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Perché le divise collegiali sono in tartan: dal punk alla Regina, storia della fantasia a quadri

Il tartan è entrato nell’immaginario collettivo pop come la trama delle divise scolastiche di film e serie tv: ecco come il simbolo di una rivoluzione è diventato sia emblema di prestigio che la fantasia per eccellenza della cultura punk.
A cura di Arianna Colzi
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Una scena di Gossip Girl
Una scena di Gossip Girl

Settembre significa ritorno sui banchi. In Italia gli studenti delle scuole pubbliche non devono indossare uniformi, ma il nostro immaginario collettivo vola subito alle decine di serie tv e film statunitensi e anglosassoni nei quali i protagonisti indossano divise tartan. Da Derry Girls fino a Gossip Girl, passando per l'intramontabile Pretty princess, le uniformi scolastiche sono entrate a far parte della pop culture, definendo lo stile college che poi è stato ripreso anche nelle collezioni dei grandi brand e negli outfit di tutti i giorni. Ma come nasce il mito del tartan?

Breve storia del tartan

Se tutti (o quasi) sanno che il tartan nasce in Scozia, in pochi sanno che questa fantasia a quadri nasce come simbolo identitario della ribellione scozzese. Il termine tartan infatti, deriva dal francese tiretain e che ben rappresenta il tessuto contrapposto utilizzato per creare i quadrati che rendono iconico il tessuto. Nel 1815 i capoclan scozzesi, all'epoca ribelli in lotta contro la Corona britannica, si identificano con diversi tartan: il tessuto acquisisce un valore dispregiativo poiché è il segno distintivo di ogni clan. Il suo successo odierno ha molto a che fare con le sue origini, perché anche oggi lo si utilizza proprio come simbolo di appartenenza a una comunità, in questo caso la scuola o il college.

Anne Hathaway in Pretty Princess
Anne Hathaway in Pretty Princess

Come scrive CNN, infatti, è stato il leader militare giacobita Charles Edward Stuart a fare del tartan un simbolo potente, guidando le sue forze interamente abbigliate in tartan durante la rivolta del 1745, poi fallita, che aveva lo scopo di riportare la leadership cattolica della sua famiglia sul trono britannico. Il tartan quindi diventa il plaid del popolo, simbolo di una rivalsa tentata ma mai ragiungo. Per un periodo è stato bandito dal Dress Act, ossia la legge scozzese che per decenni ha vietato l'utilizzo di questi capi. All'inizio dell'Ottocento, poi, il tartan torna di moda grazie alla grande passione della regina Vittoria per questa fantasia e si lega indissolubilmente alla famiglia reale. In questo periodo avviene il primo cambiamento culturale di quello che era il tartan, che diventa simbolo di ricchezza e privilegio. Per la prima volta viene utilizzato nelle scuole del Regno per promuovere il prestigio e il patrimonio anche degli istituti stessi.

Rory Gilmore (Alexis Bledel) con l'uniforme tartan della sua scuola in "Una Mamma per amica"
Rory Gilmore (Alexis Bledel) con l'uniforme tartan della sua scuola in "Una Mamma per amica"

Il tartan nel Novecento tra ribellione e tradizione

Ma quindi perché questo un tessuto oggi considerato glamour, nasce come simbolo di ribellione per poi diventare simbolo di privilegio di classe? Negli Stati Uniti, per esempio, il tartan viene introdotto prima in quegli stati che erano stati colonie britanniche. Il tessuto diviene la base delle divise in plaid delle scuole a partire dagli anni Sessanta. Proprio in quel decennio esplode la popolarità del tessuto, portato sul mercato dai principali fornitori di divise per scuole cattoliche dell'epoca, come le aziende Bendinger Brothers e Eisenberg e O'Hara. Dunque, nel secolo scorso il tartan si configura inizialmente come il tessuto per eccellenza delle scuole cattoliche, distinguendo i suoi studenti dagli altri istituti. Dagli anni Ottanta in poi, il tartan entra anche nelle scuole pubbliche statunitensi, le cui divise erano realizzate prevalentemente in plaid. Nasce così l'estetica preppy, quello stile collegiale in cui il tartan è l'elemento protagonista che poi sarà ripreso da decine di serie ambientate nel mondo scolastico statunitense (e non solo).

Serena van der Woodsen (Blake Lively) in Gossip Girl
Serena van der Woodsen (Blake Lively) in Gossip Girl

Prima di approdare, negli anni Novanta, nei grandi brand fast fashion come Gap e altri, il tartan è stato anche tessuto per eccellenza dell'estetica punk. Vivienne Westwood nella collezione Autunno/Inverno 1988-89 Time Machine porta in passerella il tartan e altri elementi iconici della tradizione scozzese, come la cornamusa che accompagnava l'intera sfilata. Poi con la collezione Anglomania dell'Autunno/Inverno 1993-94, la designer britannica reinterpreta il tradizionale tessuto scozzese riportando quella connotazione ribelle che era andata persa con la diffusione su larga scala delle divise. Per quella collezione Vivienne Westwood ha collaborato con tessitori scozzesi per disegnare il suo tartan personale: il celebre MacAndreas, dal nome del marito e partner di design Andreas Kronthaler.

Vivienne Westwood con Naomi Campbell con abito tartan e Kate Moss dopo la sfilata 1993-94
Vivienne Westwood con Naomi Campbell con abito tartan e Kate Moss dopo la sfilata 1993-94

Questa variante è stata aggiunta ufficialmente al Registro scozzese dei tartan, dipartimento che si occupa di tutelare questo tessuto dall'alto valore storico e che contiene centinaia di modelli diversi: per entrare a far parte del registro un tessuto deve soddisfare criteri precisi ed esiste perfino una banca dati dei tartan aggiornata regolarmente. Dentro ci sono i celebri intrecci rossi, blu, verdi, bianchi e gialli del tartan Royal Stewart, ossia il modello personale della regina Elisabetta II.

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