Nina Rima, a 17 anni l’amputazione e la protesi: “Mi piace essere diversa, l’imperfezione è unicità”
Sul red carpet dell'ultimo Festival del Cinema di Venezia ha sfilato, in quanto ospite della premiere del film The Killer, anche Nina Rima. L'influencer "bionica" ha percorso il tappeto rosso tra i flash dei fotografi, col sorriso stampato sulle labbra e la sua protesi alla gamba bene in mostra. C'è stato un tempo in cui quella parte del corpo la copriva. A Fanpage.it ha raccontato che suo padre, dopo l'amputazione, le aveva portato un lenzuolo giallo in ospedale, affinché si coprisse, così che la vista dell'arto mancante non creasse fastidio o disagio: "Non l'ho presa benissimo, perché purtroppo non era una cosa che potevo controllare". Difatti lei di quel lenzuolo si è subito liberata, lasciando andare piano piano, con esso, anche le insicurezze e le preoccupazioni sul futuro.
Chi è Nina Rima
Nina Rima ha 23 anni e sei anni fa, in seguito a un incidente stradale, ha perso la gamba sinistra: le è stata amputata poco più giù del ginocchio. Dopo due mesi in mezzo di ospedale e riabilitazione è tornata alla vita di sempre, alla vita di qualunque ragazza della sua età: "Me ne sono completamente fregata". Questo è l'approccio che ha mantenuto negli anni e che le ha permesso di non arrendersi di fronte alle difficoltà, alle critiche, alle porte in faccia: "Questa è la mia normalità" ha detto. Poco prima dell'incidente stava cominciando ad approcciarsi al mondo della moda: aveva preso contatti con un'agenzia, che è sparita una volta appresa la notizia dell'amputazione.
Per un attimo ha pensato di dover abbandonare i suoi sogni, di dover placare l'interesse per la moda e lo spettacolo che aveva sin da bambina. Ma poi qualcosa in lei è scattato: ha capito di non essere sola. Galeotto fu l'incontro con Paola Antonini: "È una modella brasiliana che ha una protesi tutta glitterata. Mi sono detta: perché no, se lo fa lei posso farlo anche io. Da lì ho iniziato a valorizzare il più possibile le mie cicatrici, il mio punto debole, per renderlo un punto di forza".
Cosa significa essere "bionica"
Il termine bionica con cui è conosciuta sui social per Nina Rima ha un significato importante. A Fanpage.it ha raccontato: "Sono diversa, mi piace essere diversa. Mi piace valorizzare la mia diversità e dare un messaggio positivo: qualunque sia la tua imperfezione non fa niente, rendila la tua unicità. Bionica mi piace molto come definizione: mi sa di qualcosa che resiste, che va avanti nonostante le difficoltà". Lei in effetti non si è mai arresa e ha avuto dalla sua parte molto appoggio, anche sui social.
Qui la community è cresciuta piano piano, ma in modo consistente e proprio da lì riceve continua spinta a non mollare: "Iniziavano a scrivermi: guardo le tue foto e mi trasmetti tantissima forza. Ho pensato di poter fare del bene. Ora sono soddisfatta, cerco di fare qualcosa che possa effettivamente dare una svolta, un aiuto. Quando ti arrivano messaggi di chi è stato amputato, di chi ha una disabilità, dai parenti dei diretti interessati con dei ringraziamenti, ti si riempie il cuore. Quando vedi che ciò che fai aiuta chi prima di vederti pensava fosse spacciato ti dici: sto facendo giusto, sto facendo bene". Ovviamente non mancano anche gli haters: "Mi è capitato di leggere: vabbè ma ti manca una gamba, che vuoi che sia?".
La moda è realmente inclusiva?
Sui social e sulle passerelle si vede poca inclusività, pochi corpi non conformi: c'è poca rappresentazione della diversità e della disabilità. Nina Rima pur lavorando con diversi brand, sa che non tutti hanno davvero a cuore questi argomenti. A Fanpage.it ha detto: "Ultimamente quasi tutte le aziende vogliono collaborare con chi è diverso, unico. Sono stati loro a iniziare a contattarmi e per me è stato motivo di orgoglio. Anche per questo forse ho iniziato ad accettarmi ancora di più. Negli anni stiamo facendo dei passi avanti, però io trovo che l'inclusività sia ancora una questione di moda. Se ne parla tanto, si fa anche abbastanza, ma non siamo arrivati a una vera parità".
Aprirsi alla diversità è un modo per arricchirsi
Nina Rima è abituata agli sguardi delle persone: c'è chi la guarda con curiosità, chi in modo benevolo, chi con cattiveria. Si è accorta che sono soprattutto i bambini ad avvicinarla e non la infastidisce. Ciò che le dispiace davvero è vedere genitori spaventati, che si allontanano invece di spiegare la diversità ai più piccoli: "Della serie: non guardare, non chiedere. Trovo sia sbagliatissimo: la curiosità in un bambino è la cosa migliore che possa capitargli. È giusta e sana, lo porta a conoscere il mondo e a trovare risposte. Girarsi dall'altra parte è come se insegnassimo che sono un mostro, che non merito di essere guardata". Lei stessa oggi è madre: "È incuriosita al massimo dalla protesi, vuole mettermela, vuole togliermela, me la porta, mi dà i bacini sul moncone. Sto insegnando a mia figlia a essere sensibile, empatica, aperta alla diversità. Questo la aiuterà in futuro".