Valentino sfila a Parigi e ribalta gli stereotipi di genere: la cravatta diventa simbolo di libertà
Il titolo della sfilata era evocativo: Black Tie. Ci si aspettava un riferimento ai dress code delle grandi occasioni, quando è obbligatorio l'abito scuro. E invece lo stilista Pierpaolo Piccioli aveva preso l'espressione alla lettera e parlava esattamente della cravatta nera, protagonista della collezione ready to wear di Valentino Autunno/Inverno 2023-24. All'hôtel Salomon de Rothschild di Parigi va in scena una sfilata co-ed che gioca con i simboli e con i codici, spostando il confine di ciò che è maschile e femminile. In prima fila ad applaudire c'era anche Valentino Garavani, seduto accanto a star come Florence Pugh, Brooklyn Beckham e Matteo Paolillo, la star della serie Mare Fuori.
La collezione Autunno/Inverno 2023-24 di Valentino
Se lo scorso autunno siamo stati travolti da un'onda fucsia – anzi, PPPink – e quest'estate ci innamoreremo del logo, per il prossimo inverno Valentino suggerisce una nuova ossessione: la cravatta nera. Un accessorio praticamente scomparso dai cassetti dei più giovani (quanti oggi indossano l'abito per andare al lavoro?) ma carico di significati simbolici: è il simbolo del potere, precisamente del potere maschile, quello molto maschio, bianco ed etero. La cravatta fa parte della ritualità dell'abbigliamento, dell'eleganza codificata delle grande occasioni: la laurea, il matrimonio, le cerimonie, le scrivanie e gli uffici del potere, i consigli d'amministrazione.
Le donne la indossano, sì, ma sempre come vezzo, come piccola trasgressione, come accessorio ‘maschile' in completi tre pezzi. Valentino invece libera la cravatta dal retaggio culturale che si porta dietro: non diventa femminile, diventa semplicemente un accessorio. Per tutti, per tutto. Si indossa ancora sulle camicie inamidate, ma anche sui body, sulle minigonne scintillanti, sull'abito da sera di paillettes.
La cravatta diventa parte integrante di minidress scintillanti o accessorio a contrasto su bluse romantiche e trasparenti e abiti di piume. La palette è dominata dal bianco e dal nero, ma si illumina con pennellate di verde salvia e verde bottiglia, per poi passare al rosa – più morbido rispetto all'ormai iconico fucsia – e all'argento. Torna in grande spolvero il rosso Valentino, protagonista di memorabili look monocromatici e di minidress coperti di fiocchi. Sarà stato felice lo stilista Valentino Garavani, seduto in prima fila ad osservare il lavoro del suo successore.
La collezione non è una celebrazione delle rigide regole dell'abbigliamento maschile, al contrario diventa una celebrazione festosa dell'individualità tra esplosioni di colore, pattern geometrici, piercing al viso, piume vezzose e anfibi punk. Forse proprio dal punk Piccioli interpreta lo spirito anarchico che spinge ognuno di noi a uscire dalle gabbie della società e trovare il proprio spazio. Che cos'è la moda non se lo spirito di tempi da indossare?