Veronica Yoko Plebani, dalle Paralimpiadi alla copertina di Vogue: “La bellezza è complessità”
"Non so descrivere quanto sono onorata": così Veronica Yoko Plebani ha condiviso la copertina di Vogue che la vede protagonista sul numero di gennaio del magazine, fotografata da Cho Gi-Seok. L'atleta paralimpica è reduce da una medaglia di bronzo ai Giochi di Tokyo 2020 nel triathlon: ma è solo l'ultima di molte vittorie, tutte conquistate dopo una meningite fulminante che l'ha messa in pericolo di vita, 10 anni fa . La sua presenza in copertina non è solo un onore, non è solo un sogno che si realizza: è qualcosa di più. "Spero di rappresentare la mia comunità in una fase così importante. Auguro a tutti voi più fiducia per quest'anno, lasciate che la magia accada" ha scritto entusiasta su Instagram la 25enne.
Veronica Yoko Plebani, innato amore per lo sport
Figlia di padre maratoneta, sin da piccola Veronica ha dimostrato una forte propensione per lo sport, in diverse forme: l'atletica, la danza, lo snowbord, la ginnastica. A 15 anni una meningite fulminante batterica ha messo a rischio la sua vita: le ha causato la perdita delle falangi delle mani e delle dita dei piedi, ma appena fuori dall'ospedale si è subito cimentata con la Maratona di New York. E da quel momento in poi non ha più smesso di lavorare sodo, dandosi alla pratica sportiva agonistica di snowboard e canoa. Dal 2011 a oggi è stato un crescendo di tornei, sia nazionali che internazionali e riconoscimenti, culminati con un bronzo a Tokyo, la sua terza partecipazione ai Giochi paralimpici.
Il corpo come strumento, non come limite
Veronica non ha mai odiato il suo corpo: "Ho sempre pensato al mio corpo come a uno strumento per fare cose, non come a un limite. Anzi, le cose più straordinarie le ho fatte dopo che il mio corpo ha subito questa trasformazione" ha detto nell'intervista. Essere in copertina e lasciarsi fotografare è stato omaggiare quel corpo che non ha mai ceduto alla parola ‘impossibile‘. Il suo coraggio e la sua forza derivano proprio dall'amore verso se stessa, dalla voglia di superare quei limiti e dal desiderio di andare oltre gli stereotipi: "Si pensa sempre che ci voglia un gran coraggio nel mostrarsi quando si ha un corpo non conforme, invece per me è normale".
Veronica celebra la bellezza della diversità
Certi canoni si stanno superando, nel mondo della moda come nelle pubblicità, nei social così come nello sport: ci si sta aprendo con sensibilità all'inclusione della diversità, di tutto quello che è fuori da modelli tradizionali imposti. Veronica la bellezza della diversità la porta nelle cicatrici che ha su quel corpo ‘non conforme' che ama e la porta anche nel suo secondo nome. Yoko infatti ha molti significati diversi a seconda delle interpretazioni e lei si sente proprio così: "Un organismo in continua trasformazione". Il servizio fotografico è stato realizzato in ambientazioni naturali e richiama elementi come gli astri, i fiori, la vegetazione. In fondo la diversità fa parte della natura, che con le sue bellezze ci insegna una cosa: "La bellezza è complessità. I fiori sono tutti diversi l’uno dall’altro ma nessuno dice mai che quelli diversi non sono adatti, non sono belli o non dovrebbero avere uno spazio nel mondo".