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Troppi vestiti in discarica: le nuove misure dell’Unione Europea contro il fast fashion

La Commissione Europea ha annunciato un pacchetto di regole con l’obiettivo di una moda più sostenibile, con abiti che durino nel tempo.
A cura di Beatrice Manca
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Le mode passano, gli abiti restano. Troppo spesso non rimangono appesi nel guardaroba, ma finiscono gettati in discarica. Per arginare l'enorme impatto del fast fashion sull'ambiente l'Unione Europea vuole dare una spinta alla moda sostenibile: capi fatti per durare nel tempo e essere riparati anziché buttati, realizzati con una percentuale sempre maggiore di materiali riciclati. La Commissione Europea ha presentato un pacchetto di proposte che riguardano i prodotti tessili, nell'ambito dell'economia circolare e del Green Deal. Tra gli obiettivi più importanti c'è la fine della distruzione dei prodotti invenduti, una pratica ancora troppo frequente nel mercato del lusso.

Le nuove regole europee contro il fast fashion

La Commissione Europea ha annunciato un pacchetto di misure per "l'eco-design" di una grande varietà dei prodotti, dalla tecnologia ai tessili. La moda non fa eccezione: l'obiettivo dell'organo esecutivo dell'Ue è quello di ridurre gli sprechi causati del fast fashion entro il 2030. Come? Tra le misure al vaglio ci sono nuovi criteri di progettazione, come livelli minimi obbligatori di materiali riciclati e misure per limitare il rilascio di microplastiche dei tessuti durante il lavaggio. Quasi un terzo delle microplastiche presenti in mare, infatti, arriva dalle nostre lavatrici. La Commissione vuole anche che le grandi aziende rivelino quante scorte invendute inviano ogni in discarica, con l'obiettivo di dare nuova vita a prodotti perfettamente validi, distrutti senza neanche passare dagli scaffali.

Quanti vestiti buttiamo ogni anno

L'altro nodo da affrontare, secondo la Commissione Europea, è il ciclo di vita degli abiti spesso troppo breve: solo l'1% dei capi viene riciclato. In media si calcola che ogni cittadino europeo ogni anno mandi in discarica 11 kg di vestiti e scarpe. I tessili sono il quarto produttore di emissioni di gas serra, dopo cibo, alloggi e trasporti, e la loro produzione consuma grandi quantità di risorse, acqua, suolo e materie prime. Quando buttiamo via una t-shirt da pochi euro stiamo sprecando tutto ciò che è servito a produrla: una semplice maglietta richiede oltre duemila litri d'acqua nel processo di realizzazione. Il cambiamento dev'essere soprattutto culturale, e deve partire dai consumatori, come ha ricordato il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmerman: "Le grandi case di moda e gli stilisti più importanti stanno già cambiando il design, hanno già capito che siamo in un mondo diverso". I vestiti non possono più essere trattati come prodotti usa e getta: "I vestiti che indossiamo dovrebbero durare più di tre lavaggi e dovrebbero anche essere riciclabili". Gli sprechi sono ormai decisamente fuori moda.

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