Costruire una mitologia non è semplice. Non è semplice legare la propria storia personale di cantante a un’estetica e a uno stile definiti, soprattutto per le dive degli anni Sessanta, la cui carriera, seppur con qualche eccezione, è sempre stata basata solamente sulla voce. Non è il caso di Loredana Berté, che da Bagnara Calabra, passando per le Marche, ha dato vita a un'identità forte, che è rimasta illesa nonostante le mille difficoltà di una vita tormentata. La storia del Festival di Sanremo corre parallela a quella di Berté, che ha preso parte a ben 12 Festival della canzone italiana e che, esattamente trent'anni fa, portava all'Ariston Amici non ne ho. Dopo l'edizione 2024, invece, di amici e ammiratori ne ha tanti, davvero tantissimi.
Il debutto al Festival di Sanremo con il pancione finto
È il 1986 e Loredana Berté debutta al Festival di Sanremo con Re, brano scritto da Pino Mango. A scandalizzare il pubblico ancora troppo perbenista della Rai anni Ottanta ci pensa il look che la cantante porta sul palco. Mini abito in pelle nera, stivali texani per un look firmato da Luca Sabatelli, Berté sale sul palco dell'Ariston con una pancia finta, che simula una gravidanza, stessa mise indossata anche dalle due ballerine che l'accompagnano. Come ha raccontato lei stessa:
"Era un’ammissione di verità e personalità della donna nella sua dimensione più vera. Forse la gente crede che la donna incinta debba per forza soffrire in un letto e aspettare il lieto evento con un medico e una levatrice a fianco, invece che ballare, cantare, ed essere se stessa soprattutto in quei momenti così importanti per lei.”
La coreografia di Franco Miseria prevedeva che il focus fosse su Berté che cantava e ballava e non sul pancione finto, ma ovviamente l'abito provocatorio fece discutere e divise il pubblico. Per spiegare meglio questo momento e questo abito è necessario raccontare che Loredana Berté veniva da un'altra esibizione con tanto di look indimenticabile e discutibile per l'epoca: la vittoria al Festivalbar 1982 con Non sono una signora, culminata con un'esibizione magistrale di Berté che indossava e ballava con un abito da sposa casto all'apparenza, ma che in realtà nascondeva body super in pieno stile Loredana.
Sanremo 1994, il duetto con la sorella Mia Martini
Loredana Berté torna a Sanremo nel 1994, dopo la partecipazione del 1993 con In questa città, canzone magistrale scritta da Pino Daniele. La cantante sta attraversando un periodo complesso sul piano personale a causa della relazione tossica con il marito Björn Borg. Nel 1989 l'ex tennista tenta il suicidio, ma viene salvato da Berté, la quale a sua volta, sempre più prigioniera di un matrimonio problematica, tenta di togliersi la vita nel 1992: proprio in questa drammatica circostanza, la cantante si riunisce con la sorella Mia Martini. Le due sorelle partecipano al Festival del 1994 con Stiamo come Stiamo, un manifesto scritto da Loredana Berté sulla crisi generale degli anni Novanta.
Come dichiarato da Berté stessa "per la prima volta indossai un tailleur", anche se la tradizionale trasgressione della regina del rock italiano non è mancata: nonostante gli abiti tradizionali ed eleganti firmati Armani, lei sfoggia un paio di sneakers al posto delle scarpe con il tacco. Anche in quell'occasione, Loredana Berté non rinuncia al fiocco rosso, simbolo della lotta contro la violenza di genere che l'artista porta anche quest'anno sul palco dell'Ariston.
Amici non ne ho, Sanremo 1994 e il manifesto di Loredana Berté
"È opinione generale, quella che non so cantare e che vesto sempre male. Per la stampa nazionale, mi suicido per campare, come sponsor l'ospedale, amici non ne ho" canta Loredana Berté sul palco di Sanremo 1994, dove incanta tutti con Amici non ne ho, una canzone dal testo ruggente e struggente, cantato con la sua voce graffiata che lascia trasparire la sofferenza e la lotta interiore. Proprio per via di questo testo, la Pazza di oggi è un testo manifesto: è la rivincita di Berté su tutte le maldicenze dette dagli altri e che lei stessa ha introiettato, gravando in modo serio sulla sua salute mentale. Una rivincita simbolo di una maturità intellettuale che è elaborazione di un passato che ancora lascia i segni.
Per quell'edizione dove cantava "non so cantare e vesto sempre male", Loredana Berté sceglie una serie di abiti total black: il mood dei vestiti rispecchia da un lato dark della canzone e dall'altro esalta la femminilità complessa della cantante. Le vibrazioni audaci che emanano i look dell'artista sono riportati all'Ariston anche nel 1997 con Luna: Berté porta completi in pelle e tanta grinta, ma indubbiamente la fine degli anni Novanta è un periodo drammatico della sua vita, con i problemi legati alla relazione tossica con Borg che si sommano al suicidio della sorella Mia Martini.
Gli anni Duemila: il ritorno in coppia con Gigi D'Alessio
I Sanremo dei primi anni Duemila sono purtroppo musicalmente dimenticabili per Loredana Berté. Le condizioni sulla salute mentale della regina del rock italiano destano preoccupazioni tra fan, stampa e addetti ai lavori. Dopo essersi mostrata in manette sul palco dell'Ariston nel 2008 dopo che la sua canzone era stata squalificata, Loredana Berté torna a incantare la platea di Sanremo nel 2012, in coppia con Gigi D'Alessio. I suoi capelli corvini si abbinano ai suoi iconici occhiali a mascherina: anche in questa edizione gli abiti sono neri e audaci, con un vestito midi in velluto con scollo a V che contrasta con i guanti in pelle da motociclista.
Il tributo di Valentino all'icona Loredana Berté
Dopo questa carrellata nel tempo, arriviamo a questi giorni, quelli in cui Loredana Berté approda al Festival con Pazza, amata trasversalmente da adolescenti agli over 70: una marea d'amore per una donna simbolo di una femminilità lontana da qualsiasi retorica. Non è un casa che a vestirla in quella che lei dice sarà il suo ultimo Sanremo sia Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo visionario di Valentino. Il fiocco simbolo di sorellanza e supporto è ancora lì, su quegli abiti sartoriali che illuminano le gambe toniche e forti che sostengono 40 anni di carriera.
Per la seconda serata ecco un abito custom made per l'antieroina della musica italiana, con una cascata di piume tutte ricamate. Il debutto con la canzone premiata dalla stampa italiana è un abito nero corto, quasi in stile college, dal quale spunta una classica camicia bianca, la black tie di Valentino e la piccola borsa in pelle. Le balze bianche sono quel tocco quasi infantile e lezioso, uno dei lati che più amiamo di Loredana. Non sappiamo se Pazza trionferà in questa edizione, ma è quasi commovente vedere all'Ariston l'omaggio della moda a un'artista che ha rivoluzionato la cultura italiana anche con i suoi abiti.