Arriva a Napoli il primo bar senza etichette
"Bere bene può prescindere dal brand?", è questa la domanda dietro la creazione del primo bar senza etichette a Napoli. Si tratta di un nuovo modo di concepire il cocktail bar, dove il bancone torna ad essere al centro del progetto come luogo di incontro e di scambio. Il nuovo locale si chiama Raimondo Spirito artigiano e promette di rivoluzionare il mondo dei locali.
In stile Korova Milk Bar, il bar del film Arancia meccanica di Stanley Kubrick, nel nuovo locale senza etichette di Napoli non si serve "latte rinforzato" ma prodotti selezionati con cura, “svestiti dalle etichette, affinché si evinca solo il contenuto – spiega Alberto Ferraro, bartender a capo del progetto – che, troppo spesso, viene offuscato dalla potenza del brand. Acquistiamo e selezioniamo prodotti reperibili sul mercato, che rispondono alle nostre esigenze in termini concettuali e commerciali; conservando chiaramente tracciabilità e accise, versiamo i suddetti prodotti in bottiglie trasparenti etichettandole con il gusto (liquori) e/o le categorie (whisky, Mezcal, etc)".
L'obiettivo del progetto è stimolare di nuovo il cliente ad interagire con il bar. Ed è per questo che si è scelto di valorizzare un piccolo spazio del centro storico di Napoli, da anni abbandonato e utilizzato come deposito, creando una sorta di scatola cubica, 6 metri per 6 metri e alta 4 metri circa, che si fa notare per un ambiente luminoso e attraente. Sono solo quattro gli elementi utilizzati all'interno di Raimondo Spirito artigiano, legno, cemento, vetro e acciaio, che creano un luogo essenziale in cui il cliente è il protagonista, con i suoi gusti e le sue scelte, minimamente influenzati da brand ed etichette.
Il nuovo bar pone il gusto al centro del suo concept. "Puntiamo a creare e innovare mantenendo saldi i principi di gusto e semplicità", continua Alberto Ferraro, che contribuisce con il suo know how, insieme ai creatori del progetto Valentina Infantozzi e Roberto Tranchese, a dare vita a uno spazio originale e assolutamente nuovo nel panorama partenopeo, dove per i gin si utilizzano tecniche di infusione, come la macerazione e le cotture sotto vuoto, e agli altri distillati più complessi, come whisky e tequila, viene dato nuovo appeal al fine di ottenere un brand in continua evoluzione.