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Manichini dentro sacchi di plastica, campagna di Zara nella bufera per i riferimenti a Gaza

Zara è al centro di una bufera social dopo l’ultima campagna pubblicitaria. L’accusa che spopola sui social è quella di un riferimento indelicato alla tragedia umanitaria in corso a Gaza.
A cura di Arianna Colzi
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La campagna di Zara
La campagna di Zara

Il brand low cost Zara è finito al centro di una polemica social dopo la pubblicazione della nuova campagna The Jacket. Il servizio fotografico, che vede protagonista la famosa modella Kristen McMenamy, è stato realizzato per promuovere la quarta collezione di Zara Atelier ed è incentrato, appunto, sulla giacca in pelle indossata dalla top model. A far partire la polemica sui social, però, è stato lo scenario al centro delle foto, che, secondo diversi utenti, costituirebbe un riferimento poco delicato ai fatti di Gaza.

La campagna The Jacket di Zara
La campagna The Jacket di Zara

La campagna nella bufera: sui social parte l'hashtag #boycottZara

Secondo tantissimi utenti su X (ex Twitter), il set del servizio fotografico costituisce una riferimento alla tragedia che si sta consumando in queste settimana nella Striscia di Gaza. La campagna del brand spagnolo con al centro la modella Kristen McMenamy raffigura dei manichini avvolti in sacchi di plastica.

Uno scatto della campagna di Zara
Uno scatto della campagna di Zara

La campagna pubblicitaria scatta da Tim Walker con la direzione artistica di Baron&Baron sembra essere ambientata in uno spazio dove vengono restaurate statue o opere d'arte, tuttavia questa non è la percezione più comune sui social. Per molti, quei manichini avvolti in buste di plastica bianche sono un riferimento triste e offensivo alle tragiche immagini dei cadaveri palestinesi che, a Gaza, vengono avvolti nei tradizionali sudari bianchi.

Kristen McMenamy per Zara
Kristen McMenamy per Zara

Le accuse di islamofobia rivolte a Zara

Il servizio, insomma, è stato percepito come poco delicato, in un momento storico in cui a Gaza si sta verificando una crisi umanitaria quasi senza precedenti. Per questo molti utenti hanno chiesto e stanno continuando a chiedere il boicotaggio di Zara, anche attraverso l'hashtag #boycottZara, criticando l'assenza di tatto mostrata in questa campagna. Un servizio ritenuto offensivo, che ha spinto tante persone a inviti al boicottaggio, sostenendo quanto fosse inopportuno in questo momento e aggiungendo che la sofferenza di un popolo non può essere l’ispirazione per una campagna pubblicitaria.

Uno scatto della campagna The Jacket
Uno scatto della campagna The Jacket

La risposta di Zara alle accuse

La collezione The Jacket è stata presentata come "una collezione in edizione limitata che celebra il nostro impegno per l'artigianato e la passione per l'espressione artistica". Inoltre, Zara ha puntualizzato che "il focus della campagna è sul design". Una risposta ufficiale del brand, in seguito alle accuse di islamofobia, non è ancora arrivata.

I commenti sotto il profilo social di Zara
I commenti sotto il profilo social di Zara

Già nel 2021, Zara era stata fortemente criticata per alcuni commenti contro la Palestina a opera della sua Head of Designer Vanessa Perliman, la quale aveva attaccato una modella palestinese su Instagram, rispondendo alle sue storie a tutela dei suoi connazionali.

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