Troppo stress sul lavoro: in Cina gli under 45 cercano la pace nei centri di ritiro per giovani
Si chiamano youth nursing home: tradotto in italiano significa "casa di cura per giovani": proprio come quelle per gli anziani insomma, ma pensate per under 45. Sono luoghi dove ragazzi e ragazze possono dedicarsi alla propria salute mentale, lontano dalla frenetica routine della vita in città. Per molti la quotidianità è diventata eccessivamente stressante e insostenibile: per questo in Cina sono tanti i giovani che si rivolgono a queste strutture molto pubblicizzate, che si propongono come veri e propri ritiri temporanei dove concentrarsi unicamente su se stessi. Chi va nelle case di cura per giovani vuole cambiare vita, ricominciare da zero, trovare equilibrio o disintossicarsi dal burnout.
Perché i giovani cinesi si ritirano nelle youth nursing home
Negli ultimi anni in Cina la crisi economica si è riversata soprattutto sui più giovani, costretti a ritmi spietati che ha portato molti al crollo mentale: un vero e proprio burnout, la piaga dei tempi moderni. I cinesi la chiamano neijuan ossia "involuzione", perché è una situazione senza via d'uscita che in effetti non porta ad alcun miglioramento: si lavora duramente per guadagnare poco o niente. Oppure parlano di bailan, l'equivalente inglese di let it rot: "lasciare che tutto marcisca". Su Xiaohongshu, l'equivalente cinese di Instagram, l'hashtag #bailan produce oltre 2,3 milioni di risultati. L'interesse online è aumentato a luglio dopo che è diventato virale un video che mostrava uno dei primi ritiri del Paese: la struttura non accetta residenti di età superiore ai 45 anni.
Le storie di chi ha scelto le youth nursing home
Su Cong ha 29 anni e scorrendo i social si è imbattuto in un annuncio pubblicitario che parlava di una casa di cura per giovani: ha deciso di provare, per guarire la propria anima e cercare la felicità. "Ho pensato che questo sarebbe stato un buon modo per alleviare un po' lo stress", ha raccontato a Los Angeles Times. Come lui sono tanti i giovani in Cina che si stanno rivolgendo a queste strutture: sono giovani profondamente infelici, che fanno i conti con la disoccupazione o con una vita sociale insoddisfacente, senza alcuna prospettiva di carriera, insofferenti verso il posto di lavoro, con pochi soldi, schiacciati dalla competizione tra colleghi. lui si trovava in una fase di stallo, in un circolo vizioso: una vita fatta solo di lavoro, con tanto tempo sprecato nel traffico. Quando è arrivato al Guanye Youth Retirement Village ha trovato la pace, la quiete, la lentezza e la serenità di cui aveva bisogno.
Qui si è potuto dedicare a escursioni, corsi di pittura ed equitazione, sessioni di networking, cene coi coetanei. Tutto questo pagando 420 dollari al mese per vitto e alloggio: meno del suo affitto mensile a Pechino. Il team che gestisce la struttura è nato nel 2018, quando un gruppo di amici ed ex coinquilini ha iniziato ad acquistare vecchie case e a trasformarle in pensioni. A giugno hanno aperto quattro dormitori che possono ospitare fino a 300 residenti e hanno iniziato a pubblicizzarsi sui social media come "casa di riposo per giovani". La 28enne Dong Xue, invece, ha affermato che il periodo trascorso a Guanye le ha permesso di capire come muoversi, anziché restare immobile in attesa, a guardare, ferma in un punto morto della sua carriera. I suoi due mesi lì sono stati una guarigione fisica e mentale, ha riferito.
"La nostra generazione è sottoposta a così tanta pressione – ha affermato Lu Baike, fondatore di una struttura nella provincia meridionale cinese dello Yunnan – I giovani non dovrebbero solo lottare. Hanno anche bisogno di riposare".
Questi centri sono un paradiso temporaneo, un mondo a parte dove isolarsi nella ricerca di una vita più equilibrata e meno stressante. Il fenomeno è il risultato di anni e anni in cui le pressioni (professionali e sociali) si sono fatte sempre più difficili da gestire, generando malcontento. I giovani di oggi non vogliono sottostare a questi ritmi malsani: vogliono essere autonomi e indipendenti, chiedono flessibilità, pretendono tempo da dedicare a se stessi, non vogliono rinunciare agli hobbies per trascorrere le giornate in ufficio. Insomma, vogliono essere padroni della propria esistenza.
"Non è che i giovani di oggi vogliano solo oziare o andare in pensione presto – ha detto il co-fondatore Wang Guolu, 29enne – Cercano uno stato di vero relax, perché la loro vita quotidiana è spesso troppo stressante. Ma a lungo termine, credo fermamente che vogliano anche sostenersi come membri produttivi della società".
Questi centri, infatti, sono una sorta di limbo: si mette in pausa la vita reale e si entra in un universo parallelo che non può essere la norma. È l'eccezione e come tale andrebbe vissuta. Si tratta di una soluzione temporanea, che andrebbe sfruttata appunto per rimettersi in sesto, per chiarirsi le idee, per capire come e dove indirizzare la propria vita. Il rischio è che invece ci si culli in questa illusione, estraniandosi del tutto della realtà, senza avere il coraggio di affrontarla realmente.