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Maschere sadomaso e Maneskin coi sex toy: perché la moda vuole farci esplorare il nostro lato fetish

Tra moda e mondo del fetish c’è un antico legame: da Versace ad Alexander McQueen, fino a Balmain, i designer hanno esplorato le fantasie tra cinghie, latex e collari. Mai come adesso la tendenza è esplosa.
A cura di Beatrice Manca
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sfilata Versace del 1992, Damiano David in Gucci, Kim Kardashian con un look Balenciaga
sfilata Versace del 1992, Damiano David in Gucci, Kim Kardashian con un look Balenciaga

Le foto dei look dei Maneskin a Sanremo con i sex toy indossati come gioielli da Damiano hanno fatto il giro del mondo. Tra chi si è scandalizzato (signora mia, dove andremo a finire!) e chi si è entusiasmato per questa nuova ondata di rivoluzione sessuale, una cosa è certa: il rapporto tra moda e universo fetish è più forte che mai. I ciondoli-sex toy infatti sono firmati Gucci e sono comparsi per la prima volta in passerella durante la sfilata Primavera/Estate 2022, la spettacolare Gucci Love Parade. Non è certo un fenomeno nuovo. Dalla fine degli anni Ottanta gli stilisti hanno sdoganato feticismi e trasgressioni in passerella. Da Gianni Versace ad Alexander McQueen, da Thierry Mugler fino a Balenciaga: oggi più che mai la moda gioca con maschere, cinghie, borchie, tute di latex. Perché?

I Maneskin a Sanremo con look Gucci e gioielli ispirati a sex toy
I Maneskin a Sanremo con look Gucci e gioielli ispirati a sex toy

Gucci e l'estetica BDSM (che piace anche ai Maneskin)

Non è la prima volta che Alessandro Michele, il visionario stilista di Gucci, porta i suoi feticci e le sue fantasie in passerella. La collezione Autunno/Inverno 2019-2020 era densa di citazioni sadomaso, dai collari con gli aculei alle maschere in pelle con le borchie. Un tema esplorato anche con la successiva collezione, la Primavera/Estate 2020, dove i modelli sfilavano con guanti in pelle e frustini, rendendoli accessori glamour.

Gucci Primavera/Estate 2020
Gucci Primavera/Estate 2020

Alessandro Michele mette la libertà di espressione individuale al centro della sua visione estetica, e questo comprende anche il sesso, libero da tabù e pregiudizi. Il mondo del BDSM – acronimo che sta per Bondage, Dominazione, Sado-masochismo – ha un preciso dress code fatto di imbracature, cinghie, frustini, guanti e capi in materiali insoliti come il latex: Alessandro Michele ha intrecciato questi elementi con l'alta moda, creando uno stile unico.

Damiano dei Maneskin con un sex toy alla cintura a Sanremo 2022
Damiano dei Maneskin con un sex toy alla cintura a Sanremo 2022

La collezione Primavera/Estate 2022 di Gucci ha portato questa visione a un nuovo livello: la grandeur hollywoodiana di piume e paillettes si intrecciava con body in latex, autoreggenti e scarpe con plateau vertiginosi, da vere dominatrici. Senza contare, ovviamente i giocattoli erotici indossati dai Maneskin: strumenti di piacere esibiti al collo come gioielli, anziché nascosti in fondo a un cassetto.

Gucci Love Parade
Gucci Love Parade

La storia d'amore tra moda e fetish

Tra moda e mondo del fetish c'è un profondo legame, espresso da diversi stilisti, da Alexander McQueen fino a Balmain e Saint Laurent, che per l'Autunno/Inverno hanno firmato total look in latex. Kim Kardashian fece diventare virali i look in lattice disegnati da Olivier Rousteing per Balmain: la star dell'omonimo reality in diverse occasioni ha sfoggiato un'estetica kinky, coronata dalle maschere con la zip sul viso create da Demna Gvasalia per Balenciaga.

