Sex Education 4, cosa cambia nella nuova scuola: la costumista racconta l’evoluzione dei protagonisti
Otis, Eric e Maeve sono pronti per un ultimo giro di giostra. Sex Education torna infatti su Netflix il 21 settembre per la sua quarta e ultima stagione. La serie che racconta le avventure dei ragazzi della Moordale Secondary School è riuscita ad entrare nell'immaginario culturale di un'intera generazione, la Gen Z, dimostrando che si può raccontare la crescita di un adolescente senza retorica o frasi sensazionalistiche. Riportare in modo ironico le sfaccettature, i vizi e le virtù di giovani adulti sempre in divenire è ciò che ha fatto innamorare della serie anche i critici più severi, squarciando un velo su tematiche sulle quali non è facile fare un umorismo consapevole: la terapia e la sessualità.
Ciò che ha reso la serie così tanto chiacchierata è stato anche l'immaginario creato attraverso outfit impeccabili e senza tempo. Per la stagione conclusiva sarà Daniella Pearman a dirigere la macchina dei costumi. Anche se, ci tiene a ribadirlo, "ho lavorato in team con un'assistente e sempre con il supporto di due supervisor della produzione. Gli abiti, come la serie, sono senza tempo: abbiamo attinto da look vintage, proprio come fanno i ragazzi della Generazione Z ". Dopo tre stagioni nelle quali la costumista era stata Rosa Dias, Pearman ha avuto l'onore e l'onore di creare un'istantanea di quelle che sono state le influenze e gli stili dei personaggi di "Sex Education". Avviso: l'intervista contiene qualche inevitabile spoiler.
Quali sono state le influenze maggiori per lo styling dei personaggi in questa quarta stagione?
Entrare come costumista della serie nella quarta stagione è stata un’esperienza particolare. I personaggi sono ormai definiti, sia nel carattere, sia nella loro idea di stile. Il cambiamento più grande di questa serie è il loro arrivo nella nuova scuola: da Moordale si passa al college, quindi volevamo far passare l’idea del gruppo che si immerge in un ambiente super innovativo a cui non sono abituati. Oltre ai ragazzi e alle ragazze di Moordale, infatti, abbiamo i nuovi personaggi, che sono molto più cool agli occhi di Eric, Otis e degli altri ragazzi. Dunque, abbiamo sviluppato nuovi look che si adattassero ed esprimessero il cambiamento. L’ispirazione, comunque, rimane la stessa delle stagioni precedenti: abiti vintage, molti vestiti di seconda mano.
Il successo della serie, secondo te, è dovuto all'estetica
Sono convinta di sì, anche perché il nostro focus era cogliere e riprendere l’interesse che c’è al giorno d’oggi per la moda sostenibile: non è necessario vestirsi tutti con gli abiti dello stesso brand e l'individualità si può ottenere anche grazie a capi Green. L‘idea che sta alla base degli outfit è sempre quella di chi si fa i vestiti da solo, di chi si scambia con gli amici. Abbiamo cercato di tenerci lontano dal fast fashion, anche se abbiamo inserito alcuni pezzi perché, purtroppo, non è possibile farne a meno. Ho scelto di portare tanti piccoli brand indipendenti che conoscevo dentro la serie.Volevo far vedere al pubblico abiti che potesse indossare nel quotidiano: certo ci sono alcuni capi più introvabili, ma sono in generale look replicabili anche dai fan.
Rimanendo sul tema vintage: si tratta di una scelta concordata con gli sceneggiatori oppure dettata da un ritorno che sta coinvolgendo soprattutto la Gen Z? La serie, pur non avendo precisi riferimenti temporali, è ambientata ai giorni nostri ma sono tanti i capi risalenti agli anni '70/'80/'90.
L’idea iniziale dietro alla serie credo fosse proprio quella di riprendere lo stile anni ’80 – già diffuso anche grazie a serie come Stranger Thigs – con riferimenti anche ai decenni precedenti. Nella quarta serie quindi volevamo mantenere questo “tono”: anche perché la forza della serie e dei suoi look è proprio il suo essere senza tempo, è questo che la rende così attrattiva a tutto il mondo. In fondo Sex Education riprende quello che accade in questi anni: oggi abbiamo così tanti ritorni e così tante influenze provenienti dal passato, che non c’è una corrispondenza con un solo e unico stile. Questo avviene anche grazie alla diffusione su larga scala dei vestiti di seconda mano: ognuno di noi ogni giorno mischia pezzi degli anni '80 o '90 per creare uno stile personale che da vita panorama che vediamo ogni giorno per strada, composto da tantissimi riferimenti temporali.
