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Lea Pericoli, storia di un’icona di stile: come ha rivoluzionato il tennis con le sue minigonne

Lea Pericoli, scomparsa a 89 anni, era soprannominata “La Divina” per via del suo stile di gioco elegantissimo e per gli abiti rivoluzionari che lo accompagnavano: storia di una giocatrice che ha fatto la storia del tennis e non solo.
A cura di Arianna Colzi
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Lea Pericoli
Lea Pericoli

Si è spenta oggi, giovedì 4 ottobre 2024, a 89 anni Lea Pericoli, pioniera del tennis femminile italiano e soprannominata La Divina dal giornalista sportivo Gianni Clerici. È stata per ventisette volte vincitrice dei Campionati italiani assoluti di tennis, mentre nei tornei dello Slam (i quattro più importanti della stagione tennistica) ha raggiunto per quattro volte gli ottavi di finale in singolare al Roland Garros e per tre volte a Wimbledon. Dopo essersi ritirata a 40 anni, Pericoli è stata una delle prime giornaliste a raccontare il tennis in televisione. Lo stile di Pericoli, elegantissimo e molto atletico per l'epoca, è rimasto indelebile nella mente degli spettatori anche per l'abbigliamento che la tennista aveva scelto di indossare sul campo da gioco. Gli abiti – rigorosamente bianchi, unico colore ammesso fino a qualche decennio fa – e il portamento in campo valsero a Pericoli l'appellativo di Divina. Ma perché la tennista è diventata un'icona di stile?

Lo stile audace di Lea Pericoli

Fino agli Cinquanta, le tenniste di tutto il mondo indossavano ancora abiti lunghi, tra il ginocchio e le caviglie: lo sport era ancora prettamente maschile e il sessismo passava anche dai vestiti da gara. Eppure di donne che sarebbero passate alla storia, lo sport con la racchetta ne aveva viste passare: da Suzanne Lenglen ad Althea Gibson, arrivando poi all'italiana Lea Pericoli. Lo stile di Pericoli ha contribuito, di pari passo con i suoi successi sportivi, a portare avanti il tema dell'emancipazione femminile nel tennis (e non solo). Ha sempre osato con intelligenza Lea Pericoli, per questo nel 1955 porta avanti le sue istanze con l'aiuto di Ted Tinling.

Lea Pericoli con minigonna con fiori in rilievo
Lea Pericoli con minigonna con fiori in rilievo

Tinling era il designer, o meglio il sarto, più famoso in quegli anni: aveva vestito Gussie Moran, un'altra tennista ribelle dell'epoca. Fu lui a proporre a Lea Pericoli l'idea per i vestiti che avrebbe indossato per il suo debutto a Wimbledon. Nel 1955 per il debutto con la spagnola Maria-Josefa de Riba, la tennista scende in campo trasgredendo alla regola del total white e indossando una minigonna con culotte e una sottoveste rosa, uno scandalo per l'epoca. Lo scandalo è tale che il padre Filippo la costringe ad allontanarsi dai campi da tennis per un anno. Proprio lui che da piccola, durante l'infanzia trascorsa in Africa, fece costruire per lei ad Addis Abeba un campo da tennis nei boschi, facendole scoprire la grande passione della sua vita.

Lea Pericoli a Wimbledon 1955
Lea Pericoli a Wimbledon 1955

Dopo un anno Lea Pericoli torna a prendere in mano la racchetta e ricomincia a sfoggiare gli abiti da gioco confezionati per lei da Ted Tinling: tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio degli anni Sessanta, Lea Pericoli rivoluziona lo stile delle tenniste giocando con materiali e accessori. Nascono così gli abiti con le frange, quasi in stile anni Venti, che indosserà a Wimbledon 1961, quelli con le piume, i fiocchi, il tulle: insomma, Pericoli e Tinling danno vita al mini abito che negli anni successivi sarebbe diventato la divisa per ogni tennista in tutto il mondo. Le critiche, però, com'è intuibile, non sono mai mancate, con i detrattori che l'accusavano, in caso di sconfitta, di prestare un'eccessiva attenzione agli abiti piuttosto che al campo. Una critica priva di senso che purtroppo ancora oggi viene rivolta a tante sportive. Con astuzia, però, Pericoli sceglieva abiti più tradizionali per l'epoca soprattutto quando doveva affrontare grandi match, in modo da poter tenere lontani commenti sul suo abbigliamento.

Lea Pericoli e Silvana Lazzarino a Wimbledon nel 1961
Lea Pericoli e Silvana Lazzarino a Wimbledon nel 1961

Uno degli abiti più belli, forse, quello in cui Lea Pericoli sembrava incarnare davvero quella divinità a cui è stata poi accostata, è stato quella sorta di tutu realizzato con penne di cigno e in visone sfoggiato nel 1964. Nello stesso anno, ai Championships, Lea Pericoli affronta Jacqueline Rees Lewis sfoggiando un abito, sempre con la minigonna, e dal maxi fiocco in trina. A completare il suo look sul campo la solita, immancabile bandana rigorosamente bianca che ha accompagnato le sue partite. I suoi completi, esposti anche al Victoria&Albert Museum di Londra, sono considerati una pietra miliare nel tortuoso percorso di emancipazione che anche le tenniste hanno dovuto affrontare. Un sentiero imboccato dagli abiti rivoluzionari di Lea Pericoli.

Lea Pericoli a Wimbledon 1964
Lea Pericoli a Wimbledon 1964
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