Moschino, quando le stylist prendono il posto degli stilisti (e fanno centro)
Non c'è libertà senza caos, ripeteva spesso Franco Moschino, fondatore della Maison che quest'anno compie 40 anni e porta in scena alla Milano Fashion Week una sfilata-tributo a tutte le anime del grande creativo. Come annunciato alcuni mesi fa, a disegnare la collezione Moschino Donna Primavera/Estate 2024 sono state quattro stylist: Carlyne Cerf de Dudzeele, Katie Grand, Gabriella Karefa-Johnson e Lucia Liu, che sostituiscono (per questa collezione) Jeremy Scott alla guida del brand.
La sfilata prende spunto dall'archivio di Franco Moschino: ogni stylist ha disegnato dieci look. Forse non tutti però sanno qual è la differenza tra stilista e stylist: il primo disegna la collezione mentre la seconda figura si occupa di creare i look, abbinando i vari capi, che vediamo sfilare sulle passerelle.
Moschino: la Primavera/Estate 2024 è un tripudio di stili
La collezione-tributo rappresenta un interregno tra il vecchio, Jeremy Scott, e il nuovo, il futuro direttore creativo che Aeffe, la società madre del brand, deve ancora scegliere tra i possibili pretendenti. I dieci look di ognuna delle quattro stylist sono stati presentati come dei mini show nello show, ognuno con il suo finale, il suo mood e la sua colonna sonora. L'obiettivo sembra riuscito, riportando sulle passerelle l'eleganza, la satira, la provocazione e il carisma che Franco Moschino incarnava. Moschino, scomparso nel 1994, ha cambiato il rapporto della moda sia con il pubblico sia con gli addetti ai lavori, ironizzando sull'eccessiva serietà dell'Alta moda. E proprio questo è stato il messaggio che le quattro stylist: la moda è e deve essere entusiasmo, una performance corale capace di coinvolgere il pubblico, un'arte che sappia andare oltre gli abiti arrivando a far ballare anche il pubblico, come è accaduto oggi.
Quattro anime per quarant'anni di Moschino
Il primo segmento, disegnato da Carlyne Cerf de Dudzeele, reimmagina i capi più amati ed eleganti di Moschino in chiave contemporanea. Facendo sfilare i completi sartoriali in bianco e nero la stylist si chiede: "Che cos'è un classico oggi?". Il secondo mini show punta tutto sul denim: Gabriella Karofa-Johnson, che ammette di aver conosciuto il lavoro di Franco tramite Internet e i social media, ha reinventati – come atto di amore e ammirazione – i tipici cappelli da cowboy, gli orecchini oversize e gli abiti all'uncinetto. Il terzo atto, di Lucia Liu, rievoca il romanticismo di Moschino con tanta organza, abiti quasi di un'altra epoca: il colore preponderante è il rosa, arricchito da applique e copricapi in raso. L'ultimo atto, firmato Katie Grand, è la degna conclusione di un tributo pieno di amore: una performance che incrocia la danza contemporanea e il bianco e il nero, i colori amati da Franco Moschino, rendendo l'eredità del creativo ancora in grado di stupire e coinvolgere il pubblico.
L'universo visual di Moschino fa capolino sulla passerella con tante citazioni ai passati 40 anni di storia, come la t-shit con la scritta "Protect me from the fashion system" o nell'ultimo atto, dove i performer indossano abiti con la scritta Loud Luxury. Uno dei focus della sfilata è anche la collaborazione tra donne che hanno unito le forze per scavare nell'archivio Moschino. Nel finale le modelle sfilano, poi, abbracciate indossando jeans e t-shirt bianca con la scritta Borrow me, Wear me, Hug me. Un inno corale che supera la retorica dietro a tanti messaggi pinkwashing.
Chi sono le 4 stylist che hanno preso il posto di Jeremy Scott
Ma chi sono le 4 stylist che hanno realizzato la collezione Primavera/Estate 2024? Carlyne Cerf de Dudzeele, francese, è una sorta di icona nella moda di oggi. Per capirci, quando Anna Wintour divenne direttrice di Vogue America la nominò fashion director. Vive a New York e da anni collabora come stylist per servizi fotografici e sfilate (soprattutto quelle di Moschino sotto la direzione di Jeremy Scott, Versace sotto la direzione di Gianni e Alaïa). Sempre all'interno del mondo Vogue, ha collaborato per anni con Franca Sozzani. La sua conoscenza profonda dell'archivio Moschino ha reso i capi da lei disegnati per questa collezione ancora più calzanti rispetto all'immaginario del brand.
Katie Grand, stylist e giornalista britannica, è stata ed è tuttora considerata una pioniera nel mondo delle riviste di moda. Creatrice di riviste iconiche come Love Magazine, The Face, Dazed, ha fondato anche un nuovo magazine, The perfect, e collabora come editor per GQ, Vogue, The Interview. Il suo stile pop ed eccentrico l'ha resa la candidata ideale per prendere parte al tributo che ha sfilato oggi a Milano, viste anche le sue passate esperienze come stylist di brand quali Prada, Miu Miu, Marc Jacobs, Louis Vuitton, Tod’s, Loewe e Bottega Veneta. Quando ha ricevuto l'incarico Grand, si è data come obiettivo quello di trovare "cosa potesse mantenere viva l'eccitazione". Per questa collezione si è ispirata sia alla provocatoria collezione 1991, Ready to Where?, insieme al dipinto di Moschino Via col vento. Le parole chiave che hanno guidato il suo processo creativo sono state "caos organizzato".
Gabriella Karefa Johnson è una stylist (è suo lo styling della nuova campagna bucolica di Etro) celebre per essere diventata la prima donna afroamericana a firmare una storia di copertina. La copertina raffigurava la modella plus-size Paloma Elsesser, esaltando la body positivity e l'importanza di rappresentare corpi non conformi anche sul giornale di moda più rilevante al mondo, Vogue America, giornale per cui collabora anche come editor. Suo anche lo styling della famosa copertina di Vogue America dove Kamala Harris, vicepresidente USA, indossa un completo e Converse ai piedi. "Per me Franco ha incarnato il fatto che non devi seguire le regole della moda se non le tue", ha detto Karefa-Johnson a WWD quando gli è stato chiesto quale sia la più grande eredità dello stilista italiano, sottolineando la difficoltà delle scelte da fare
Lucia Liu è una delle stylist più richieste in Cina. È la prima vicedirettrice esecutiva donna e attuale direttrice moda di T Magazine China, lanciato nel marzo 2015. È stata direttice di Harper's Bazaar Cina e collabora con il New York Times, realizzando copertine anche per i-D, Glass and Dazed.