Adesso che siamo giunti alla quarta stagione, ci spieghi come i personaggi (penso soprattutto ad Eric) hanno preso consapevolezza della loro identità di genere e del loro orientamento sessuale? Gli abiti riescono a far trasparire questa crescita e presa di coscienza?
In questa ultima stagione i personaggi trovano finalmente loro stessi ed è bello poter pensare di aver accompagnato o permesso questo processo anche attraverso i costumi. Eric, ad esempio, quando arriva nella nuova scuola fa subito amicizia con un nuovo gruppo e rimane quasi stordito e spiazzato dallo stile di vita degli studenti del Cavendish Sixth Form College, che è molto più libero degli standard ai quali è abituato. Anche perché Eric si porta con sé quel lato conservatore della sua vita: anche il mondo della scuola, per lui, è sempre stato noioso, poco libero. Nell’episodio tre Eric va ad un queer party ed è quasi shockato dal fatto che questo mondo esista. Comprende così quanto possa esprimersi attraverso i vestiti, più di quanto già non facesse. Per lui è una sensazione davvero confortante dopo le tre stagioni precedenti: i suoi look cambieranno e si ispireranno anche alle nuove influenze recepite a scuola, saranno più consapevoli. In questa stagione ognuno di loro compie un altro pezzo del viaggio e spero che questo si possa riscontrare anche nei vestiti.
Nella scorsa stagione abbiamo approfondito il personaggio di Ruby, mostrando le sue fragilità e come la moda fosse per lei un’armatura: i suoi outfit, così come quelli di Maeve, che sono molto identitari, cambieranno con il cambiare dell’ambiente scolastico? Si lasceranno contaminare dagli altri o rimarranno aggrappati alle loro certezze?
Abbiamo costruito lo stile di Ruby proprio come un’armatura. Quando arriva nel nuovo istituto tutto crolla per lei: si sente diversa, non si sente più la ragazza popolare, amata anche per il suo stile impeccabile. Il gruppo di ragazzi e ragazze popolari, stavolta, sono molti diversi da lei, molti diversi dagli Untouchables (il gruppo di Ruby, Olivia e Anwar, ndr). Per la prima volta vediamo Ruby che cerca in tutti i modi di inserirsi in un gruppo, cosa che a Mordale non aveva bisogno di fare. Si scopre molto più adatta nell’aiutare Otis con la sex therapy e quando si terranno le elezioni per il ruolo di “terapeuta” della scuola per lei sarà un'occasione: questo si tramuta in una scelta di look più decisi, più empowering e così la moda rimane ancora una volta un’armatura. Maeve, d’altro canto, continua a portare la sua inseparabile giacca di pelle e, nonostante affronti tante novità insieme in America, nel corso di questa stagione alla fine anche i costumi lasceranno trasparire l’idea che finalmente sappia esattamente dove sta andando e cosa vuole. In tutti però si vedrà un processo di crescita che si proietta sul mondo esterno.
Tutti cambiano e continuano a crescere, dunque. Tuttavia, Otis, nonostante sia forse il più introspettivo e nonostante sia maturato nelle tre stagioni precedenti, non cambia mai dal punto di vista dei costumi: resta fedele alle sue t-shirt a righe. Nell’ultima stagione, quindi, lo vedremo crescere anche sotto questo profilo, viste anche le sue nuove vesti di fratello maggiore?
È un’ottima domanda anche perché in questa serie il focus sarà anche sul suo ruolo di fratello maggiore: per questo motivo, non avrà il tempo di metabolizzare il cambiamento. Il suo stile evergreen riflette il momento che sta vivendo: deve ancora capire chi è, chi vuole essere e cosa vuole fare. Abbiamo scelto di non cambiare niente del suo guardaroba perché, per i fan della serie, è già diventato iconico senza volerlo. Nel momento in cui si ritrova a doversi candidare per un ruolo che era il suo a Moordale e che potrebbero “rubargli”, allora il suo stile cambia e diventa un po’ più curato perché percepisce l'urgenza del momento, senza reinventarsi o stravolgere i suoi canoni.