Essenziale, luminosa, ricercata. Il secondo posto di Elisa a Sanremo 2022 è nel segno della purezza. Il silenzio che vince sul rumore, l'essenziale che vince sull'eccesso, la luce che vince sul buio. Elisa è pura voce, senza effetti speciali o sovrastrutture di ritmo, e i suoi abiti sono la tela bianca su cui lei ha dipinto una performance straordinaria. Pierpaolo Piccioli, geniale direttore creativo di Valentino, ha disegnato per l'amica di lunga data abiti candidi, senza tempo, da vera divinità.
Perché Elisa ha scelto il bianco a Sanremo
Elisa ha vinto Sanremo nel 2001 con il brano Luce (Tramonti a Nord Ovest) quando aveva solo 23 anni: ogni sera si esibiva in bianco, con vestiti creati da lei, e solo molti anni avrebbe spiegato il perché di quel colore. Il bianco, nella cultura cinese, è il colore del lutto: Elisa voleva mantenere un aspetto sobrio, metafisico, per cantare una canzone sulla fine di un amore. Ma su di lei il bianco diventava anche il colore della rinascita, dell'alba: in ogni caso, le portò fortuna e per il ritorno a Sanremo ha scelto ancora il candore, ma in un nuova versione sartoriale curata da Valentino.
Dal green carpet inaugurale fino alla serata di sabato, Elisa non ha indossato nient'altro che bianco: Pierpaolo Piccioli ha disegnato per lei abiti senza tempo che la fanno somigliare a una vergine vestale, a una divinità celeste. Elisa è puro talento e quando canta è in stato di grazia: non serve un abito teatrale per farla risaltare, non servono grandi gioielli o scintillii, basta la sua voce.
Elisa è il primo fiocco di neve, un raggio di sole: è perfetta così, nella sua purezza, a 20 anni come a 40. Pierpaolo Piccioli è abituato, nelle sue collezioni, a lavorare per sottrazione, facendo risaltare tessuti fluenti e linee pulite: la sua mano è inconfondibile nell'abito con le spalline della prima serata, o nel mantello scivolato della terza.
Per non parlare poi del blazer oversize con cui Elisa ha interpretato What A Feeling, accompagnata da Elena D'Amario con gli scaldamuscoli anni Ottanta. "Il nuovo disco si chiama Ritorno al Futuro – ha spiegato in conferenza stampa – quindi mi piaceva ritornare indietro al bianco e giocare con il tempo". La semplicità, nei look di Elisa, non è banalità: al contrario, è cercare le cose che contano e che non cambiano mai.
I suoi abiti sono creazioni oltre il tempo e oltre le mode: tra vent'anni li ameremo ancora come li amiamo oggi. Il gran finale è con un abito plissettato, caratterizzato da profonda scollatura a tuffo e mantello.
Gli abiti di Elisa sono una tela da dipingere
L'abito bianco è eterno e negli anni ha incarnato significati diversi, metafisici e religiosi. Il bianco è il colore delle regine, degli angeli, delle dee, delle sacerdotesse e delle spose. Il bianco non è un colore, è la somma di tutti i colori, di tutte le note: gli abiti di Elisa sono carta da scrivere, tele da dipingere. Sono la dimostrazione che la bellezza non si trova negli artifici, nelle sovrapposizioni, nelle esagerazioni ma al contrario è nell'essenza delle cose: per questo Elisa a Sanremo ci ha dato una lezione di stile. In un mondo sempre più complicato e caotico, dove tutto urla, dove le immagini che vediamo sono spesso il frutto di filtri e manipolazioni, Elisa ci riporta al punto di partenza, alla pulizia, al candore. E mai come adesso avevamo bisogno della sua luminosa semplicità.