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Venticinque anni fa moriva Gianni Versace, ma oggi il suo mito è più vivo che mai

Il 15 luglio 1997 Gianni Versace veniva assassinato nella sua villa a Miami. Venticinque anni dopo il suo mito resiste e il mondo della moda continua a rendergli omaggio.
A cura di Beatrice Manca
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Il 15 luglio del 1997 rimase con il fiato sospeso per le notizie che arrivavano da Miami: lo stilista Gianni Versace, all'apice del successo internazionale, era stato ucciso a colpi di pistola sulle scale della sua faraonica villa. L'autore dell'omicidio, Andrew Cunanan, sarebbe morto suicida qualche giorno dopo, lasciando il movente dell'omicidio avvolto nel mistero. Il mondo della moda, e non solo, rimase sotto shock: Gianni Versace aveva costruito un impero con i suoi abiti barocchi e sensuali, aveva un'azienda in piena crescita e vestiva star del cinema e principesse. Come aveva potuto finire tutto così rapidamente, senza un motivo? Sono passati venticinque anni dal quel giorno e nessuno ha ancora trovato una risposta. Ma la morte di Gianni Versace non ha intaccato il suo fascino, anzi: oggi il suo mito è più vivo che mai e continua a scrivere la storia contemporanea della moda.

Gianni Versace con le modelle nel 1989
Gianni Versace con le modelle nel 1989

L'impero di Gianni Versace, da lady Diana a Naomi Campbell

L'ascesa di Gianni Versace – prima a Milano, poi nel resto del mondo – coincideva con la nascita della capitale della moda. Una generazione di nuovi designer esportava il gusto italiano nel mondo, rivaleggiando equamente con Parigi: i Missoni, Fiorucci, Giorgio Armani, Krizia. La sua morte fu un terremoto in un mondo che fino a quel momento galoppava rampante. Al suo funerale era presente anche lady Diana, amica e cliente: fu proprio Versace a ‘vestire' la sua rinascita dopo l'addio ai reali. Fu una delle ultime apparizioni pubbliche della principessa prima del fatale incidente a Parigi.

Gianni Versace con le sue modelle
Gianni Versace con le sue modelle

L'eredità di quel periodo è stata raccolta con successo dalla sorella Donatella, che ha continuato il suo discorso stilistico, vestendo una donna sensuale, sicura di sé e consapevole. La donna Versace era – ed è – una Medusa: una creatura mitologica che lascia di sasso al primo sguardo. Gli archetipi del lavoro di Gianni Versace rimangono ancora le cifre stilistiche della Maison, superando la prova del tempo: l'influenza della Magna Grecia che si fonde con l'oro barocco, le camicie in seta, le linee sinuose, gli accenni neanche troppo velati al bondage tra cinghie e corsetti.

Gianni Versace nel 1991
Gianni Versace nel 1991

Gianni Versace cambiò il settore sotto molteplici aspetti. Lanciò un nuovo modo di raccontare la moda, attraverso star e celebrità. Radunò intorno a sé le modelle più quotate del periodo e le rese delle rockstar: Naomi Campbell, Cindy Crawford, Carla Bruni, Helena Christensen, Claudia Schiffer. Indimenticabile la collezione tributo del 2017, con le top model di nuovo riunite.

La collezione tributo a Gianni Versace: Carla Bruni, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Cindy Crawford e Helena Christensen
La collezione tributo a Gianni Versace: Carla Bruni, Claudia Schiffer, Naomi Campbell, Cindy Crawford e Helena Christensen

Perché oggi Gianni Versace fa ancora tendenza

I semi del lavoro di Gianni Versace continuano a germogliare ancora oggi: non stupisce che gli abiti disegnati da lui siano ancora protagonisti dei red carpet. Solo per fare un paio di esempi: Chiara Ferragni ha indossato un Gianni Versace originale al Met Gala di New York, Bella Hadid ha fatto lo stesso a Cannes e Kaia Gerber ha ‘rubato' l'abito bondage che la madre Cindy Crawford aveva indossato nel 1992.

Bella Hadid in un abito vintage di Versace
Bella Hadid in un abito vintage di Versace

È vero: la moda vive una fase di profonda nostalgia e le star sfoggiano sempre più spesso capi vintage. Ma nel caso di Gianni Versace non si tratta di un semplice omaggio: gli abiti dello stilista sono ancora pulsanti di vita, contemporanei e attuali. Da artista del tessuto inventò un nuovo stile fuori dal tempo, in grado di sopravvivergli e di resistere allo scorrere delle mode. Come i marmi greci, come gli stucchi barocchi, come le ninfe dei dipinti a cui si ispirava. Consapevole che forse proprio l'arte è l'unica strada che conosciamo per l'immortalità.

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