Milano Fashion Week 2024: si stima un indotto di 70 milioni di euro
Con l'inizio della Milano Fashion Week il capoluogo lombardo accoglie addetti ai lavori provenienti da tutto il mondo: giornalisti, influencer e fashion addicted che approdano sotto la Madonnina nella speranza di riuscire ad accedere a qualche sfilata. Un'affluenza in aumento rispetto allo scorso anno, grazie al ritorno dei buyer asiatici, assenti dagli appuntamenti degli ultimi anni. Per la stagione Autunno/Inverno 2024-25 un calendario ricco di appuntamenti anima la città meneghina fino a lunedì 26 febbraio, tra show ed eventi gratuiti, Milano ha gli occhi del mondo puntati addosso.
I numeri dietro la Milano Fashion Week
Secondo quanto stimato da Confcommerio l'indotto per la Milano Moda Donna Autunno/Inverno 2024-25 dovrebbe aggirarsi attorno ai 70 milioni di euro, in crescita del 22% rispetto al dato pre-pandemico del 2019. Sono state previste 100mila presenze (+10%) di cui 65mila stranieri, mentre lo scontrino medio atteso si attesta a mille euro. Un impatto positivo su tutti i negozi della città, non soltanto su quelli di lusso, anche i piccoli commercianti godranno di un incremento delle vendite circa del 10%, senza prendere in considerazione gli eventi come le mostre e i party. "Eventi come la fashion week consolidano il rapporto tra Milano, l’Italia, la moda e il made in Italy, con un vantaggio per la città", ha affermato Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo economico e lavoro del Comune di Milano.
I ricavi del comparto moda in Italia
Un settore, quello della moda, secondo i Fashion Economic Trends ha chiuso il 2023 con ricavi per oltre 102 miliardi di euro, un incremento del 4% sull'anno precedente. "L'export è salito del 4,2% e il saldo commerciale import-export ha raggiunto i 40 miliardi", ha commentato in una nota Matteo Zappas, presidente di Ice Agenzia. "I principali Paesi di destinazione si confermano Francia, Germania e Usa; le crescite più significative si sono registrate in Francia e Giappone, entrambi a +16%". Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana ha poi precisato: "L’export è un dato consolidato a prezzi industriali: a retail è molto più alto e ci dice che la moda italiana è un bene di primaria importanza per tutto il mondo".
L'appello alle istituzioni: supporto e investimenti
Capasa ha spronato il governo a sostenere il comparto, in quanto l'industria deve continuare a investire per rimanere competitiva, ma il rischio è che nell'attuale momento storico le aziende possano incontrare delle difficoltà, soprattutto le piccole medie imprese. "Il dovere delle istituzioni è accompagnare l’evoluzione di un settore importante, con 600mila occupati nell’industria e altrettanti nel terziario, un ambito che è stato anche sottovalutato. Ho partecipato all’incontro del Tavolo della moda portando al Governo una serie di richieste: l’aumento del supporto per investimenti in Ricerca&Sviluppo; misure, nell’ambito del piano Industria 5.0, pensate per aziende di piccola taglia. Infine, la formazione: abbiamo bisogno non solo di attirare nuovi talenti ma anche di insegnanti e vorremmo coinvolgere chi è in pensione da qualche anno nelle academy", ha commentato Capasa.