Cambiano le regole per viaggiare in Cina: quanto tempo si può rimanere nel paese senza visto
Avete in programma un viaggio in Cina nei prossimi mesi? Sarete lieti di sapere che ci sono stati dei grandi e importanti cambiamenti nella politica di transito senza visto. Se fino a qualche tempo fa era necessario munirsi dei documenti per accedere al paese prima ancora di partire, cosa che costringeva i turisti ad affrontare file infinite alle Ambasciate o ai Consolati, ora il governo locale ha rivoluzionato le regole, rendendo molto più semplice la vita dei viaggiatori internazionali. Qual è il motivo nascosto dietro queste novità?
Il provvedimento per visitare la Cina senza visto
L'Amministrazione statale cinese per l'immigrazione ha annunciato che il Paese ha esteso il periodo di sosta senza visto a 240 ore, ovvero 10 giorni. Il provvedimento ha effetto immediato per i cittadini di oltre 50 paesi (Stati Uniti compresi). I turisti che hanno intenzione di organizzare un viaggio nel paese orientale, dunque, non dovranno più munirsi dei documenti prima di partire, a meno che la vacanza non duri oltre 10 giorni. In precedenza, invece, esistevano due diverse tipologie di visto: il primo era da 72 ore (3 giorni), il secondo da 144 ore (6 giorni), e dovevano essere richieste all'Ambasciata di competenza a seconda della destinazione scelta.
Perché la Cina non vuole più chiedere il visto
Il motivo per cui la Cina ha triplicato il tempo concesso ai visitatori senza visto? Si tratta di una strategia di marketing ben precisa, utile ad andare incontro ai turisti che trovano troppo complicato e opprimente la trafila burocratica necessaria per la richiesta del documento. L'obiettivo è riportare il settore travel ai grandi fasti del pre-pandemia. Cosa viene concesso ai viaggiatori? Possono entrare attraverso uno qualsiasi dei 60 porti di 24 province, regioni e municipalità previste dalla legge, rimanendo all'interno di quelle aree per 10 giorni senza alcun tipo di certificazione. Tra le città più visitate ci sono Pechino, Shanghai, Chengdu e Guangzhou, mentre per aree come il Tibet e lo Xinjiang è necessario ancora un permesso aggiuntivo per accedervi.