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Shein, Antitrust avvia un’istruttoria per pubblicità ingannevole su sostenibilità e temi ambientali

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha rilevato possibili messaggi promozionali ingannevoli/omissivi sul sito del colosso cinese.
A cura di Giusy Dente
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L'attenzione è sempre molto alta su Shein, colosso del super fast fashion finito più volte al centro dell'attenzione per le sue pratiche e i suoi prodotti. In questi anni si sono susseguite diverse inchieste che hanno evidenziato le criticità che il marchio nasconde, dietro la facciata dei suoi prezzi estremamente bassi che lo hanno reso famoso in tutto il mondo e competitivo sul mercato: ritmi di lavoro insostenibili, fabbriche fatiscenti, una produzione con costi ambientali altissimi, retribuzione estremamente bassa. Risale a poche settimane fa il sequestro di centinaia di prodotti da parte delle autorità della Corea del Sud: diversi test effettuati hanno rivelato la presenza di sostanze tossiche (anche nei vestiti per neonati) oltre i limiti consentiti dalla legge. Ora l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti del brand per possibile pubblicità ingannevole.

L'Autorità avvia un'istruttoria nei confronti di Shein

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha rilevato possibili messaggi promozionali ingannevoli/omissivi sul sito del brand, relativi soprattutto alla sostenibilità ambientale dei capi di abbigliamento prodotti nelle fabbriche del marchio. Per questo motivo è stata avviata un’istruttoria nei confronti di Infinite Styles Services CO. Limited, l'azienda con sede a Dublino che gestisce il sito web italiano di Shein. Ci sarebbero alcune informazioni scorrette in tema di circolarità e di qualità dei prodotti, per la precisione nelle sezioni “#SHEINTHEKNOW”, “evoluSHEIN” e “Responsabilità sociale” del sito. L'accusa sarebbe quella di veicolare informazioni vaghe, generiche, fuorvianti e confuse in materia.

Oggi i consumatori sono molto più sensibili e attenti quando si parla di consumo responsabile e produzione sostenibile, vogliono fare scelte consapevoli, sapere che impatto avranno le loro scelte sull'ambiente. Ecco perché l'Autorità ha ritenuto importante indagare, per approfondire il tipo di comportamento dell'azienda e verificare se ci sia, da parte di Shein, un'omissione di informazioni importanti, decisive nelle scelte dei possibili acquirenti. Questi ultimi potrebbero essere indotti ad acquisti che in altre condizioni, ossia con maggiori chiarimenti, non farebbero.

Vale soprattutto per ciò che c'è scritto nella sezione “evoluSHEIN”, la linea di abbigliamento dichiarata sostenibile dalla società, dove si parla di fibre green e riciclabilità dei capi, aspetti però poco approfonditi. Così come è poco chiaro l'impegno nell’ambito del processo di decarbonizzazione delle proprie attività, tanto decantato e pubblicizzato. Peccato, però, che gli obiettivi indicati sul sito web apparirebbero in contrasto col consistente incremento delle emissioni di gas serra che emerge dai rapporti sulla sostenibilità di Shein per il biennio 2022-2023. Al momento l’Autorità ipotizza che la società abbia messo in atto strategie di comunicazione con tratti ingannevoli/omissivi in tema di sostenibilità.

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