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Prima della Scala: quando il look diventa tragedia

Come ci si veste per l’inaugurazione della stagione lirica al teatro milanese? Decisamente non così. Gli abiti più eccentrici che si sono visti nel foyer negli ultimi anni.
A cura di Annachiara Gaggino
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Una spettatrice in Dolce&Gabbana nel 2019
Una spettatrice in Dolce&Gabbana nel 2019

C'è una serata che l'alta società meneghina (e mondiale) attende con ansia: la Prima della Scala. Tra i palcoscenici lirici più importanti al mondo, ogni 7 dicembre dà inizio alla stagione operistica e quest'anno ad aprire la programmazione sarà il Don Carlo di Giuseppe Verdi, che viene omaggiato a esattamente cento anni dalla sua scomparsa. Una parata di celebrity sfileranno davanti al celebre Teatro, approfittando dell'occasione per mettere in mostra tutte la loro eleganza. Anche se non sempre è così. Negli anni, infatti, si sono susseguiti look decisamente peculiari, che hanno scatenato più una risata sardonica che stupore e ammirazione.

I look più bizzarri negli anni

Lontani dall'eleganza che il rigoroso dress code imporrebbe, alcuni invitati hanno sfoggiato abiti più adatti al Carnevale di Rio che a una Prima a teatro. Tra le regole ferree, infatti c'è proprio quella della sobrietà, che molti presenti hanno deciso di infrangere consumando il dramma che sarebbe dovuto andare in scena sul palco nel foyer del Teatro.

Una spettatrice nel 2019
Una spettatrice nel 2019

Se tra gli abiti perfetti per le donne c'è quello di velluto rosso, è anche vero che le maxi scollature andrebbero evitate, o al limite calibrate. Valeria Marini non ha recepito questa seconda parte nel 2009, scegliendo non solo un rosso troppo acceso per l'occasione, ma anche una scollatura decisamente troppo profonda. L'attenzione, in quel caso, non è certo ricaduta sui cantanti lirici.

Valeria Marini nel 2009
Valeria Marini nel 2009

D'altronde, Miss Marini è abbonata ai look audaci e ama trasgredire le regole. Nel 2014 non è andata diversamente. Se tra i consigli c'è anche quello di indossare un vestito di pizzo color cipria, sarebbe meglio evitare eccessive trasparenze. La showgirl non se l'è sentita di rinunciare al suo carattere esuberante e ha scelto un abito in cui dominava il "vedo" sul "non vedo", abbinandolo a una stola in pelliccia bianca e una borsetta a forma di casa. E la si ama proprio per questo.

Valeria Marini nel 2014
Valeria Marini nel 2014

Tra le regole non scritte ma che sarebbe buona norma seguire c'è anche quella di evitare vestiti eccessivamente pomposi. Dvora Ancona nel 2019, non solo ha scelto una maxi gonna in tulle ma l'ha anche voluta decorare con delle luci integrate. Insomma, l'illuminazione in sala si spegne, ma non quella che indossa lei.

Dvora Ancona nel 2019
Dvora Ancona nel 2019

C'è chi il Teatro alla Scala lo ha proprio voluto indossare, attaccando sul suo abito le storiche locandine. Un look realizzato da Dolce&Gabbana a cui ci sentiamo di chiedere di lasciare i poster attaccati all'ingresso la prossima volta.

Una spettatrice in Dolce&Gabbana nel 2018
Una spettatrice in Dolce&Gabbana nel 2018

Un po' troppo appariscente anche Marta Marzotto, che nel 2010 ha voluto sfoggiare una mantella leopardata giallo vivo, nonostante sia bene evitare i colori sgargianti. Uno scivolone che da lei non ci saremmo mai aspettati, ma erano gli anni Duemila e la moda non stava vivendo sicuramente il suo periodo più sobrio.

Marta Marzotto nel 2010
Marta Marzotto nel 2010

Infine, qualcuno deve aver preso troppo sul serio il consiglio di puntare sui gioielli. Si parlava di parure, non di corone, e soprattutto avrebbero dovuto fungere da decorazione per un vestito sobrio e pulito.

Una spettatrice nel 2019
Una spettatrice nel 2019
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