Stop alla censura: Calvin Klein ha la meglio, revocato il divieto sulla pubblicità troppo “stereotipata”
Calvin Klein vince contro l'ASA-Advertising Standards Authority del Regno Unito. A gennaio, infatti, una campagna del brand nell'orbita di PVH era finita al centro dell'attenzione dopo essere stata censurata dall'ente che regola gli standard pubblicitari in Gran Bretagna. La foto in oggetto era quella della cantante Fka Twigs che veniva ritratta seminuda con addosso solo una camicia in jeans del marchio, che la copriva parzialmente. "Calvin Klein o niente" recitava il claim.
Le critiche nei confronti della pubblicità
Secondo l'ASA gli scatti di Mer&Marcus hanno destato scaldalo, in quanto ponevano l'attenzione "sul corpo della modella piuttosto che sugli abiti pubblicizzati", aggiungendo che l'immagine della cantante fosse rappresentata come "un oggetto stereotipato". Una foto che è stata ritenute "volgare e sessista" oltre che "irresponsabile e suscettibile di causare gravi offese".
La replica del marchio statunitense non è tardata ad arrivare, che ha affermato: "Le immagini non erano volgari e rappresentavano due donne sicure ed emancipate che avevano scelto di identificarsi con il marchio Calvin Klein, e le pubblicità contenevano un messaggio progressista e illuminato". A suscitare clamore non è stato tanto lo scatto, quanto la decisione dell'Autorità che ha censurato solo quello che vedeva come protagonista una donna, mentre la pubblicità che ritraeva Jeremy Allen White in déshabillé non aveva generato alcuna critica.
La revoca della censura
Le polemiche generate dalla decisione dell'ASA hanno ottenuto l'effetto sperato, spingendo l'autorità a revocare il divieto. La decisione dell'ente è stata motivata citando la "forza del sentimento pubblico" rivedendo la sua posizione in quanto "l’immagine non era sessualmente esplicita, l’annuncio presentava Fka Twigs come sicura di sé, in controllo e non oggettivata".