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Patagonia ceduta a un’organizzazione no profit, il fondatore: “L’ho donata al pianeta Terra”

I guadagni dell’azienda specializzata in abbigliamento da escursione saranno investiti in azioni di contrasto al cambiamento climatico. Il fondatore Yvon Chouinard, 83 anni, è da sempre un fervente ambientalista.
A cura di Beatrice Manca
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"Abbiamo appena donato la nostra azienda al pianeta Terra". Con queste parole Yvon Chouinard, il fondatore di Patagonia, brand statunitense specializzato in abbigliamento da escursione, ha annunciato di aver ceduto l'azienda a un’organizzazione non profit da lui stesso creata. I guadagni dell'azienda, in questo modo, saranno investiti in azioni di contrasto al cambiamento climatico. Una mossa insolita, ma che rispecchia pienamente i valori e la filosofia del brand, da sempre impegnato a creare capi sostenibili, in grado di durare nel tempo. In una lettera diffusa sui social e sul sito, Chouinard scrive: "La terra ora è il nostro unico azionista".

L'impegno di Patagonia per l'ambiente

Yvon Chouinard ha annunciato con un comunicato stampa di aver trasferito a una fondazione da lui creata, il Patagonia Purpose Trust, il 2% delle azioni con diritto di voto. Il 98% delle azioni, invece andrà alla no profit Holdfast Collective, senza alcun beneficio fiscale per gli ex proprietari. L’obiettivo è di lavorare attivamente per combattere la crisi ambientale, promuovendo i valori del marchio sotto la supervisione dei fondatori. Da anni, infatti, Patagonia è impegnata per una moda veramente sostenibile, ben prima dell'ondata green degli ultimi anni. Dalla scelta dei materiali fino alle donazioni alle associazioni, Patagonia ha fatto dell'ambiente la sua bussola e il suo core business: vestiti per chi ama la natura, fatti nel rispetto della natura. L'azienda, per esempio, mette a disposizione tutorial su come riparare i capi danneggiati, disincentivando all'acquisto di nuovi: famosa una campagna pubblicitaria in cui invitava esplicitamente i clienti a "non comprare questa giacca".

Chi sono i nuovi proprietari di Patagonia

L'azienda è stata fondata da Chouinard, alpinista e sciatore, nel 1973 e fino a questo momento è sempre una società privata, gestita da Chouinard e dai suoi familiari. Attualmente si stima generi un fatturato da 100 milioni l'anno. Il fondatore, oggi 83enne, non ha mai voluto venderla né quotarla in borsa per paura che i nuovi proprietari "tradissero" i valori ambientalisti del brand, così hanno deciso di donare le azioni a una no profit: i guadagni che non verranno re investiti nell'attività produttiva serviranno a finanziare progetti contro la crisi climatica. Chouinard e il suo team continueranno a supervisionare la fondazione e mantengono il diritto di voto sulle scelte strategiche dell’azienda, pur non essendo più i proprietari. In un'intervista al New York Times ha spiegato la sua decisione e la volontà di mandare un messaggio: un nuovo modello di business, più orientato al progresso e meno al profitto, è possibile.

La lettera aperta del fondatore di Patagonia

Sul sito di Patagonia il fondatore ha pubblicato una lunga lettera in cui spiega tutti i fattori in gioco: "Invece di ‘diventare pubblici', possiamo dire che stiamo ‘perseguendo uno scopo'. Invece di estrarre valore dalla natura e trasformarlo in ricchezza per gli investitori, useremo la ricchezza creata dalla Patagonia per proteggere la fonte di tutta la ricchezza". La lettera si chiude con un appello a impegnarsi, concretamente e con decisione, per invertire la rotta: "Nonostante la sua immensità, le risorse della Terra non sono infinite, ed è chiaro che abbiamo superato i suoi limiti. Ma è anche resistente. Possiamo salvare il nostro pianeta se ci impegniamo".

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