Scandalo Balenciaga: cosa è successo dopo l’uscita della nuova campagna con i bambini e i peluche
In questi giorni Balenciaga è al centro delle polemiche per la campagna natalizia Gift Shop, che ritrae bambini con peluche e oggetti bondage. Le foto, pubblicate il 15 novembre, hanno sollevato un'ondata di indignazione in rete tra chi le definiva "disturbanti e pericolose" al limite della pedopornografia. Anche Kim Kardashian, musa del direttore creativo Demna Gvasalia e ambassador del brand, ha preso le distanze dalla campagna. Ma non è tutto: nei giorni successivi sono emerse nuove immagini controverse che hanno portato la casa di moda a fare pubblicamente mea culpa e a prendere provvedimenti legali.
La campagna Gift Shop: cosa mostrano le foto con i bambini
Per promuovere le idee regalo di Natale Balenciaga ha realizzato una campagna scattata dal fotografo Gabriele Galimberti, premiato con il World Press Photo nel 2021. La sua firma stilistica è l'abitudine di ritrarre le persone circondate da oggetti che li rappresentano. Anche nella campagna Gift Shop il concetto di base è simile: si vedono dei bambini che giocano in salotto circondati dalla linea di arredamento Objects di Balenciaga. Tra gli oggetti però spuntano anche elementi giudicati inopportuni come calici di vino, collari dai chiari rimandi bondage, cinghie e gli orsacchiotti-fetish della collezione Primavera/Estate 2023.
Cosa c'entra la sentenza della Corte Suprema sulla pedopornografia
Ma non è solo la campagna Gift Shop ad aver suscitato indignazione. Nei giorni successivi sono circolate alcune immagini relative alla campagna Spring 2023, ambientata in un immaginario ufficio di Manhattan, con star del calibro di Bella Hadid e Isabelle Huppert. In una foto si vede una borsa adagiata su una pila di fogli e documenti, uno dei quali riporta il testo di una sentenza della Corte suprema statunitense del 2008, United States v. Williams, in cui si ribadisce che il materiale pedopornografico è illegale e non è protetto dal diritto alla libertà d’espressione.
Le opere di Michaël Borremans nella campagna Balenciaga
In un altro scatto della campagna si intravede un libro sull'opera del pittore belga Michael Borremans: un altro dettaglio che ha lasciato perplessi gli utenti perché nei lavori del pittore ci sono anche sfumature dark e inquietanti, e non di rado compaiono anche figure di bambini nudi, sangue e scene che evocano il cannibalismo o riti occulti. Niente di tutto ciò, ovviamente, è visibile nella campagna: in una pila di libri si vede una monografia sul pittore che ha fatto partire le indagini su Twitter.
Le reazioni delle star, Kim Kardashian: "Immagini disturbanti"
Le immagini, diventate virali sui social, hanno spinto molti utenti a condannare pubblicamente Balenciaga, brand che fino a pochi giorni fa era sulla cresta dell'onda. Molti clienti hanno voluto manifestare pubblicamente pubblicando video in cui distruggevano abiti e accessori del marchio dandogli fuoco, mandando in tendenze l'hashtag #BurnBalenciaga. Una polemica così radicata nei social non poteva lasciare indifferenti le star. La prima a rompere il silenzio è stata Kim Kardashian, storica ambassador e testimonial della casa di moda, che ha affidato ai social un lungo messaggio: "Se non ho parlato prima è perché volevo l'opportunità di capire con loro come sia potuto accadere – ha scritto – Sto attualmente rivalutando il mio rapporto con il marchio".
La causa di Balenciaga contro North Six e Nicholas Des Jardins
Balenciaga sostiene però di essere stata inconsapevole degli oggetti controversi presenti sul set. Ha avviato una causa legale da 25 milioni di dollari contro la società di produzione North Six e contro Nicholas Des Jardins, direttore del set per la campagna, accusandoli di "atti e omissioni inspiegabili". Il brand ha detto di non aver mai approvato l'uso di quei documenti come oggetti di scena, inseriti sul set all'insaputa del brand.
Global Voices Award: Demna Gvasalia non riceve più il premio
Il dibattito sollevato dalla campagna ha spinto la testata Business of Fashion a cambiare i programmi: a luglio avevano annunciato la volontà di insignire lo stilista Demna Gvasalia con il premio Global Voices Award, un importante riconoscimento del settore moda. Il premio è stato ritirato all'indomani dello scandalo, chiedendo al brand di chiarire pubblicamente quanto accaduto e di prendere provvedimenti.
Balenciaga ritira la campagna: le scuse del brand
La campagna Gift Shop oggi non è più in circolazione: è stata ritirata tempestivamente da tutti i canali, con un lungo messaggio di scuse in cui il brand ribadiva la condanna assoluta di qualsiasi forma di abuso sui minori. In un secondo messaggio il brand ha detto di essere pronto ad assumersi "piena responsabilità" per gli "errori" nelle campagne e di aver avviato le dovute indagini interne. Resta da capire l'impatto che la vicenda avrà su una delle punte di diamante del colosso Kering, fino a ieri oggetto di culto di un'intera generazione.