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Opinioni

Victoria’s Secret porta la cellulite in passerella ma è tardi per lo show (apparentemente) inclusivo

Belle, magre, col sorriso smagliante: insomma perfette. Così sono state presentate per anni le modelle di Victoria’s Secret. Le vedevamo in passerella e riuscivamo solo a pensare a quanto fossero irraggiungibili. Quello sembrava l’unico modo giusto di essere, l’unico mostrato. Poi si è fatta avanti l’esigenza di una rappresentazione più realistica dei corpi, in cui potersi riconoscere. Il brand a quel punto, criticato per i suoi stereotipi, ha provato ad adeguarsi almeno in apparenza.
A cura di Giusy Dente
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Ashley Graham
Ashley Graham

Le aspettative sul corpo delle donne sono talmente elevate da imporre una costante corsa verso quel tanto agognato corpo magro, visto come l'unico modo per essere accettati, per essere visti, per avere successo, persino per essere amati. La moda, con le sue passerelle popolate esclusivamente da modelle magrissime, ha contribuito a creare questo immaginario: gli Angeli di Victoria's Secret in primis, tutti uguali nei loro body taglia 38. Ma guardarli oggi, alla luce di una narrazione che si è fatta più seria in fatto di inclusività, fa lo stesso effetto?

La crisi della perfezione tossica

Negli ultimi 40 anni la moda, col contributo di pubblicità, tv e infine social, ha proposto varie immagini di perfezione, costruendo i suoi stereotipi di bellezza. C'è stata l'era delle supermodelle alte e slanciate (Naomi Campbell su tutte), poi sono arrivate le waif super magre e pallide (come Kate Moss), i fisici atletici e abbronzatissimi (alla Gisele Bundchen) fino alla rivincita delle curvy (Ashley Graham in prima fila). Proprio in ragione di questo cambiamento, Victoria's Secret a un certo punto della sua gloriosa storia è apparso qualcosa di intollerabilmente distante dalla società che nel frattempo si stava formando. Basti pensare che il Victoria's Secret Fashion Show del 2001 (la prima edizione televisiva) fu guardata da 12 milioni di spettatori e le cifre sono state queste per circa un decennio, fino alla grande crisi del 2018 con poco più di 3 milioni di spettatori. Questo perché nel frattempo si è cominciato a parlare di inclusività, di rappresentazione realistica del corpo femminile, di ideali malsani e nocivi per la salute che non si era più disposti a tollerare. Ed ecco che a quel punto guardare quelle modelle perfette, significava parlare di tossicità tutt'altro che angelica.

Gigi Hadid
Gigi Hadid

La corsa all'inclusività (di facciata)

Mentre il mondo cominciava a cambiare, il brand si è dimostrato ancorato ai suoi modelli e questo ha decretato il suo crollo. Tutto inizia con la campagna "Perfect Body", criticata al punto da innescare una raccolta firme contro quel servizio fotografico che includeva solo modelle magrissime. Nel 2015 Karlie Kloss lascia l'azienda affermando di non riconoscersi più in quei valori e di non voler più prestare il suo corpo alla veicolazione di messaggi pericolosi per le giovani donne. Un'altra modella, Robyn Lawley, nel 2018 guida un boicottaggio del marchio, accusato di continuare a dare una rappresentazione poco inclusiva. Quello stesso anno Ed Razek, allora direttore marketing della società madre di Victoria's Secret, la L Brands, dichiara a Vogue di non volere modelle transgender negli show, salvo poi (sulla scia di infinite critiche) scusarsi e dimettersi. Arriviamo così ai giorni nostri e al rebranding che il marchio tenta di attuare per salvare la propria immagine e a dirla tutta, le sue finanze. Gli iconici Angeli diventano il VS Collective, un gruppo inizialmente composto da sette ambassador scelte per abbracciare la diversità, tra cui la modella transgender Valentina Sampaio, la calciatrice dichiaratamente lesbica Megan Rapinoe, la modella curvy Paloma Elsesser e l'attrice over 40 Priyanka Chopra. Alcune di loro le abbiamo viste anche nel Fashion Show 2024, che infatti mesi fa è stato annunciato così: "Offrirà esattamente ciò che i nostri clienti hanno chiesto: glamour, passerella, moda, divertimento, ali, intrattenimento, il tutto attraverso una lente potente e moderna che riflette chi siamo oggi". Ma Victoria's Secret sa davvero chi sono le donne oggi?

