Nudo, libero, autentico: perché Blanco in boxer è un manifesto generazionale (che ci fa impazzire)
Le corse nudo nei boschi, i tatuaggi, la musica che non si può incasellare in nessuna etichetta, i biglietti per il tour Blu Celeste andati sold out in poche ore. Questa è la fotografia essenziale di Blanco, il diciottenne bresciano che in meno di un anno è riuscito a passare da illustre sconosciuto a uno dei partecipanti in gara al prossimo Festival di Sanremo, in coppia con Mahmood. In mezzo ci sono brani di successo come Mi Fai Impazzire e uno stile assolutamente nuovo e sincero, post punk e intimista, difficilmente inquadrabile in un'etichetta. Blanco nei suoi brani si mette a nudo, e la stessa autenticità la ritrova cantando senza pantaloni e correndo nudo nei boschi.
Lo stile post punk di Blanco
Classe 2003, Blanco è cresciuto in provincia e ne va orgoglioso: lì ha potuto sperimentare e osare senza le pressioni di una grande città. Crudo, carnale, autentico, incisivo: nella sua musica urla la voglia di essere libero dal dolore, dalle regole, dalle etichette, dalle aspettative.
Nella sua musica – e nel suo stile – si mischiano influenze diverse, da Machine Gun Kelly al pop punk di fine anni Novanta, dai Blink182 ai Green Day. I suoi look sono la versione aggiornata di quelli di Tom DeLonge: capelli a spazzola, jeans stinti, magliette con tagli fatti ad arte. Il guardaroba è ridotto all'essenziale, sempre con un tocco dissacrante: canottiere bianche, anfibi neri e tanti, tantissimi tatuaggi. Sul petto ha un angelo con una corona di spine, più in basso la scritta Celeste. Ma il capo con cui si sente più a suo agio (e con cui posa più spesso) sono i boxer.
Perché Blanco canta in mutande
Per un diciottenne che si considera ancora un ragazzo di provincia (e non un idolo da 900mila follower) Blanco è già corteggiato dall'alta moda: ad agosto ha cantato nella Boiler Room di Valentino, dove ha abbandonato i jeans stinti e le t-shirt strappate per un impeccabile cappotto color tortora. Camicia bianca e giacca due bottoni: non mancava proprio nulla se non…i pantaloni. Ma per lui non è una novità: sulla copertina del disco Notti in Bianco corre nudo tra i campi, che è il suo modo di sfogarsi anche quando nessuno lo fotografa.
La nudità, per Blanco, non è una provocazione e non ha nulla a che fare con il sex appeal: è una liberazione. Un'abitudine che si porta dietro da quando ha scritto il suo primo album in mutande, nella casa dei suoi genitori. In un'intervista a Rolling Stones il suo produttore, Michelangelo, racconta che registra perfino in studio così, per calarsi nei pezzi punk. In un mondo dove il lusso fa da padrone Blanco rinuncia al logo, alla firma, alle sovrastrutture e alle etichette. E si mette a nudo con le parole e con gli abiti, perché non siamo mai così liberi (e così autentici) come quando ci spogliamo.