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Festival di Sanremo 2024

Mahmood nella finale di Sanremo con la “tuta gold”: chi lo critica non vede cosa ha fatto sul palco

Mahmood nella serata finale del Festival 2024 con la “tuta” gold chiude il percorso di stile dimostrando di essere uno di quegli uomini che (anche) con gli abiti ha cambiato il palco di Sanremo.
A cura di Marco Casola
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Mahmood, come Loredana Berté tra le donne, è il vincitore della gara di stile a Sanremo 2024. Vince perché è riuscito a portare sul palco dell'Ariston un percorso coerente e di forte impatto. Quest'anno lo ha fatto senza particolari effetti speciali ma, nonostante ciò non ci ha fatto rimpiangere i fasti dell'anno della vittoria con Blanco.

Molti ormai criticano Mahmood per le sue scelte di stile "troppo moda", scelte che rischiano di sopraffare la musica e le performance del cantante. In realtà Mahmood, come detto in un'intervista a Fanpage.it, ha la capacità di usare gli abiti per esaltare la performance, creando outfit che non sovrastano mai la sua musica. L'artista è sempre centrato, i suoi look non si trasformano mai in una caricatura, hanno forza ma non sono mai estremi o eccessivi. E' senza dubbio vero che nel suo percorso la moda è un punto fondamentale, lo ha dimostrato ancora con il guardaroba di Sanremo 2024.

Mahmood in Rick Owens
Mahmood in Rick Owens

Chi veste Mahmood a Sanremo 2024

Quest'anno a vestire Mahmood ci sono stati brand come Maison Margiela, con i corsetti e i maxi cappotti del Green Carpet, e Rick Owens, che ha firmato uno dei look più belli di questa edizione, quello che ha creato più scalpore ed ha reso palese la rivoluzione Mahmood. Nella seconda serata il cantante è apparso con un top monospalla, abbinato a pantaloni a vita altissima e ai celebri stivali con zeppa di Owens. Perfetto nel suo mood elegante e contemporaneo.

Mahmood in Prada
Mahmood in Prada

Il percorso di stile a Sanremo 2024 era iniziato con il worker look di Prada, con gilet multitasche in pelle e pants coordinati. Praticamente perfetto. Continua poi con una salopette total pelle di Loewe, quando sul palco appare per presentare un Ghali vestito come Michael Jackson.

Mahmood in Dolce&Gabbana
Mahmood in Dolce&Gabbana

L'unico intoppo nel viaggio di stile sanremese, a parer nostro, c'è quando nella serata delle cover sceglie un look Dolce&Gabbana, molto diverso rispetto ai precedenti. Qui le linee scivolate, la seta black della camicia scollata, la fascia smoking in vita e i maxi polsini portano Mahmood verso una via più classica che ci ha spiazzati. Poi tutto ritorna a fuoco con il look della finale dove, dopo tutto il nero, c'è un'esplosione d'oro.

Mahmood in Valentino custom made
Mahmood in Valentino custom made

L'oro è quello della "Tuta gold", che Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino, ha utilizzato per ricoprire i pantaloni che mimano le forme di una tuta oversize. Il prezioso capo di paillettes è smorzato da una blusa rigida in pelle nera, ai piedi boots custom di Valentino Garavani con le iconiche rock stud. La bellezza dell'ultimo look di Mahmood sta nella perfetto bilanciamento tra capi lucenti e capi black, tra tessuti morbidi e materiali rigidi e iper strutturati. Si chiude dunque in bellezza.

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Mahmood che con gli abiti ha cambiato il palco di Sanremo

La capacità di Mahmood è quella di riuscire a proporre uno stile sempre di tendenza ma mai estremo, che resta sempre al centro tra street e formale. Sta nel mezzo senza per questo apparire "facile". Quello che ci piace di Mahmood è il suo coraggio di seguire il suo intuito per compiere scelte che possono piacere o non piacere ma senza dubbio hanno carattere, quel carattere che quest'anno abbiamo visto molto raramente sul palco dell'Ariston.

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Chi critica Mahmood vede che l'artista è, ed è stato, uno di quegli uomini che anche con gli abiti ha cambiato il palco di Sanremo. E' stato uno di quegli artisti che ha avuto il coraggio di rompere gli schemi su un palco nazional popolare, di indossare top scollati e tacchi alti per combattere le regole opprimenti del formale maschile, regole che non fanno altro che portare avanti un ideale tossico di mascolinità di cui non sentiamo più il bisogno.

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Laureato in Comunicazione, durante gli anni universitari collabora con importanti società di Organizzazione Eventi artistico-culturali. Dopo la specializzazione in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale cura e coordina, per alcune associazioni a carattere nazionale, la gestione di saloni espositivi e mostre d’arte. La passione per il Cinema lo spinge ad entrare a far parte del team di festival cinematografici di grande rilievo. Successivamente il grande interesse e la profonda curiosità per la Moda lo inducono a frequentare un corso di specializzazione in Fashion Trend Research e a stabilirsi a Milano per intraprendere la professione di fashion editor per Fanpage.it.
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