Lo stilista Demna Gvasalia parla dopo lo scandalo Balenciaga: “Ora metto in discussione tutto”
Dopo il caos sollevato da una campagna pubblicitaria che coinvolgeva bambini e peluche fetish, il brand Balenciaga è stato al centro di uno scandalo. Lo stilista Demna Gvasalia è stato travolto dalle polemiche e dalle accuse perché le foto suggerivano, in qualche modo, un immaginario vicino alla pedopornografia. Dopo un lungo silenzio (e la sparizione dal calendario della moda) lo stilista Demna Gvasalia è pronto a dire la sua, a prendersi la responsabilità di quanto accaduto e a cambiare totalmente approccio al modo in cui lavora.
Balenciaga ora collabora con le associazioni per l'infanzia
Lo stilista Demna Gvasalia ha chiarito la propria posizione in una lunga intervista a Vogue, dove ribadisce che nulla di ciò che è accaduto è stato intenzionale o deliberatamente provocatorio. Dopo le scuse, l'azienda si è impegnata a cambiare il flusso di lavoro interno per evitare di ripetere un errore simile, ci sono nuove regole e più controlli: "Ora c'è una nuova image board – spiega lo stilista – che coinvolge sensibilità diverse, prima della sua pubblicazione esprimerà la propria opinione su un'immagine". Non solo: Balenciaga ha annunciato una collaborazione con la National Children’s Alliance. "Aiuterà migliaia di bambini nel processo di superare il trauma e affrontare la loro salute mentale – aggiunge Gvasalia – È l'unica cosa che mi rende felice di tutta questa orribile situazione: trarne qualcosa di buono".
Lo stilista ha anche detto che sta "imparando dai suoi errori" informandosi sul tema e cambiando modo di lavorare: "Dal mio punto di vista personale, come direttore creativo, ora dovrò mettere assolutamente in discussione tutto. Prima ero più istintivo (…) ora avrò un approccio più maturo e serio verso idee e immagini".
Demna Gvasalia: "Non avrei scherzato sull'abuso di minori"
Lo stilista ha anche sottolineato che l'aspetto provocatorio del suo lavoro è stato "spesso frainteso e non ho più voglia di applicarlo ai miei progetti". Anche se negli anni ha giocato con quella che definisce "arguzia del design" e ha cercato di "non prendere la moda troppo sul serio" la campagna scandalo non voleva essere provocatoria: "Nonostante ciò che molte persone potrebbero aver sospettato, il problema delle campagne non faceva assolutamente parte del mio linguaggio: mai e poi mai avrei avuto l'idea di scherzare con una cosa così orribile come l'abuso di minori".
Basta con le provocazioni dunque: Gvasalia ora vuole concentrarsi sugli abiti e recuperare la dimensione pratica del suo lavoro. In questi mesi, dice, è tornato a creare abiti, a tagliare e cucire: "Ho deciso di tornare alle mie radici nella moda così come alle radici di Balenciaga, che fa vestiti di qualità, non creando immagine o hype. Sono tornato a fare giacche. È lì che è iniziata questa casa, ed è lì che ho iniziato come designer".
Molto del lavoro prodotto in questi mesi farà parte della sfilata di marzo e le attese sono ovviamente alle stelle. "Avevo questa voglia indescrivibile di fare cose. Non posso spiegarlo in nessun altro modo se non mi sono protetto facendo ciò che amo: fare vestiti. Ho capito quanto mi manca e quanto mi fa sentire felice". Basterà per risollevare le sorti del marchio?