Spopola la blackout poetry, l’esperimento creativo che dà nuova vita a pagine e parole
Sarà che siamo ogni giorno sempre più stressati e sotto pressione, ma piano piano ci stiamo tutti rendendo conto di quanto sia importante prendersi delle pause di relax, in cui staccare completamente la spina dalla routine, dagli impegni, dalle scadenze. Le vite di oggi sono frenetiche e veloci, siamo iper connessi e iper stimolati su più fronti: ci viene chiesto di essere reattivi, performanti, sempre sul pezzo, al passo con le tendenze e con i cambiamenti. Tutto questo incide sulla salute mentale, sul proprio benessere. Per ritrovare un po' di quiete ognuno ha i suoi metodi e sempre più spesso, ci si affida a piccoli gesti quotidiani capaci di dare sollievo. C'è il bisogno di ritagliarsi degli spazi per sé e non c'è bisogno di fare chissà cosa: a volte basta un buon libro, bastano delle matite colorate, è sufficiente cimentarsi con un'attività manuale qualsiasi, a cui dedicarsi senza pensare ad altro, che si tratti di uncinetto o ceramiche. In alternativa, sta riscuotendo molto successo sui social la cosiddetta blackout poetry (o poesia cancellata).
Che cos'è la blackout poetry
Vi sarà di certo capitato, scorrendo TikTok e Instagram, di imbattervi in queste pagine di libri sottolineate e poi annerite in modo da lasciare alcune parole di senso compiuto in evidenza. Queste lette in sequenza vanno a formare una frase. Sui social sono diventate virali perché esteticamente gradevoli, facili da creare a da condividere: è bello vedere all'opera gli altri, ammirare i frutti del loro lavoro, sfogliare le creazioni tutte diverse tra loro. La blackout poetry è una vera e propria forma d'arte, in cui si sfrutta la creatività, la proprietà di linguaggio, la fantasia, l'inventiva.
I primi esempi conosciuti di blackout poetry appartengono a Caleb Whiteford nel Settecento: realizzava giochi di parole con una metodologia simile. Tentativi paragonabili sono i collage del movimento dadaista. Poi c'è stata, in tempi più recenti, la raccolta di Austin Kleon, che nel 2010 ha pubblicato il volume Newspaper Blackout, diventato in breve virale sui social. In quel momento il fenomeno è definitivamente esploso.
Come si realizza
Di fatto, con la blackout poetry si prende la pagina di un libro o di un giornale, si oscurano le parole finché non si trova un nuovo significato nascosto nel testo. C'è chi ne trova di profondi e sentimentali, chi stravolge il senso declinandolo in chiave ironica e umorista. Insomma, dando spazio alla fantasia più sfrenata si può arrivare a qualunque esito, perché sono tante le strade percorribili e conducono tutte a qualcosa di diverso. Tutto ciò che serve è un libro o un giornale (vanno bene anche i manuali di ricette o le istruzioni del microonde), un pennarello nero. Dopo un rapido colpo d'occhio si comincia a oscurare il testo originale, lasciando in bianco solo le parole che colpiscono di più l'attenzione. Si va avanti così passando di parola in parola, affinché queste leghino tutte tra di loro formando una frase di senso compiuto.
Si può anche procedere evidenziando prima le parole chiave contornandole di nero e poi colorare il resto della pagina nella sua interezza, lasciando in vista solo ciò che si intende conservare. Non serve troppa precisione: il risultato finale può essere anche uno scarabocchio, purché dia nuova vita alla pagina estrapolandone un concetto, trovando un pensiero nuovo. Al termine del lavoro si può anche abbellire ulteriormente il foglio con tocchi di colore, stickers, glitter. Questo esperimento di poesia visiva sta riscuotendo molto successo, va a stimolare la vena creativa e ha conquistato proprio tutti. The New York Times ha anche realizzato un contest specifico, sfidando gli studenti ad annerire le pagine del giornale e a inviare le loro creazioni. Non c'è bisogno di essere poeti né scrittori: serve solo un po' di concentrazione e la voglia di sgombrare la mente dai pensieri, concentrandosi sulle parole, dando vita a qualcosa di nuovo.