Anche Saint Tropez chiede ai turisti di non andarci: “Non venite in estate”
È allarme overtourism anche in Costa Azzurra, a Saint Tropez. La pittoresca cittadina è diventata una delle mete preferite dei turisti, che la prendono letteralmente d'assalto d'estate, trasformandola da destinazione tranquilla in luogo caotico poco gradevole, per una vacanza di relax. Questa è la condanna che stanno subendo tante mete turistiche, che negli anni hanno visto crescere in modo esponenziale gli arrivi, fino al punto di non poterli più gestire in modo ottimale. Vale per Santorini, ormai soprannominata Instagram Island, vale per Capri, capitale degli influencer a caccia di selfie. Saint Tropez, stanca della situazione, ha deciso di dire basta.
L'invito di Saint Tropez ai turisti
Saint Tropez oggi è una delle mete estive più affollate del Mediterraneo. Il turismo è certamente positivo, è un valore aggiunto, un riconoscimento, ma quando raggiunge gli eccessi dell'overtourism diventa un'esperienza negativa, per i turisti stessi e per i cittadini del posto. La sfida delle destinazioni super gettonate è quella di fare in modo che gli effetti del sovraturismo non si riversino sull'ambiente (perché il pericolo è deturpare il paesaggio, minacciarne gli ecosistemi), ma anche che non trasformino la vita sul posto in un incubo.
St-Tropez ha preso una drastica decisione: incoraggia i turisti a stare alla larga dal villaggio durante l'alta stagione. Viceversa, sta promuovendo il turismo fuori stagione. "Non venite in estate, venite in primavera" è l'invito del sindaco Sylvie Siri a Rachele Senesi della BBC. Il progetto punta a restituire al borgo la sua tranquillità, di cui ormai non c'è più traccia, essendo popolata di influencer a caccia di party sugli yacht, feste in spiaggia e dj-set. Si parla di oltre 80.000 visitatori al giorno tra luglio e agosto che si riversano nel borgo di 4.000 persone. Questi eccessi diventano controproducenti, la fama stessa del posto finisce col risentirne a lungo termine.
Le sfide di St-Tropez
Il sindaco sta cercando di attrarre turisti tutto l'anno, non solo in estate e non solo celebrità a caccia di lusso. Parallelamente, va assicurato alla gente del posto un ritmo sostenibile, non una quotidianità stravolta. Per questo, per esempio, è stato studiato un calendario di eventi spalmato durante l'arco di 12 mesi, non concentrato solo tra luglio e agosto (Les Voiles de St-Tropez di settembre, La Grande Braderie a ottobre, la Marathon du Golfe da marzo, lo storico festival Bravades a maggio e molti eventi gastronomici).
Al tempo stesso, si vuole incoraggiare gli hotel a rimanere aperti tutto l'anno. Ad oggi molti non lo fanno, preferiscono gestire aperture stagionali mirate. La BBC ha raccolto diverse testimonianze sul posto, come quella della guida turistica Frédérique Chagnon-Lecomte:
Se venite in estate vedrete il sole, i ristoranti, i beach club, ma questo è tutto. Non odiamo l'alta stagione perché ci permette di sopravvivere, ma è importante capire che è solo una parte del quadro di St-Tropez. Siamo felici durante l'estate quando è affollata, ma amiamo anche l'inverno quando possiamo riavere il nostro villaggio.