Oliviero Toscani, il ricordo di Ballario: “Gli stupidi vedono il bello nel bello, gli intelligenti nel caos”
Oliviero Toscani è morto lunedì 13 gennaio a 82 anni: alcuni mesi fa aveva raccontato di soffrire di una malattia rara, l’amiloidosi. Con lui se ne va un artista geniale e irriverente, che come pochi altri ha saputo raccontare in immagini l'attualità, anche nei suoi risvolti più difficili. Lo ha fatto scattando fotografie iconiche dal messaggio potente, espresso in modo spesso crudo, ma necessario per scuotere davvero le coscienze e spingere a una riflessione più ampia, capace di andare oltre l'immagine in sé. Nicolas Bellario ha a lungo lavorato col geniale fotografo milanese. Raggiunto telefonicamente da Fanpage.it, ha ricordato il suo maestro.
"Era un uomo difficile"
Il privilegio di lavorare con un professionista così geniale si scontrava con la difficoltà di avere a che fare con una persona certamente complessa: impossibile stare al suo passo. Nicolas Bellario difatti ricorda: "Dal punto di vista personale era un uomo molto difficile, capace di arrabbiature epiche, ma divertentissimo, intelligentissimo, colto e soprattutto molto generoso. Dal punto di vista della fotografia io credo che lui sia uno dei pochissimi nomi italiani del Novecento che veramente verranno ricordati nella storia dell'arte, anche se lui dall'arte si è sempre voluto un po' discostare. È stato un grande rivoluzionario e soprattutto ha sempre fatto politica attraverso le immagini e se c'è una cosa che noi gli dobbiamo è di continuare questa sua battaglia".
"Tutti devono saper fare tutto"
Nel percorso professionale di Nicolas Bellario c'è molto, dell'impronta di Oliviero Toscani, che sin dall'inizio (e anticipando i tempi) ha concepito arte, fotografia, comunicazione, media e pubblicità come un tutt'uno. I suoi esordi professionali nel mondo dell'arte risalgono proprio alla factory La Sterpaia, la scuola-laboratorio di Toscani dove è arrivato nel 2006, 22enne. Poi ha proseguito sperimentando diversi linguaggi nel mondo della comunicazione: le mostre con Arthemisia, la tv con Sky Arte e poi la radio, i podcast, il giornalismo. Nel 2022 ha curato l'esposizione Professione fotografo, per celebrare gli 80 anni di Toscani, a cui è sempre rimasto profondamente legato. Da lui ha imparato una lezione importante: "Tutti devono saper fare tutto. Io da lui ho imparato che la vita è fatta di approcci orizzontali e non verticali. È una balla enorme, che ci si deve concentrare solo su una cosa. Non è vero, perché se tu hai un obiettivo in mente, ci sono tanti mezzi per raggiungerlo. Lui mi ha insegnato proprio questo". Nella società moderna, dove tutto è veloce e siamo perennemente connessi, con uno smartphone in mano e un tablet nell'altra, siamo forse più abituati a una concezione dinamica di comunicazione, che non era affatto così immediata 50 anni fa.
Eppure Olivieri Toscani sin dall'inizio si è sempre mosso così: "Lui ha iniziato a farlo da subito, quando non era così scontato e semplice. Adesso è facile, ma lui l'ha capito molto prima degli altri. Il mondo ancora deve accorgersi di quanto lui sia stato un anticipatore. Ha veramente cambiato le regole del gioco nel campo della fotografia, della pubblicità. Ha preso tutte queste cose, le ha mischiate insieme e ne ha fatto qualcosa di grande. Lui diceva di non accorgersi, di essere così avanti sui tempi. Ma io sospetto che invece sotto sotto lui sapesse, sapesse bene il valore che aveva nel mondo. Il mondo cambiava con lui: era un tale anticipatore che sembrava che in qualche modo il mondo lo inseguisse. Diceva delle cose che sembravano delle stupidaggini e poi dopo 4-5 anni ti accorgevi che aveva ragione. Ma a quel punto lui era già scappato altrove".
"Sembrava un animale in gabbia"
La malattia è stata una condanna per un uomo come lui così dinamico. Ma se il suo corpo era stato in qualche modo costretto a rallentare, lo stesso non era accaduto alla sua mente: "Io l'ho visto martedì l'ultima volta ed era lucidissimo, combattivo: abbiamo parlato di tante cose, anche di politica". Difficile accettare l'amiloidosi: "La malattia non l'ha vissuta bene, perché lui ha sempre fatto del muoversi e del non stare mai fermo la sua vera forza. Questa malattia lo costringeva a stare fermo: era arrabbiato, sembrava un animale in gabbia e le bestie ingabbiate sono tristi. Però lucidissimo, sempre sul pezzo e credo che questo lo abbia fatto arrabbiare ancora di più, perché aveva la mente che viaggiava e il corpo costretto in una poltrona. Questo lo ha lentamente ucciso".
"Era esagerato in tutto"
Da uomo senza peli sulla lingua, che non ha mai fatto passi indietro quando si è trattato di esprimere un pensiero sincero seppur divisivo, Oliviero Toscani è stato spesso al centro di accese polemiche. Non sono mancate le critiche per alcune sue esternazioni: "Lui delle critiche se ne è sempre fregato. Non so come facesse, ma aveva veramente una scorza dura. In qualche modo lui sapeva di navigare nella direzione giusta. Era spesso offensivo, ma era esagerato in tutto e quindi lo era anche nella parola. Parlava molto, ma dava molto peso alle parole".
"Gli stupidi vedono il bello solo nelle cose belle"
Nella sconfinata produzione di un talento di questa portata diventa difficile isolare una sola immagine più di tutte: "È il suo lavoro che parla" ha commentato Nicolas Ballario. Però ricorda bene una foto di cui ultimamente Oliviero Toscani parlava spesso: "Soprattutto nell'ultimo periodo la citava tantissimo. Era una fotografia fatta negli anni '70 a Carmelo Bene. A quella fotografia era veramente molto legato. Diceva che doveva fotografarlo per Vogue, era un giorno di pioggia. Carmelo Bene arrivò sul set con delle pantofole di velcro bagnate, una giacca abbottonata male, la patta aperta, tutto zuppo d'acqua. Lui l'ha guardato un po' stranito e Carmelo Bene col suo vocione gli ha detto: C'è qualcosa che non va? Oliviero diceva sempre che in quel momento aveva capito che gli stupidi vedono il bello solo nelle cose belle, mentre per essere intelligenti bisogna andare al di là, bisogna andare anche nel caos, nel disordine, nelle cose che apparentemente non ci sembrano belle".