quello che non capisce che anche se paga di più per sedersi nei posti davanti, non c'è alcun obbligo che la sua valigia resti sopra la sua testa. C'è chi si altera a tal punto da doverlo sbarcare. La maggior parte delle situazioni di frizione avvengono quando c'è un bagaglio che non viene messo dove vorrebbero loro. Pensano di avere tutto lo spazio a disposizione, solo perché i posti davanti costano molto di più. Senza esagerare succede nel 90% dei casi. La cosa più strana invece sono i voli delle tifoserie organizzate dove veramente per sedare i passeggeri devi fare un po' il sergente.
Qual è il volo più difficile che ricordi?
La cosa più particolare forse è stato il volo deportati. L'Italia a volte paga le compagnie per riportarli in patria. Sono super controllati e sono seduti senza manette per questioni di sicurezza, perché se succede qualcosa devono potersi liberare. Una volta feci un volo da Fiumicino a Lagos: a bordo c'erano solo poliziotti e un detenuto. Era un'operazione dell'Unione Europea con a bordo anche gli osservatori dell'ONU. Quella è gente che sa benissimo che quando arriva nel proprio Paese va a morire, quindi prima di scendere fanno di tutto: se la fanno addosso, provano a tagliarsi.