Kim Kardashian con un look Balenciaga
Kim Kardashian con un look Balenciaga

Perfino l'insospettabile Jeremy Scott, designer di Moschino, a un certo punto ha abbandonato l'estetica giocosa e colorata per mandare in passerella tutine in latex, cappucci e stivali da mistress durante la sfilata Autunno/Inverno 2018-19. La moda ha fatto riemergere questa subcultura "proibita" in modi a volte inconsapevoli, dalle passerelle ai look delle star.

Balmain Autunno inverno 2020/2021
Balmain Autunno inverno 2020/2021

Nel mondo post pandemia, però, i riferimenti si sono moltiplicati, anche in forme più sottili: pensiamo ai leggings in lattice disegnati da Anthony Vaccarello per Saint Laurent, indossati con cuissard o tacchi a spillo, o alle tutine con le stampe di Marine Serre, con maschera incorporata. Dall'altra parte dello spettro, tra gli stilisti che pescano più esplicitamente dal bondage, c'è Richard Quinn, con la sua estetica fetish e romantica al tempo stesso, fatta di tute in lattice e stivali con il tacco a spillo da indossare sotto innocenti abiti floreali.

Kim Petras in Richard Quinn
Kim Petras in Richard Quinn

Le star che hanno sfoggiato un'estetica kinky

I Maneskin sono solo gli ultimi ad aver giocato con l'estetica kinky, ma trent'anni fa era Madonna a scandalizzare il pubblico con scelte di look da dominatrice. Tutto nasce dall'iconico libro SEX, con le foto di Steven Maisel tanto esplicite quanto iconiche. Un libro che ha segnato un'epoca, sdoganando baci lesbo, fantasie erotiche e autoerotismo. La regina del pop non ha mai abbandonato l'arte della provocazione: negli ultimi scatti su Instagram sfoggia body in pelle, calze a rete e scarpe con il tacco con la suola rossa bene in evidenza. Un indizio sul successo dell'estetica kinky arriva dal grande ritorno dei corsetti, indossati anche da Elodie per un look in pelle "da guerriera".

Madonna con un look in pelle da dominatrice
Madonna con un look in pelle da dominatrice

Alle origini della moda fetish: Versace e Thierry Mugler

Non pensate però che sia un fenomeno recente, legato alla nuova consapevolezza sessuale e al superamento di tabù. Thierry Mugler negli anni Ottanta sperimentava una nuova idea di sensualità potente ed emancipata tra corsetti e abiti in materiali non convenzionali, come la pelle e il lattice. Gianni Versace fece sfilare collari e cinghie kinky già nel 1992: la sfilata fu un vero scandalo, ma gli abiti che fanno tendenza ancora oggi. Kaia Gerber, solo per citarne una, ha indossato il leggendario vestito bondage portato in passerella dalla madre Cindy Crawford. Era un'epoca di grande emancipazione di rivoluzione sessuale: la comunità gay iniziava ad emergere imponendo la sua estetica, e la moda vestiva una donna nuova, sicura di sé e determinata. Una dominatrice, ma molto più chic. Tutto in quel momento sembrava possibile, perfino parlare di sadomaso nei templi dell'alta moda.

sfilata Versace 1992
sfilata Versace 1992

A questo punto viene da chiedersi perché la moda sia così interessata – per non dire ossessionata – dal mondo dei feticismi e del sadomaso. E soprattutto: perché questo grande ritorno proprio adesso? La risposta, in entrambi i casi, è: perché no? La moda da sempre abbatte barriere e anticipa i tempi: il sesso non è più tabù e dal MeToo in poi si è riacceso il dibattito su sesso e potere, emancipazione e desiderio di controllo. L'isolamento e il lockdown poi hanno fatto il resto, spingendo a ripensare il confine tra pubblico e privato, ma anche tra regole e trasgressioni. Se la sessualità non dev'essere più vissuta in segreto, perché non sdoganare anche il suo lato più trasgressivo?

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