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Perché il futuro della moda è degli stilisti africani

Gli stilisti africani stanno lasciando il segno. Da Thebe Magugu a Katungulu Mwendwa, il loro successo sembra destinato a crescere, ma non mancao gli ostacoli.
A cura di Giusy Dente
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Fashion In Motion, sfilata di Thebe Magugu a Londra (2022)
Fashion In Motion, sfilata di Thebe Magugu a Londra (2022)

Gli stilisti africani stanno lasciando il segno, imponendosi con le loro visioni e la loro espressione artistica. Sono tra i più in voga al momento, apprezzatissimi anche da celebrità come Beyoncé, Alicia Keys e Naomi Campbell, che amano sfoggiarne le creazioni. È su di loro, che il mercato punta per il futuro. Tra quelli più in vista: Thebe Magugu, Sindiso Khumalo, Judy Sanderson, Sarah Diouf (fondatrice di Tongoro), la keniota Katungulu Mwendwa, Artsi Ifra (fondatore di Maison ARTC).

Come cambia il mondo della moda

Lo stilista sudafricano Thebe Magugu nel 2019 ha vinto il premio LVMH 2019, un sostanzioso contributo di 300.000 euro che gli ha permesso nel 2024 di coronare il suo sogno e fondare la propria Casa di moda a Johannesburg. Lui è uno dei tanti, del panorama mondiale contemporaneo, su cui si è pronti a puntare per il futuro. Ci sono molti nomi che si stanno facendo notare, come ha spiegato Serge Carreira, che monitora proprio i marchi emergenti presso la Fédération de la Haute Couture et de la Mode, l'organismo di governo dell'industria della moda francese. Lui ha evidenziato proprio un crescente interesse per i nuovi designer africani a livello globale.

Fashion In Motion, sfilata di Thebe Magugu a Londra (2022)
Fashion In Motion, sfilata di Thebe Magugu a Londra (2022)

Il pubblico è affascinato da queste realtà così diverse e variegate, ciascuna con la propria visione, ciascuna con una propria voce e una forte identità, ma tutte ugualmente capaci di rappresentare degnamente il continente, in modo creativo e coloratissimo. Questo, sia salvaguardando la tradizione che aprendosi agli stili contemporanei. Alla CNN Serge Carreira ha spiegato. "Credo fermamente che entro i prossimi 10 anni ci saranno almeno due o tre case africane che saranno indipendenti accanto ai grandi marchi europei indipendenti".Un rapporto UNESCO del 2023 sul settore della moda in Africa ha previsto che la domanda di Haute Couture africana aumenterà del 42% entro il 2033, spinta in parte dalla crescita dell'e-commerce.

New York Fashion Week, sfilata Tongoro
New York Fashion Week, sfilata Tongoro

Potrebbero fare da freno, però, aspetti non trascurabili come la mancanza di finanziamenti, le scarse infrastrutture, gli inadeguati programmi di formazione per far avvicinare i giovani. È quello che sperimenta Thebe Magugu stesso, pensando per esempio alle tasse che è costretto a pagare quando importa tessuti in Sudafrica, uno dei tanti problemi che rendono le cose difficili per le piccole imprese, per i designer emergenti che hanno voglia di farsi conoscere. Per questo, la designer keniota Katungulu Mwendwa ha fatto una scelta precisa quando ha lanciato il suo marchio Katush nel 2014.

New York Fashion Week, sfilata Tongoro
New York Fashion Week, sfilata Tongoro

Lei ha la sostenibilità come pilastro fondante dell'attività: "Cerchiamo di creare articoli realizzati al 100% nel continente". Persino i bottoni sono intagliati a mano in Kenya, mentre il cotone arriva solo da Burkina Faso, Uganda e Tanzania. Viene inviato ai tessitori di Nairobi e lì lavorato, per dare vita alle sue creazioni. Ma anche trasportare tessuti da un capo all'altro del continente ha i suoi costi. Le Settimane della Moda restano eventi importanti per rafforzare la propria immagine. A tal proposito Mwendwa ha detto:

La moda non esiste in isolamento. È importante per il mio marchio e marchi come il mio avere quella presenza globale. È così fondamentale per noi keniani anche solo poter condividere il nostro lavoro con il continente e con il mondo e provare quel senso di orgoglio.

Difatti il rapporto UNESCO sottolinea proprio che i Paesi dove si svolgono eventi di moda ben strutturati (Nigeria, Marocco e Sudafrica) hanno industrie della moda meglio sviluppati. Merito delle connessioni che si creano, dei legami, dei contatti, essenziali sia per lo scambio di idee che per attirare nuovi potenziali acquirenti. Ne è convinta la designer sudafricana Judy Sanderson: "C'è bisogno di un ponte". Sanderson, Mwendwa e Magugu sono tra i più presenti, agli eventi internazionali.

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