Bella Hadid
Bella Hadid

Il mondo cambia, la moda meno

L’autunno è la stagione della nostalgia, perfetta per riproporre a distanza di sei anni il Victoria's Secret Fashion Show. La sfilata è stata una trovata commerciale in piena regola: per la prima volta in passerella c'erano unicamente prodotti realmente in commercio e già acquistabili, mentre in passato si vedevano anche capi creati ad hoc per l’occasione, non destinati alla vendita. Ma certe cose hanno senso solo in un determinato tempo e in un dato contesto: oggi uno spettacolo così può realmente avere ragione di esistere? Il brand ha cercato di adeguarsi alle aspettative del pubblico, si è ripromesso di rispecchiare maggiormente le donne di oggi, di andare incontro al loro bisogno di vedersi realmente rappresentate. In questo modo, però, si è creata solo una spaccatura: i nostalgici non hanno visto sul piccolo schermo ciò a cui erano abituati e le donne che chiedevano al marchio più apertura, sono comunque rimaste deluse dalla poca sostanza, da questa inclusività di facciata.

Paloma Elsesser
Paloma Elsesser

"Vogliamo i vecchi iconici show degli anni 2000" ha scritto qualcuno sui social. E in effetti, a quei tempi sarebbe stato impensabile mettere in passerella le gambe tutt’altro che snelle e toniche di Ashley Graham, che lei ha mostrato fiera calcando la scena in body. È la paladina di questa battaglia, se il settore prova a evolversi è anche grazie a lei, la prima ad averci creduto tentando di innescare un cambiamento, lontano dal concretizzarsi in modo serio. Lo dimostra la riduzione di modelle curvy alle Fashion Week. E al Victoria Secret Show lo dimostra che ad aprire lo show sia stata comunque Gigi Hadid. Inoltre è tornata in passerella la veterana Adriana Lima, su cui si è pesantemente abbattuta l’ombra dell’Ozempic visto il drastico dimagrimento ottenuto in pochi mesi, forse proprio per poter essere inclusa nello show. Negli ultimi due anni la modella è finita nel mirino degli haters, a cui non è sfuggito il cambiamento fisico post gravidanza. Era apparsa diversa agli ultimi eventi, una trasformazione fisiologica e naturale su cui si era aperta, spiegando le comprensibili difficoltà nell'amare e accettare quel corpo. Ma sarebbe stato un bellissimo messaggio vederla sfilare esattamente così, bellissima nella sua autenticità.

Devyn Garcia
Devyn Garcia

E c'erano Candice Swanepoel, Jasmine Tookes, Vika Evseeva, Xu Wei, Vittoria Ceretti: insomma, la grande maggioranza delle modelle era quella di sempre, quelle che incarnano l'antico stereotipo, l'antica equazione. Ecco perché quell'inclusività sbandierata, da parte di un brand che ha fatto delle diete estreme imposte alle modelle un cavallo di battaglia, non può ottenere i risultati sperati. Non basta far sfilare Ashley Graham per lavarsi la coscienza e mostrarsi all'apparenza allineati con la realtà. Ecco perché guardare lo spettacolo oggi fa un effetto diverso: è la finestra su un mondo patinato di cui si conosce bene il retroscena, di cui si conoscono i danni che ha provocato. Victoria's Secret, così come gran parte della moda attuale, non ha intenzione di portare avanti il cambiamento, di sradicare certi stereotipi, nonostante a entrare nei negozi siano anche quelle taglie 46 che finché parlano di body positive sui social fanno simpatia, ma se poi vogliono mettere il piede in passerella non piacciono più.

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Giornalista dal 2018, laureata in Lettere ed Editoria e Scrittura, consegue al termine degli studi universitari il master in Critica giornalistica presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio d'Amico di Roma. Qui, oltre a portare avanti la formazione accademica e a fare esperienze di redazione, coltiva la passione per la radiofonia, collaborando con emittenti web e seguendo corsi di dizione e conduzione. Attualmente a Milano scrive per Fanpage.it, nell'area Stile e Trend, occupandosi prevalentemente di storie e interviste, questioni di genere, storie di donne.
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