Le fate ignoranti: i costumi della serie raccontano storie, sono specchio dell’anima dei personaggi
Sono passati oltre 20 anni dall'uscita nelle sale cinematografiche de Le fate ignoranti, un film che si è rivelato un vero e proprio cult. Ferzan Ozpetek ha deciso di riportarlo sul piccolo schermo, ma sotto forma di serie tv, disponibile su Disney+ dal 13 aprile. Gli otto episodi sono stati girati tra Istanbul e Roma, per approfondire le storie di alcuni personaggi, per riflettere ancora sui sentimenti e sull'amore, per sviscerare la profondità e la complessità delle relazioni umane. A Fanpage.it il costumista Mariano Tufano ha spiegato come si è mosso, affinché ogni personaggio fosse sia credibile che bello esteticamente.
Antonia è una donna congelata nel tempo
Nella serie Le fate ignoranti, è Cristiana Capotondi a vestire i panni di Antonia, il ruolo che fu nel 2001 di Margherita Buy. Parliamo di una donna non esattamente esuberante, per nulla appariscente, chiusa di mente per certi versi, ma costretta dalla morte del marito a mettere tutto in discussione. Su di lei Ferzan Ozpetek aveva un'idea ben precisa, spiegata da Mariano Tufano: "Lui mi ha detto: Antonia è una donna un po' congelata nel tempo, voglio sentire gli anni Cinquanta". E così è stato: "Antonia indossa gonne svasate che ricordano quel mondo, rifatte in chiave contemporanea. Volevo che fosse vestita bene".
Il costumista ha raccontato che il punto di partenza è stato l'ambiente della donna: "Parliamo di una buona borghesia e siamo partiti da quello. Abbiamo scelto una serie di abiti che in qualche modo riflettessero sia questo stato sociale che il carattere del personaggio: non cose fascianti né appariscenti, ma abiti con volumi sciolti, in colori tonanti quindi pastello, tinte fredde, alcuni gialli. Abbiamo fatto un lavoro molto estetico, era quello che mi era stato richiesto dal regista: oltre alla credibilità dei personaggi che fossero belli".
Nei vestiti delle fate c'è il loro mondo colorato
Antonia con la morte del marito si trova catapultata in una realtà del tutto nuova: scopre la relazione omosessuale di lui, le sue frequentazioni. Quello di Massimo, al di fuori di lei, è un mondo colorato, eccentrico, variegato. I vestiti delle fate rispecchiano tutto questo: le storie difficili di queste persone, il loro passato, il loro presente. E non potrebbe essere altrimenti: "Il look è un'impronta digitale del nostro vissuto" ha spiegato il costumista. Ecco perché il look di Massimo (Luca Argentero) parla di entrambi i suoi mondi: "Abbiamo scelto una linea più classica, ma ho contaminato il suo guardaroba per renderlo più vivo: questo rende il personaggio più vero".
Molte sono le scene corali, nella serie, con molti personaggi insieme. In queste scene il regista ha voluto che ci fosse omogeneità cromatica: si è lavorato studiando le palette e abbinando i colori dei vestiti di tutti, affinché risultasse qualcosa di bello da vedere. Tufano ha rispettato il desiderio del regista: "Ozpetek mi ha chiesto un'impronta senza tempo, non fortemente connotata al 2021. È stato complesso anche perché lui sul set fa una sorta di composizione: oltre a contestualizzare la palette cromatica dell'abbigliamento all'interno della location, dovevo contestualizzare anche le palette cromatiche dei personaggi tra loro".
I colori sono uno dei punti forte del personaggio di Serra interpretato da Serra Yılmaz, unica attrice presente sia nel cast originale che in quello della serie. E se 20 anni fa aveva i capelli blu, stavolta li ha turchesi. Su di lei il costumista ha lavorato rispettando l'aura di donna colta: "È un'attrice che ha un grande senso estetico, conosce l'arte e quindi son partito proprio dal suo mondo, perché veste in modo eccentrico nella vita. Ho ricostruito un guardaroba apposta per lei, confezionando tante cose su misura: camicie con fantasie vistose, ma non pacchiane".
Insomma, per ogni personaggio è stato fatto un lavoro molto personalizzato, con l'aiuto degli attori stessi, comprese Ambra Angiolini e Anna Ferzetti. Nella serie sono Annamaria e Roberta: "Roberta ha uno stile androgino per cui abbiamo utilizzato un abbigliamento fashion e cool ma dalla connotazione maschile. Annamaria ha una connotazione più eccentrica, con dei kimoni: è una cartomante. Insomma, ci attaccavamo a ogni caratteristica del personaggio per trovare un'ispirazione per raccontarlo in modo divertente e gradevole visivamente". Proprio per questo Tufano non ha voluto rivedere il film originale, per non lasciarsi condizionare.
Con un cast così diverso, era necessario adattarsi unicamente a quegli attori, senza seguire ‘lo stampo' di quelli che li avevano preceduti: "Uno stesso personaggio interpretato da attori diversi ha una connotazione in termini di costume completamente diversa: cambiano il movimento, la fisicità. Mi interessava fare un lavoro mio, contemporaneo, volevo che tutti si sentissero a proprio agio. L'attore si deve riconoscere: deve riconoscere negli abiti che che gli proponi il personaggio che deve interpretare".