Schiaparelli, la storia della Maison surrealista che vestirà Chiara Ferragni a Sanremo
A due settimane dall'inizio del Festival di Sanremo, Chiara Ferragni ha svelato i brand che la vestiranno sul palco del teatro Ariston: Dior e Schiaparelli. Due brand francesi ma con l'anima italiana: Dior è disegnato dalla stilista Maria Grazia Chiuri, mentre Schiaparelli è stato fondato da una nobildonna italiana, la visionaria artista Elsa Schiaparelli. La sua è una storia che merita di essere raccontata: amica di Salvator Dalì e acerrima nemica di Coco Chanel, fu la prima stilista a finire sulla copertina di Time. Una storia fatta di colori, stravaganze e dettagli anatomici e che dura ancora oggi, arrivando sul palco di Sanremo.
Elsa Schiaparelli, la rivale di Coco Chanel
La storia della fondatrice del marchio fornirebbe materiale a sufficienza per film e serie tv: una donna straordinaria, che ha vissuto moltissime vite e ha ispirato con il suo lavoro artisti e designer. Ma andiamo con ordine e iniziamo dal principio, cioé a Roma nel 1890, dove Elsa Schiaparelli nacque a Palazzo Corsini. Una figlia dell'artistocrazia romana, cresciuta nell'agio, incontrando intellettuali, cardinali e nobili. Suo zio, per dirne una, era l'astronomo che diede il nome ai canali di Marte. La passione di Elsa per gli abiti e per la stravaganza era evidente già da ragazza, quando lasciava tutti a bocca aperta con abiti da ballo che confezionava da sola un po' alla buona, senza aver mai preso lezioni di cucito.
Anticonformista, libera e all'avanguardia, Elsa fuggì a Londra da una famiglia che le andava stretta, poi si trasferì a New York con il primo marito, poi a Parigi, da divorziata, con la figlia. Qui avviene l'incontro che le cambierà la vita: con lo stilista Paul Poiret. Schiap, come la chiamavano i francesi, iniziò a disegnare abiti che vivevano d'illusioni: stampe trompe l'oie e dettagli anatomici in vista, come la gabbia toracica o le ossa dello scheletro. Dettaglio fondamentale in questa storia, che collega la visionaria Schiap a Chiara Ferragni.
Da lì in poi Schiaparelli diventerà la regina della moda dadaista, con uno stuolo di clienti disposte a tutto pur di mettersi addosso uno degli abiti scultura o dei maglioni colorati. È amica di Wallis Simpson, di Salvador Dalì e di Giacometti. Le sue creazioni surrealiste sono entrate nell'antologia della moda: il cappello scarpa, le aragoste sugli abiti, i guanti con le unghie. La moda di Schiaparelli è illusione, esagerazione, stravaganza come il colore che porta il suo nome: il rosa shocking. Ma i tempi stanno per cambiare: i venti di guerra spazzano via l'allegria di Parigi e la moda, come sempre, cambia. Le donne ora vogliono gli abiti da sogno di Christian Dior e i tailleur sobri dell'austera Coco Chanel, l'eterna rivale di Elsa Schiaparelli, la sua nemesi e il suo contrario.
Daniel Roseberry e il rilancio di Schiaparelli
La stilista morirà sola e in povertà e il mondo conoscerà alterne fortune. Ma c'è un secondo capitolo nella storia di Schiaparelli, ancor più fortunato, grazie allo stilista Daniel Roseberry che ha saputo rilanciare la Maison con uno stile sofisticato e contemporaneo, pescando a piene mani proprio dalle illusioni e dai dettagli anatomici che tanto piacevano alla stilista romana.
Con pennellate di nero, bianco e oro lo stilista ha vestito dive del calibro di Bella Hadid (ricordate l'abito polmone?) Adele, Tilda Swinton e Cate Blanchett. Non ultima, Chiara Ferragni, ospite fissa alle sue sfilate e grande fan del brand. Nel corso delle stagioni ha indossato i maglioni con copricapezzoli dorati, gli abiti cappotto e i bustier scultura con il seno dorato in rilievo.
La scelta di affidarsi a Daniel Roseberry di Schiaparelli è stata anticipata da un indizio: un video in cui indossava degli altissimi stivali platform con le dita dei piedi dorate. A chi la critica per non aver preferito marchi italiani, rispondiamo con l'invito a scoprire la storia della Schiap: un'eccellenza italiana che merita di essere scoperta, o riscoperta, nel tempio della musica italiana.