“Sono opere d’arte uniche”: Birkenstock fa causa a tre aziende per violazione del diritto d’autore
Le Birkenstock sono diventati i sandali più trasformisti degli ultimi anni. Le loro ciabatte modello Arizona sono passate in breve tempo da emblemi di cattivo gusto ad accessori glamour che hanno sfilato in passerella. Negli anni Birkenstock ha fatto anche diverse collaborazioni con Maison di moda e, negli ultimi anni, sono arrivati sul mercato modelli sempre più simili ai sandali tedeschi. Le Birkenstock, poi, sono state consacrate anche dal "cameo" nel film Barbie. Ora, però, l'azienda tedesca vuole che i sandali vengano riconosciuti come opera d'arte unica. Giovedì 9 gennaio 2025, di fronte alla Corte Federale tedesca a Karlsruhe, deciderà sul copyright dei sandali che Birkenstock chiede vengano protetti per sempre.
Tutto nasce dopo che l'azienda ha presentato tre cause contro tre concorrenti che avrebbero prodotto delle imitazioni dei celebri sandali. Tra queste aziende concorrenti ci sarebbe chi ha prodotto sandali davvero simili al modello più diffuso, quello Arizona a doppia fascia: secondo Birkenstock si tratterebbe di una violazione della legge sul copyright, anche considerato che, secondo gli avvocati, i sandali Birkenstock dovrebbero essere considerati "un'opera d'arte".
Perché Birkenstock fa causa a tre aziende concorrenti
L'azienda Birkenstock Orthopädie GmbH & Co. KG è nata nel 1774 e ha sede a Neustadt, nella regione della Renania-Palatinato. È stata fondata da Johannes Birkenstock ma il simbolo delle calzature di oggi, la suola sagomata in sughero, è stata introdotta nelle scarpe del marchio negli Sessanta del Novecento. Questa caratteristica ha reso i sandali riconoscibili e soprattutto pratici, una caratteristica ben lontana da quella di un capo considerato di tendenza.
A distanza di più di 250 anni dalla sua fondazione, Birkenstock ha portato in tribunale il caso di presunte copie concorrenti, facendo riferimento a una presunta violazione del diritto di autore. Il copyright, o diritto d'autore, di fatto conferisce a chi ha creato qualcosa -un'opera d'arte, un dispositivo o una macchina, come nel caso di Posche- il diritto esclusivo sul suo utilizzo. Insomma, il copyright si può estendere dagli oggetti di design ai sandali. Non è di questo parere la Corte di Appello di Colonia, la quale, in precedenza, aveva dichiarato che produrre un paio di sandali non ricadrebbe sotto il diritto d'autore, come nel caso di canzoni, film e altre attività artistiche. Ora la decisione, dunque, spetta alla Corte Federale.
A finire davanti alla Corte Federale sono stati quattro modelli, che l'azienda ritiene siano stati copiati da tre concorrenti: il modello Arizona, con doppia fascia, il modello Boston, che ha conquistato lo streetwear negli ultimi anni con la sua silhouette chiusa davanti e aperta sul tallone, e i modelli Gizeh (quello a infradito) e Madrid, con una sola fascia. La decisione della più alta Corte tedesca non è ancora stata presa.