Perché la moda rallenta ma il mercato del lusso cresce? Le previsioni per il 2023
Proprio nel momento in cui le conseguenze del lockdown sembravano un incubo lontano una nuova crisi minaccia la moda: la guerra in Ucraina, l’aumento dell’inflazione e l'aumento dei prezzi sulle catene di approvvigionamento potrebbero colpire il settore moda nel 2023. Con una nota positiva: il comparto del lusso, in controtendenza, continua a crescere. Questa è la fotografia del rapporto “The State of Fashion 2023” stilato da McKinsey&Company e The Business of Fashion, uno strumento utile per capire cosa succederà nei prossimi mesi.
Cosa succederà al settore moda nel 2023
Nonostante la ripresa dell'industria della moda dopo la pandemia alcuni fattori straordinari hanno interrotto il trend positivo. Lo scoppio del conflitto in Ucraina, spiega il rapporto, ha innescato una crisi energetica in tutta Europa e reso l'economia globale più fragile nel suo complesso. Costo dell'energia e inflazione hanno fatto alzare il drasticamente il costo della vita, costringendo i cittadini a cambiare le proprie abitudini d'acquisto. Negli Stati Uniti, per esempio, si è osservato che tre quarti dei consumatori hanno scelto brand e prodotti più economici a partire da aprile 2022.
Perché il settore del lusso continua a crescere
Dal rapporto emerge anche un altro dato, apparentemente in contraddizione: nel 2023 sarà il comparto del lusso a trainare l'industria della moda: si prevede un aumento delle vendite di circa il 10%. Perché questa discrasia? Le famiglie con reddito più elevato sono quelle meno colpite dalla crisi e, secondo gli esperti, continueranno ad acquistare soprattutto beni di lusso.
In tempi di crisi, infatti, si tende a concentrarsi sui beni rifugio (orologi, gioielli ma anche borse di lusso) destinati a durare nel tempo, piuttosto che sulle mode del momento. Tra i Paesi in cui si prevedono crescite maggiori nell'anno che verrà ci sono Medio Oriente e Nord America. La Cina, che aveva trainato la ripresa post Covid anche grazie al "revenge shopping" è invece scivolata in secondo piano nel breve termine.