Una nuova ondata di stilisti alla Milano Fashion Week: il futuro della moda è politico
La Milano Fashion Week è arrivata alla sua conclusione: dopo la giornata di lunedì 26 settembre, dedicata agli show digitali, il testimone passa a Parigi. Sul palco della moda italiana è ora di tirare le somme: anche se le sfilate di Versace, Gucci e Prada hanno attirato l'attenzione della stampa internazionale, le idee più interessanti e innovative arrivano dai nomi meno conosciuti del calendario. Designer emergenti e brand indipendenti hanno lasciato il segno per la capacità di guardare oltre e di non farsi imprigionare in facili cliché. Ecco i nomi di cui sentiremo parlare in futuro.
La rivoluzione di Glenn Martens nella sfilata Diesel
La Settimana della Moda Primavera/Estate 2023 si colloca in un momento storico preciso: la pandemia è definitivamente alle spalle, ma l'ottimismo per il futuro è segnato dal conflitto russo-ucraino sullo sfondo e dalla crisi energetica. Quindi? Alcuni stilisti, come Giorgio Armani, hanno cercato rifugio in abiti pensati per essere "rassicuranti", come li ha definiti lo stesso designer. Altri, come Versace, hanno dato libero sfogo all'inquietudine con una sfilata dark che strizza l'occhio alla ribellione del punk e al gotico. Altri ancora hanno deciso di percorrere strade diverse, come Diesel, che ha voluto aprire le porte della sfilata a dipendenti, studenti e appassionati con una decisione rivoluzionaria. Il marchio disegnato da Glenn Martens rilegge l'estetica degli anni Duemila senza nostalgia, adattandola all'epoca di TikTok: denim che si trasforma in abiti fascianti e top lingerie in modi inaspettati, stivali coccodrillo, linee oversize o micro. Il corpo è al centro, perché il corpo è politico: a ribadire il messaggio ci pensa una gigantesca scultura di corpi avvinghiati al centro della passerella.
La moda estrema di AC9
Le trasparenze sono una delle tendenze più forti emerse dalla Milano Fashion Week: un manifesto di rivendicazione del proprio corpo, libero dagli sguardi altrui. Anche Alfredo Cortese, designer del brand AC9, riscrive il rapporto tra abito e corpo, coprendolo e scoprendolo in modi inaspettati. I capi, fluidi e quasi genderless, scivolano via o esasperano le silhouette con code a sirena, spalle strutturate e top "acuminati" come frecce. Pizzo e trasparenze aggiungono un tocco di sensualità all'estetica dark della sfilata. La collezione si chiama Stereotipi, tutti sapientemente abbattuti.
Lo sportswear di Onitsuka Tiger è chic
Colore, colore e ancora colore. I look monocromatici dominano le tendenze della prossima estate. Onitsuka Tiger trasforma capi sportivi in creazioni super chic grazie alla forza evocativa del colore: la sfilata estiva è in perfetto equilibrio tra sportswear e raffinatezza, minimalismo e energia pop. Bomber, canotte, shorts e sneakers si indossano con cappe e soprabiti pensati per la città. Andrea Pompilio ha saputo portare lo spirito nipponico del brand a Milano, senza scordarsi la lezione glamour di Prada e Saint Laurent, dove lavorava prima di assumere la direzione creativa del brand.
La sfilata politica di Act N°1 alla Milano Fashion Wek
Colore anche sulla passerella di Act N°1 che, con il supporto di Valentino, crea abiti ispirati alla tradizione cinese, che giocano con volumi e applicazioni. I fondatori, Galib Gassanoff e Luca Lin, hanno prestato massima attenzione alla diversità, facendo sfilare modelle con l'hijab e protesi. La moda può e deve essere politica, dando voce a chi non si sente rappresentato.
Tra i designer che più di tutti hanno saputo intercettare le tendenze del momento c'è Nicola Brognano di Blumarine: due anni fa mandò in passerella una serie di abiti rosa, mini e iper femminili, dichiaratamente ispirati alle dive del pop di MTV come Britney Spears. Quell'universo "girly" ha fatto tendenza, anticipando il Barbiecore che impazza da mesi. Quest'anno Blumarine si lascia alle spalle l'adolescenza e manda in passerella donne più adulte, inquiete e misteriose come sirene emerse dagli abissi: un altro successo annunciato.
Colore e futuro: le sfilate di Sunnei e Marco Rambaldi
Non proprio emergente, ma sicuramente sempre originale: Sunnei ancora una volta ha stupito il pubblico presentando la (coloratissima) collezione estiva in modo inconsueto. Le modelle infatti erano sedute tra il pubblico, ignaro di tutto fino a quando non si sono alzate per raggiungere la passerella, per poi ripartire da una porta girevole. Marco Rambaldi invece guarda al futuro, con gli smartphone in passerella. I suoi abiti cozy e colorati in maglia sono semplici solo all'apparenza: richiedono ore e ore di lavorazione a mano per ottenere quell'effetto, morbido e "non finito" al tempo stesso.
Anche per Marco Rambaldi al centro di tutto è il corpo, libero da vincoli di peso, età, etnia. Il discorso sulla diversità è stato approfondito più dai piccoli brand, forse, che dai grandi marchi della moda (tra le poche eccezioni è da annoverare Boss). Allo stesso modo, il tema della sostenibilità ambientale, la grande promessa dimenticata della moda, è stato esplorato con assoluta convinzione nelle presentazioni di brand emergenti, dagli abiti firmati Lara Chamandi alle borse Themoirè.
La sfilata "formato famiglia" di Cormio
Assolutamente inedita anche la sfilata di Cormio: la collezione disegnata da Jezabelle Cormio è stata presentata in una villa, arredata come se entrassimo nel salotto dei nostri vicini in una domenica pomeriggio qualunque. Ma la vera rivoluzione è stata la scelta dei modelli che hanno sfilato tenendo i figli per mano. Una riflessione sul concetto di famiglia e sul diritto a diventare madri nei modi e nei tempi che ognuno desidera (se lo si desidera, innanzitutto). Non solo: l'atmosfera della sfilata, aperta e conviviale, è quanto di più lontano esista dal glamour patinato delle sfilate "tradizionali". La maglieria colorata, i jeans e i top retrò vengono già calati nella realtà. Il messaggio è chiaro: abiti veri per persone reali.