Simone Guidarelli, segreti da stylist: “Per una cover di Belén nuda ho fatto fare 200 mele di zucchero”
Si chiama Simone Guidarelli ed è lo stylist che ha curato l'armadio di Ilary Blasi nelle sue due docu-serie firmate Netflix. Tra l'iconico tacco a sigaretta di Unica e il completo da diva dark di Ilary, è riuscito a far emergere al 100% il suo carattere solare, la sua ironia e la sua forza, trasformandola in un'icona fashion contemporanea dallo stile "internazionale". In quanti, però, sanno quanto lavoro c'è realmente dietro le creazioni di uno stylist? Simone Guidarelli ha risposto alle nostre domande, rivelando anche degli aneddoti inediti su alcune note celebrities del mondo dello spettacolo.
Come nascono le collaborazioni tra star e stylist
Essendo un art director e un esperto di moda oltre che uno stylist, Simone Guidarelli ha lavorato spesso con celebrities internazionali, curando i loro look per copertine, shooting fashion e red carpet ambiti. Dita von Teese, Lindsay Lohan, Monica Bellucci: questi sono solo alcuni dei grandi nomi con cui ha collaborato. Come nascono queste partnership? Simone Guidarelli ci ha rivelato qualche dettaglio del suo lavoro: "Provo a lavorare sempre con persone che stimo come artisti, con ognuno di loro mi interessa creare un rapporto umano che va al di là dello styling. Così facendo diventa tutto più facile nel lavoro, con tutti loro poi cerco sempre di fare dei custom made. Con le star che ho seguito spesso ci siamo incontrati in modi improbabili. Darko Perić (Helsinki de La Casa di Carta), ad esempio, l'ho conosciuto tramite un amico in comune nel periodo del boom della serie, lui già mi seguiva su Instagram e impazziva per i miei video, quindi quando l'ho incontrato mi ha chiesto di curare il suo styling, l'ho vestito a Venezia, per il programma di Chiambretti".
Dalla laurea in psicologia al lavoro di stylist
Nel suo curriculum Simone Guidarelli ha anche una laurea in psicologia e una collaborazione con l’Arpa, Associazione di Ricerca per la Psicologia Applicata al Centro di Cesare Muratti: quanto impatto riescono ad avere questi studi sul suo lavoro di stylist? Alla domanda ha risposto lui stesso con queste parole: "La psicologia ha un setting preciso: la persona sceglie di venire da te ed essere analizzato, mentre la moda è piena di persone che non pagano per sentirti dire cose su di loro. Aver studiato psicologia mi ha aiutato a non essere istintivo nell'approccio, a riuscire a separare ciò che piace a me da ciò che è l'altro, ma nel lavoro mi è stato utile principalmente il percorso di analisi personale più che gli studi, la mia attenzione all'altro".
L'ossessione per i dettagli
Simone Guidarelli si è spesso ritrovato ad assecondare richieste davvero sopra le righe nel suo lavoro di stylist, tanto che si definisce una sorta di "cerca-robe di lusso". "Ricordo ad esempio una copertina fatta con Belén, dove lei era nuda con i tacchi e in mano una mela: facemmo più di 200 mele hand made di zucchero per arrivare a quella mela giusta, è un po' un'ossessione. Un'altra volta per uno shooting ho dovuto trovare un elicottero, un trattore e delle balle di fieno. Alla fine si trova sempre tutto ed è così anche nella moda, a me è capitato ad esempio di rifare un vestito per tutta la notte per una cliente", ha spiegato Simone. Il segreto del suo successo? Provare a far sentire a proprio agio i suoi clienti, accontentando le loro richieste se hanno davvero un senso dal punto di vista dello styling. Per quale motivo ha deciso di non curare più i look per il Festival del Cinema di Venezia? Molte delle star che calcano il red carpet inseguono solo le griffe: per lui questo non è fare styling ma semplicemente creare un guardaroba di lusso.